di Caspa
In una bella giornata come quella di sabato 13 aprile, con temperatura praticamente di inizio estate, tante persone sono andate in spiaggia, scegliendo a nord o a sud della città. Chi ha scelto la zona a sud verso Bosa e si è recato, tra le altre, alla spiaggia della Speranza o Poglina e goduto di un mare meraviglioso con una sabbia fine (pogliana cioè farina), mare azzurro e una rigogliosa e profumata macchia mediterranea alle spalle. Un luogo e un paesaggio d’incanto. Ma se si è alzato appena lo sguardo e lo si è rivolto al rigagnolo del rio Pogliana che sfocia in mare ci si è resi conto drammaticamente e, in maniera emblematica, di quanto accade in tutto il Mediterraneo: i fiumi vi sversano l’inquinamento da plastica.
La foce di questo rio Poglina, che nel periodo estivo si prosciuga quasi completamente, è ricolma di microplastiche e plastica. Le foto scattate documentano un copertone, flaconi di plastica e piccoli frammenti di plastica.
Abbiamo consultato i database della regione Sarda e appurato che vengono investiti soldi pubblici per effettuare periodicamente la pulizia della foce.
Eppure il Mar Mediterraneo, culla di civiltà e straordinario patrimonio ambientale, è oggi tra i mari più inquinati al mondo a causa della plastica.
La plastica rappresenta il 95% dei rifiuti in mare aperto, sui fondali e sulle spiagge del Mediterraneo e proviene principalmente da Turchia e Spagna, seguite da Italia, Egitto e Francia. L’Europa, il secondo maggiore produttore di plastica al mondo dopo la Cina, riversa in mare ogni anno tra le 150 e le 500 mila tonnellate di macroplastiche e tra le 70 e 130 mila tonnellate di microplastiche. Il suo principale serbatoio è proprio il Mediterraneo che rischia di trasformarsi in una vera e propria “trappola” che trattiene la plastica.
I grandi pezzi di plastica feriscono, strangolano e causano spesso la morte di animali, incluse specie protette e a rischio come le tartarughe marine, mammiferi e uccelli marini.
Ma sono le microplastiche, frammenti più piccoli e insidiosi, a raggiungere nel Mediterraneo concentrazioni record quasi 4 volte superiori a quelle registrate nella cosidetta “isola di plastica” del Pacifico settentrionale.
Entrando nella catena alimentare, questi frammenti minacciano un numero ancora maggiore di specie animali e mettono a rischio anche la salute umana.
Insomma la spiaggia della Speranza lunga quasi 400 metri e larga una decina, restituisce purtroppo anch’essa un tassello del quadro dell’inquinamento di plastica nel mare Nostrum.
Sono necessarie azioni severe contro l’inquinamento da plastica monouso e obiettivi vincolanti per migliorare la raccolta dei rifiuti, ridurre la produzione di plastica e incremento la raccolta e il riciclo ed eliminare totalmente la dispersione in natura.
Non si può non porre all’attenzione il tema dell’inquinamento da plastica, anche dalla spiaggia di Pogliana tra i comuni di Alghero e di Villanova Monteleone. Ma se oggi, giornata stupenda come ieri, si volesse andare in una spiaggia dalla parte opposta rispetto a quella di Poglina, cioè alla straordinaria spiaggia di Porto Ferro che cosa troverebbe? Ma questo proveremo a raccontarlo nella prossima puntata.