Mercoledì 16 Ottobre, aggiornato alle 11:28

VIDEO – Inaugurata ad Alghero la mostra fotografica di Toto Porcu ” Sinnos”. Intervista all’Assessora Sanna e alla Professoressa Tanda

VIDEO – Inaugurata ad Alghero la mostra fotografica di Toto Porcu ” Sinnos”. Intervista all’Assessora Sanna e alla Professoressa  Tanda

Ieri inaugurata la Mostra fotografica Sinnos ad Alghero. che rimmarrà aperta sino al 20 Ottobre. Al taglio del nastro ieri erano presenti l’Assessora alla Cultura Raffaella Sanna, e la Professoressa Giuseppa Tanda,  con presentazione dell’evento curato nei minimi particolari, con gli ospiti posizionati all’esterno della Torre di Sulis, grazie all’intuito della RM Management che cura la parte espositivo e logistica.

Esposto un grande lavoro di Toto Porcu, avvocato con l’hobby della fotografia e molta curiosità per la vita,che  dopo aver regalato preziose mostre fotografiche e diversi riconoscimenti internazionali, presenta presso la Torre di Sulis di Alghero, una selezione  di sessanta scatti che rivelano la quotidianeità, l’arte, i riti delle genti prenuragiche.

La mostra nasce dalla selezione di migliaia di scatti, ed è sostenuta e incoraggiata dal professore emerito Ercole Contu che l’ha definita «monumentale e di eccezionale valore», tanto che sul tema: “Segni e significati dell’arte in Sardegna prima dei Nuraghi” se ne è parlato ieri,  15 Ottobre , nella sala Torre di Sulis ad Alghero. Contu è il signore dell’archeologia il mentore del quale l’avvocato Porcu ha seguito per anni le orme ripercorrendole e fermando le immagini su quanto Contu scopriva e scoprendo, casualmente, piccoli Sinnos sfuggiti all’occhio esperto, segni a volte rivelatori.
Una passione lontana, quella del penalista che ama la solitudine, i silenzi e le luci filtrate degli abissi così come quelli polverosi che si infilano nelle grotte che sanno di terra umida ed emozionano perchè
trasmettono ancora aliti di vita.
Il percorso è ambientato per domus de janas, dolmen e menhir scorrazzando per tutta la Sardegna, da Pimentel a Monte d’Accoddi e oggi Toto Porcu sente il bisogno di condividere, offrire ancora una volta soprattutto ai giovani un’occasione di riflessione soffermandosi sulle genti che hanno calpestato e rispettato la loro terra 6000-1800 anni A.C.

Una bella mostra fotografica, una offerta culturale che invita alla visitazione. E tutto assume ancor più valore, in considerazione del fatto che parliamo, per nostri beni preistorici,  di una candidatura Unesco per il patrimonio sardo, della qual cosa abbiamo parlato non solo con l’Assessora del Comune di Alghero Raffaela Sanna, ma persino con la Professoressa Giuseppa Tanda, una eminenza nello specifico, professore ordinario di Preistoria e Protostoria presso la Facoltà di Lettere e Filosofia e direttore del Centro Interdipartimentale per la Preistotia e Protostoria del Mediterraneo dell’Università di Cagliari. .

Nello scorso Gennaio presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale il Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO,  ha deliberato quale candidatura italiana alla Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO per il 2025 l’“Arte e architettura nella Preistoria della Sardegna. Le domus de janas”.

Il sito seriale comprende 26 complessi monumentali, realizzati tra il V e il III millennio a.C. e riferibili all’età compresa tra il Neolitico Medio e l’Età del Rame.

La candidatura si basa sui criteri ii, iii e vi della Convenzione per la Protezione del Patrimonio Culturale e Naturale del 1972. Per quanto riguarda il criterio ii, il Sito presenta diverse tipologie monumentali, che si inseriscono con esiti originali nei grandi fenomeni dell’ipogeismo e del megalitismo mediterraneo ed europeo, per i continui e reciproci scambi, determinati dall’approvvigionamento di materie prime, come l’ossidiana.

Le domus de janas, “case delle fate”, costituiscono la memoria storica della Sardegna per l’evocazione di eventi magici, presenti ancora oggi nella tradizione culturale dell’isola, la struttura e il patrimonio decorativo delle stesse riflettono il sistema di credenze delle comunità preistoriche, ottemperando al criterio vi della Convenzione. Le domus hanno affascinato Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura, e Max Leopold Wagner, padre della linguistica sarda.

L’ambizioso progetto del Centro Studi Identità e Memoria (CeSim/APS) e la Rete dei Comuni delle Domus de Janas che raccoglie 62 comuni della Sardegna, ha Alghero comune capofila, una leadership da mantenere e caldeggiare.


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