Mercoledì 4 Dicembre, aggiornato alle 22:40

Impianti di riscaldamento: “Effettuare la manutenzione anche per senso di responsabilità verso persone e ambiente”

Impianti di riscaldamento: “Effettuare la manutenzione anche per senso di responsabilità verso persone e ambiente”

IMPIANTI RISCALDAMENTO – Scatta il periodo della manutenzione delle
caldaie: più risparmio e sicurezza e meno inquinamento ma occhio alla
sanificazione. 350mila gli impianti di condizionamento dell’Isola e
oltre migliaio le imprese che effettuano il check up. Giuseppe Tatti
(Delegato Impianti Confartigianato Sardegna): “Effettuare la
manutenzione anche per senso di responsabilità verso persone e
ambiente”. I problemi per la salute e i consigli per risparmiare.

Da qualche giorno caldaie e termosifoni si sono già rimessi in moto
anche in Sardegna. E con il freddo scatta la corsa alla manutenzione e
al controllo degli impianti termici di casa. Quello del check-up ai
sistemi di riscaldamento domestici, ormai da parecchi anni, è ormai un
appuntamento fisso per la maggior parte dei proprietari di immobili ed
è un obbligo di legge al quale nessuno può sottrarsi.

Sono più di 350mila gli impianti di condizionamento che nell’Isola
riscaldano i 512.310 edifici privati, oltre agli uffici pubblici e
alle attività commerciali.

Per non incorrere in guasti, abnormi consumi di energia elettrica o,
ancora peggio, in gravi problemi di salute (come accade per riniti o
legionella), l’Associazione Artigiana ricorda che è necessario
effettuare la manutenzione periodica e che solo le ditte e gli
artigiani qualificati e aggiornati, possono escludere eventuali
rischi.

I dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, dicono che
nell’isola ben il 47,5% delle case utilizza il sistema di
condizionamento caldo/freddo (ovvero sistema di climatizzazione unico
per estate e inverno), contro una media italiana del 29,4%).
All’interno di questa percentuale, l’82,9% sono pompe di calore fisse
o portatili, il 13,2% sono condizionatori utilizzati solo per
riscaldamento o raffrescamento e il 3,9% è costituito da impianti
centralizzati). L’Osservatorio ricorda anche come siano 1.140 imprese
sarde di impiantistica che si occupano di riscaldamento e aria
condizionata.

Confartigianato Sardegna ricorda come i professionisti, per prima cosa
effettuino una sorta di “triage telefonico” per capire quali problemi
abbia l’impianto. Poi si recheranno a casa dell’utente per effettuare
i lavori, al termine dei quali verrà aggiornato il libretto e fatto
firmare l’atto di compiuta revisione.

“Gli impiantisti professionisti, qualificati e certificati operano
nella massima sicurezza per loro e per gli utenti – commenta Giuseppe
Tatti, impiantista e dirigente regionale di Confartigianato Imprese
Sardegna – che il sistema di riscaldamento sia un nuovo modello o uno
un po’ datato non importa: bisogna attestare che tutto sia a posto di
anno in anno. Non lo impone solo la legge ma anche il senso di
responsabilità per la sicurezza per chi abita nell’immobile e per i
vicini”. “Una caldaia mal funzionate, soprattutto in centro storico,
può essere pericolosissima anche dal punto della sicurezza, e vista la
vetustà media degli impianti, la manutenzione va fatta sempre –
sottolinea Tatti – altro aspetto importante è l’efficienza, che porta
vantaggi sia in termini di emissioni (cosa molto importante per
limitare gli inquinanti in atmosfera e quindi gli sforamenti ai
parametri di salubrità dell’aria) sia per alleggerire i costi. Un
gruppo termico in buona efficienza produce una combustione pulita e
ottimale, che massimizza le potenzialità del combustibile e quindi ne
fa consumare meno”. Quindi, la soluzione migliore, quando possibile e
dove possibile , dopo attenta analisi dell’impianto e valutazioni
fatte in modo chiaro, è quella di passare alle pompe di calore, sia
queste adibite alla produzione di acqua calda che alla climatizzazione
degli ambienti, installando, magari, un impianto fotovoltaico
dimensionato correttamente e settando tutto il sistema in modo da
massimizzare l’autoconsumo. “Agli utenti ricordiamo anche di
approfittare dei bonus per gli impianti termici – rimarca
l’impiantista e dirigente regionale di Confartigianato Imprese
Sardegna – che prevedono agevolazioni al 50% dei costi per le
installazioni di caldaie in alta classe e al 65% quando vengono
sostituite le vecchie caldaie ed efficientato l’intero impianto di
termoregolazione”.

