Emanuele Sara, partiamo da te, chi sei e cosa è per te la musica, anzi cosa è stata la musica da quando eri bambino?
Per me la musica è un modo per potermi raccontare. Nella vita di tutti i giorni sono molto timido e con la musica riesco a raccontare tante cose che altrimenti non avrei saputo raccontare.
Arrivi da un periodo denso, faticoso anche, ma è stato importante per te perché sei uscito con il tuo terzo album che si intitola “Lo so che tu lo sai”. Cosa c’è dietro quest’album?
Dietro “Lo so che tu lo sai” c’è un lungo lavoro di ricerca. Ho voluto raccontare molti aspetti della mia vita; è un album molto sentito, interiore, intimo. Ci sono delle canzoni anche leggere, però nulla è lasciato al caso. Ogni canzone tratta un argomento importante, quindi vi invito ad ascoltarlo con profondità.
Mi dicevi che bisogna essere preparati per ascoltare questa musica. Perché è vero che ci sono pezzi più leggeri, più radiofonici e altri invece più densi di significato, ma è importante riuscire a trovare quella famosa frequenza, perché tu racconti un vissuto e in quel vissuto bisogna ritrovarsi.
Sì, bisogna ascoltare quest’album mettendosi nella giusta frequenza. Io spero che quando ascoltiate quest’album siate predisposti a ricevere il messaggio che vi arriva, che ho voluto raccontare. Ogni canzone poi ha un diverso messaggio, un diverso tema, umano, identitario, familiare.
I tuoi, follower, in realtà sono appassionati di questa musica, tra l’altro so che la prima appassionata è proprio tua moglie e che ti ha spinto in questo lavoro di ricerca, in questo percorso. Adesso sei fresco di tour radiofonico, ci vuoi raccontare qualcosa, com’è stata questa esperienza?
È bello comunque andare in radio e raccontarsi, è sempre emozionante. Qualsiasi mezzo che ti mette davanti all’opportunità di poterti raccontare, ti apre un mondo. Anche questo video che stiamo facendo, questa interviste, disponibile in mondovisione. Ti fa arrivare a tutti, indistintamente. Quindi questi nuovi mezzi potrebbero essere la salvezza della musica.
Possiamo spoilerare qualcosa dei due prossimi appuntamenti, so che tra pochissimo c’è anche la festa di San Giovanni a Ossi?
Sì, il 23 giugno c’è la festa di San Giovanni, canterò qualche canzone. Sono felice di poterlo fare a casa. E poi il rito che si fa nella festa di San Giovanni, è sempre suggestivo. Saltano il fuoco, il connubio tra compari e comari. Poi ci sono altri appuntamenti; ad agosto per esempio è in programma un bel festival ad Alghero, molto seguito, per certi versi anche intimo, dove potrò raccontare la mia musica ad una bella platea, quindi spero di potervi abbracciare in quel momento. E poi ci saranno delle altre novità ad ottobre…
So anche che stai continuando a scrivere, non solo tour radiofonico, non solo presenza sul palco in diverse città, ma c’è anche qualcosa che fermenta nella tua testa, possiamo anticipare qualcosa?
La mia testa non si ferma mai, devo impormi di fermarla, quindi faccio molta meditazione per poter bloccare i pensieri, per poter rallentare un po quello che arriva. Devo filtrare.
Ti direi di non filtrarli, ma di tradurli in musica, perché questo lo sai fare molto bene.
Sì, non so se è un bene o un male, potrebbe essere un bene o un male, per chi mi ascolta, per quello che racconto, magari è un bene, nel senso che sentire sulla pelle, nella testa sempre tante cose, avere un’empatia troppo spiccata, a volte ti annienta, bisogna gestirla.
Approfittiamo di questa occasione per non solo farvi ascoltare questo disco, ma per invitarvi a seguire Emanuele nei suoi prossimi appuntamenti. Vuoi dire qualcosa al tuo pubblico Emanuele?
Seguitemi, ascoltate il disco, soprattutto ascoltatelo con serenità, in profondità, rilassatevi mentre lo ascoltate, non in maniera superficiale. Purtroppo adesso la musica dei nostri tempi sta diventando talmente liquida , sembra quasi usa e getta, la assaggi, ma poi non ti ricordi il sapore. Assaporatela, riassaporatela come se fosse un piatto poi…
Quindi ascoltatela non solo con le orecchie ma anche con il cuore