“Odio gli indifferenti… non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città… Vivo sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti“. Carlo Mannoni sceglie per l’apertura del suo Libro “Punta Giglio Storia di una tutela mancata” una frase di Antonio Gramsci. Tutto un programma.
Poi nell’introduzione, apre con un intervento di Giovanni Oliva letto presso la sede del Parco di Porto Conte ad Alghero in occasione della Giornata Per la Custodia del Creato svoltasi il 18 settembre 2021. Giovanni Oliva, il simbolo più di altri di una battaglia portata avanti a tratti da sognatore, a tratti pragmatico , a tratti mosso dal sostegno di centinaia di compagni di viaggio.
“Punta Giglio è la storia di una tutela mancata, racconta la vicenda di una battaglia ideale in difesa di un bene comune nel quale materialità e spiritualità hanno per lungo tempo convissuto una battaglia apparentemente persa se banalizziamo il tutto fermandoci al risultato che il comitato si era prefissato e non è stato raggiunto. Ma le battaglie sui temi ideali, aldilà dei loro esiti costituiscono un patrimonio culturale politico di primissimo rilievo, perché smuovono le coscienze, invitano l’analisi al senso critico e promuovono il confronto, l’aggregazione sociale intorno ai valori condivisi, scrive l’autore
Il libro di Carlo Mannoni, è una pietra miliare su una vicenda che ha segnato una rottura insanabile fra la gestione del Parco Regionale di Porto Conte e il mondo ambientalista e politicizzato schierato a sua difesa. E la difesa altro non era se non impedire la realizzazione di un ristorante con posti letto, laddove sorgeva una caserma ex postazione militare, nel cuore di un santuario naturalistico protetto da norme non solo nazionali ma persino ultra nazionali.
Chi ha seguito come noi le vicende di Punta Giglio, passo dopo passo, non si meraviglia che oggi sia nato un libro che vuole essere una testimonianza di un percorso che alla fine deve insegnare qualche cosa. La tutela dell’ambiente, dei suoi ambiti e delle sue specificità, hanno visto in città punti critici e di lotta mai visti prima. Strano a dirsi ma la vicenda di Punta Giglio e di tutto quanto ne è susseguito, è stato un fenomenale veicolo pubblicitario (negativo e positivo) per il Parco Regionale di Porto Conte che mai prima di allora era riuscito a far parlare tanto di se. Che mai prima di allora aveva mosso tante coscienze, compresi i pronunciamenti di intellettuali, giornalisti e uomini del mondo della scienza.
Il libro di Carlo Mannoni ripercorre tutta questa strada, si interroga, accusa, con un garbo e uno stile che gli sono stati riconosciuti persino nel pieno della bagarre, quando prese pubblicamente le difese del percorso a difesa della lotta intrapresa dai Comitati, uno su tutti, l Comitato Punta Giglio Libera. Fu la ribalta non voluta da donne dalla grande tempra, colte, impegnate, che hanno fatto della raccolta di procedure e analisi delle autorizzazioni, la fonte primaria delle discussioni e del dibattito. Il riferimento è a Maria Antonietta Alivesi, a Paola Correddu, a Elena Pittau.
La sala del Quarter questa sera era troppo piccola per contenere tutte le persone che si erano date appuntamento in occasione della presentazione del libro di Carlo Mannoni. C’era la parte più sensibile e impegnata della città, quella che sin dal primo momento si è schierata senza dubbio alcuno a difesa di un bene comune, destinato alla collettività.
Da contraltare a una presenza così massiccia di persone, molte costrette a stare in piedi, è stata l’assenza rumorosa della politica della città di Alghero. Nessuno presente, nessuno ha pensato di poter ascoltare le ragioni, anche postume, di una battaglia persa, ma che qualcosa pur dovrà insegnare a questa città. E le chiamate alla responsabilità degli organi decisori, sono echeggiate negli interventi di tutti quanti hanno dato il proprio contributo al dibattito. Ad onor di cronaca in sala era presente, a titolo meramente personale, da auditore, ma in questi casi si sa che i distinguo sono d’obbligo, un componente dell’attuale consiglio di amministrazione del Parco di Porto Conte. Luca Pais è stato per tutto il tempo ad ascoltare gli interventi di tutti. Ha conservato un aplomb quasi invidiabile, sebbene più volte sia stato chiamato in causa, lui componente di un Cda in carica da poco più di un mese.
La storia di Punta Giglio, la storia di una sconfitta, continua in questi giorni con l’opposizione di tanti, alla trasformazione dell’area Marina Protetta, della Baia delle Ninfe in un mega parcheggio di barche, come noto per un progetto di Campi boe che da Porto Conte, lambisce la costa a sud sino a spingersi nei pressi di Punta Negra – Vermell.
Ecco, tutto questo è stato rispolverato questa sera, ben oltre le ore 20:00, con la gente molto partecipe, perché la sala gremita è stata l’occasione per lanciare segnali inequivocabili a chi deve decidere il destino dei beni comuni, la condivisione e la compartecipazione all’attività decisoria non è una concessione, ma un diritto, è stato detto, citando persino il Presidente Mattarella.