Ma perché effettuare la manutenzione e la sanificazione?

Secondo i consigli degli esperti la mancata o scarsa manutenzione
degli impianti di climatizzazione e riscaldamento può avere
conseguenze gravi sulla salute e sull’ambiente. Nel caso di pompe di
calore, filtri e batterie sporche favoriscono la proliferazione
batterica e l’emissione di allergeni e patogeni, aumentando il rischio
di riniti, allergie e, in casi gravi, legionella. Inoltre, il
rendimento cala, facendo lievitare i consumi e i costi. La mancata
verifica delle perdite di gas refrigerante, obbligatoria per legge
oltre certe soglie, comporta un consumo elettrico maggiore,
inquinamento e rischi legati a infiammabilità e tossicità dei gas. Per
le caldaie a gasolio, una cattiva combustione può generare monossido
di carbonio, altamente tossico, e acido solforico, che riduce la vita
dell’impianto. Analogamente, nelle caldaie a gas, una manutenzione
carente provoca perdite di rendimento, maggiore inquinamento e rischi
legati al monossido di carbonio e a eventuali perdite di gas. Una
manutenzione regolare è dunque essenziale per sicurezza, efficienza e
sostenibilità.

Anche quest’anno, per unire comfort e risparmio, i tecnici impiantisti
di Confartigianato Sardegna invitano gli utenti a seguire i consigli
di ENEA sul corretto utilizzo degli impianti di riscaldamento, un
decalogo di buoni consigli per risparmiare sulla bolletta.

La prima indicazione riguarda la temperatura di mandata dell’acqua,
cioè la temperatura dell’acqua che viene inviata all’impianto di
riscaldamento. In genere le fasce orarie di riscaldamento della casa
vengono programmate con un cronotermostato, che però permette di
settare solo la temperatura interna all’abitazione e non quella di
mandata dell’acqua nei termosifoni che rimane preimpostata e fissa.

“Con variazioni della temperatura esterna anche di dieci gradi su base
giornaliera – spiega Tatti – bisogna evitare di mandare acqua sempre
alla stessa temperatura ai termosifoni. La soluzione ideale è quella
di abbinare una termoregolazione climatica alla caldaia per il
riscaldamento”.

Spiegano gli esperti di ENEA che la termoregolazione climatica
interviene attraverso un sistema che regola la temperatura dell’acqua
che passa nell’impianto di riscaldamento in base alla temperatura
esterna.

Quando fa più caldo fuori, il sistema riduce la temperatura dell’acqua
che circola nell’impianto, mentre quando fa più freddo, la aumenta.
Questo permette di mantenere la temperatura ideale all’interno della
casa e di risparmiare energia: per ogni 10°C di differenza, si può
ridurre il consumo fino al 25%.

Gli altri consigli di ENEA sono: installare sistemi di monitoraggio e
controllo, eseguire la manutenzione degli impianti, controllare la
temperatura degli ambienti e fare attenzione alle ore di accensione,
schermare le finestre durante la notte con tapparelle, persiane o
anche tende pesanti, non coprire i radiatori, non lasciare le finestre
aperte troppo a lungo.

E poi ancora, far fare da un tecnico specializzato un check-up
completo dell’abitazione così da avere consigli specifici per
massimizzare l’efficienza, installare valvole termostatiche e, infine,
scegliere sempre, quando possibile, impianti di ultima generazione
come le pompe di calore ad alta efficienza.

“Sfruttare al massimo l’energia, sia questa trasformata da una caldaia
o da un condizionatore, limitando al gli sprechi – conclude
l’impiantista e dirigente regionale di Confartigianato Imprese
Sardegna – significa non solo far del bene all’ambiente ma anche a se
stessi, aumentando il comfort abitativo e risparmiando denari utili al
bilancio familiare”.


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