Giovedì 24 Ottobre, aggiornato alle 9:07

CHI SONO GLI ALGHERESI RAFFIGURATI DALL’ARTISTA SALVATORE FARA NEL GRANDE DIPINTO DELLA PARROCCHIA DI MARISTELLA?

CHI SONO GLI ALGHERESI RAFFIGURATI DALL’ARTISTA SALVATORE FARA NEL GRANDE DIPINTO DELLA PARROCCHIA DI MARISTELLA?

Di Pere Lluís Alvau
Tra i dipinti moderni, pale o affreschi del Novecento, presenti nelle chiese di Alghero, uno mi ha sempre colpito particolarmente perché sapevo che le fisionomie dei personaggi rappresentati riproducevano individui algheresi che, deliberatamente o senza saperlo, avevano prestato la loro immagine al pittore che li aveva riprodotti in veste biblico-religiosa.
Mi riferisco espressamente al dipinto presente nella parrocchia della borgata algherese di Maristella, in pieno Golfo di Porto Conte, che dal 1963 con austera dignità fa bella mostra di se, occupando, abbellendo ed esaltando l’intera parete che fa da sfondo all’altare.
Il dipinto, delle dimensioni di circa sei metri per tre, rappresenta un momento dell’episodio evangelico della pesca miracolosa, in cui Gesù, al centro, è attorniato da nove pescatori che sul ponte di una barca lo ringraziano della pesca miracolosa appena compiuta.
Autore di quest’opera, che meriterebbe più attenzione dal punto di vista sia artistico che documentale, è stato il pittore Salvatore Fara, uno dei più rappresentativi esponenti della pittura sarda negli anni dal dopoguerra in poi.
Questo erudito artista nasce a Sennori nel 1922 e dopo aver compiuto gli studi artistici presso il prestigioso Istituto d’Arte di Sassari, negli anni ’40 si perfeziona frequentando tra Firenze e Roma i più autorevoli pittori del momento. Rientrato in Sardegna si accredita come uno dei migliori ritrattisti, oltre che a realizzare nel corso degli anni opere per enti pubblici, privati e religiosi. Assieme ad altri nomi di quel fortunato ed intenso periodo va ad infoltire la larga schiera di artisti di scuola sassarese che sono un vanto dell’intera arte sarda del Novecento.
Dal 1959 al 1969 è stato preside dell’Istituto d’Arte (oggi Liceo Artistico) di Alghero ed anche nella nostra città ha lasciato traccia della sua attività pittorica. So per certo che anche ad Alghero ha realizzato alcuni pregiati ritratti ed ho avuto occasione di visionarne ed apprezzarne qualcuno personalmente. Però la sua opera omnia lasciata ad Alghero è sicuramente il dipinto della pesca miracolosa della parrocchia di Maristella.
Nonostante la mia giovanissima età negli anni in cui Salvatore Fara risedette ad Alghero, lo ricordo per il suo portamento severo e al contempo gioviale. Proseguendo nella sua carriera di docente tornò a Sassari dove andò a dirigere, sempre da preside, l’Istituto d’Arte “Filippo Figàri”, lo stesso che lo aveva visto studente negli anni ’30.
Intorno alla fine degli anni ’90 ebbi l’occasione di rincontrare l’artista Salvatore Fara  in un contesto particolare, ovvero in quel cenacolo che si tiene quotidianamente nella stagione estiva in un ristretto ed esclusivo tratto degli “Scogli Piatti”, sotto il Lungomare Valencia di Alghero. Venne per diversi giorni accompagnato dal pittore Nicola Marotta, assiduo frequentatore ed animatore di profonde disquisizioni oltre che artistiche anche filosofiche. Credo che il Maestro Fara quell’anno partecipasse ad un’importante collettiva in corso ad Alghero (era il 1997?).
Gli argomenti trattati dal Fara in quegli incontri sugli scogli furono innumerevoli e vari e non sempre prevalevano quelli strettamente e rigorosamente artistici. Più volte fui io ad indurlo a soffermarsi sulla sua intensa attività ed in particolare lo stimolai a parlare del suo grande dipinto nella chiesa di Maristella. Ci disse che non ricordava con precisione chi l’avesse commissionato, se la Curia, il Comune o forse l’Ente Agrario di Bonifica. Sta di fatto che il soggetto sarebbe dovuto essere obbligatoriamente di natura sacra e nonostante la chiesa fosse dedicata alla Beata Vergine “Stella Maris” fu invece individuata la figura di Gesù per occupare quella parete fino ad allora vuota. Pur essendo la borgata a forte vocazione agricola, la sua vicinanza e commistione col mare, che lambisce le vigne, ha voluto che il Fara scegliesse quale tema del dipinto l’evento evangelico della pesca miracolosa, che così sarebbe andato a caratterizzare anche l’intero litorale di Porto Conte.
Nonostante il percorso artistico di Salvatore Fara avesse da tempo tracciato un solco rilevante  nella ricerca estrinseca di nuove frontiere della pittura moderna, in quell’occasione riemersero le doti ritrattistiche che già lo avevano reso famoso nei due decenni precedenti. Fu in questo modo che il “Maestro-Professore” individuò e fotografò mentalmente alcuni algheresi di quei primi anni ’60.
I personaggi raffigurati sono Gesù e nove pescatori suoi discepoli. I volti prestati erano fin dall’inizio quasi tutti identificabili e, come ci raccontò Salvatore Fara, all’atto della realizzazione del dipinto erano facilmente riconoscibili. Lui però, a distanza di oltre trentacinque anni, non ricordava più i nomi, se non quello di un sindaco dell’epoca che io avevo già individuato nei primi anni ’70, grazie all’osservazione dell’opera che avevo fatto sotto la guida dell’allora parroco di Maristella Don Pasquale Cuccuru.
Professor Fara ci disse però che lui rivedendo l’opera sarebbe stato in grado di fornirci indicazioni sia sui “modelli” raffigurati, sia sul loro mestiere o professione ed eventualmente anche dove a suo tempo abitassero o svolgessero la loro attività lavorativa. Ovviamente non poteva essere garantita la loro eventuale -ed improbabile- esistenza in vita.
Decidemmo che un sopralluogo fosse l’occasione migliore non solo per rivedere il grande dipinto ma anche per colmare questa curiosità identificativa dei volti ritratti. Purtroppo quando ci recammo a Maristella trovammo la chiesa chiusa e ci proponemmo di tornare nei giorni successivi, magari in un orario in cui si prevedesse la celebrazione della messa, per avere più probabilità di trovare la chiesa aperta.
Il rinvio si protrasse, l’estate finì, il Maestro rientrò a Sassari e l’escursione artistica alla parrocchia di Maristella venne rinviata “sine die”.
Salvatore Fara morì nel 2016 portando con se il ricordo (e forse anche il nome) di quegli algheresi che avevano prestato il loro volto -alcuni posando inconsciamente o soltanto nell’immaginazione dell’Artista- per la realizzazione di uno dei più bei dipinti moderni presenti nelle chiese algheresi.
Se vi capitasse di passare davanti alla chiesa di Maristella e fosse aperta, entrate! Oltre ad apprezzare il dipinto di cui vi ho narrato, magari -se avete un’età adeguata a ricordi di sessant’anni fa- vi troverete sorpresi nell’identificare un vostro vecchio parente o conoscente che oggi non c’è più.

 

 


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