La notizia che la Torre di San Giacomo sarà destinata ad ambulatorio veterinario che servirà per cure, diagnosi per le tartarughe, che verranno ricoverate al fine poi di portarle a degenza, guarigione e liberazione, ha provocato molto interesse in città (LEGGI).
Ma capita in queste circostanze e qualcuno ci ha segnalato con dovizia di particolari, che questo progetto nel suo insieme non è una novità, anzi non averlo ricordato, è un neo su una progettualità che bisogna guardare con notevole interesse.
E per poter parlare di questo si deve fare un passo indietro addirittura al 2011 quando nella torre di San Giacomo si inaugurò il centro di accoglienza per cetacei e tartarughe marine, proprio curato dall’Area Marina Protetta a Capo Caccia Isola Piana. Tutto avvenne all’interno di un progetto europeo chiamato Gionha, che aveva consentito di allestire e attrezzare per il pronto soccorso proprio l’interno della torre di San Giacomo.
Una struttura ricordiamolo di proprietà dell’Amministrazione comunale che solo grazie alla sensibilità dell’allora Assessore Antonio Adamo, si riuscì a destinarla per una operazione che ebbe notevole riscontro non solo da parte dei cittadini residenti, scuole, ma anche dai turisti.
La struttura debitamente ristrutturata da parte dell’amministrazione fu assegnata All’area Marina Protetta la quale accese una convenzione fra corpi di vigilanza ambientale e soprattutto con i veterinari, perché fosse garantita la loro presenza specialistica all’interno di una struttura deputata al recupero di esemplari feriti e in difficoltà prima della loro remissione nell’ambiente naturale.
L’ambulatorio dell’Area Marina di Alghero doveva coprire le esigenze di un territorio che andava da Capo Caccia, a di Porto Ferro, a Villanova, sino ad arrivare a Bosa.
L’allora direttore Dell’Area Marina Protetta ricordiamo era Gianfranco Russino , vero motore dell’iniziativa, e proprio con lui al suo fianco si pose l’allora Sindaco Marco Tedde che incentivò e sposò in toto l’iniziativa.
Oggi se ne riparla, Gianfranco Russino ringrazia per esserci ricordati del suo lavoro, ma evidenzia con molta pacatezza e senza alcuna vena polemica che questo progetto merita attenzione, ma non è una novità assoluta.
Alghero già aveva una struttura deputata alla cura delle tartarughe, dei cetacei spiaggiati in genere, c’erano persino gli strumenti, la dotazione tecnica, vasche di contenimento e un sistema di filtraggio dell’acqua, ma finita stranamente nel dimenticatoio quando, lasciato l’incarico Gianfranco Russino, un Direttore da tutti ricordato per il suo lavoro, fu abbandonata persino la convenzione con i veterinari di allora Carcassi e Pintore, eccellenze nel settore sicuramente.
Oggi il progetto si rilancia, da parte della dirigenza regionale ieri ad Alghero nella persona della dottoressa Elisa Locci, ha manifestato notevole interesse, l’ambulatorio veterinario per le prime cure alle tartarughe, e come sede di ricovero, necessita sicuramente del dovuto sostegno, e la Torre di San Giacomo potrebbe tornare all’iniziale vocazione del 2011 quando la struttura venne visitata non solo da migliaia di persone ma persino da giovani universitari fra i quali ricordiamo quelli della Federico Secondo di Napoli. Un autentico Centro di Educazione Ambientale, a disposizione della collettività e dei giovani. Ecco da qui si parte, con rinnovato entusiasmo, ma ricordando il percorso storico di tutto, che dev’essere rispolverato, e persino gli attori principali, se si ricordano, diventano parte integrande della storia, con un unico filo conduttore