Giovedì 24 Ottobre, aggiornato alle 9:07

Riedizione della dorsale del Gas – Le Associazioni riunite in Sardegna Rinnovabile “sbalordite”

Riedizione della dorsale del Gas – Le Associazioni riunite in Sardegna Rinnovabile “sbalordite”

“IL COMUNICATO STAMPA DIFFUSO DAL MINISTERO DELL’AMBIENTE E DALLA REGIONE SARDA RIPROPONE LA RIEDIZIONE DI UN’ INUTILE DORSALE DEL GAS FORTEMENTE IMPATTANTE IN TOTALE CONTRADDIZIONE CON IL PROGETTO DI SVILUPPO DELLE RINNOVABILI ANNUNCIATO DALLO STESSO MINISTERO.

Le Associazioni riunite in Sardegna Rinnovabile sono rimaste sbalordite dal comunicato congiunto del Ministero dell’Ambiente e della Regione Sarda che, tra l’altro, non è stato neanche pubblicato nei rispettivi siti istituzionali. In sostanza si annuncia che:
• Non è stato sottoscritto alcun protocollo di intesa tra Ministero e regione;
• Non è stato neanche predisposta una bozza di decreto;
• La decarbonizzazione sarà attuata attraverso la realizzazione della dorsale del metano, quale infrastruttura strategica per la Sardegna;
• La Dorsale partirà da Porto Torres fino a Cagliari e deviazione a Portovesme;
• A Porto Torres dovrebbe essere posizionato un rigassificatore più importante rispetto a quello progettato allo stato attuale;
• Si prevedono anche delle diramazioni verso Nuoro e Le zone interne;
• Si dovrà sviluppare un esame tecnico con ARERA;
• La tariffa per il metano in tutte le aree servite sarà equiparata al resto dell’Italia.
Infine, unica nota condivisibile, si annuncia che saranno effettuate le necessarie bonifiche nelle aree industriali inquinate.
Per le Associazioni riunite in Sardegna Rinnovabile è grave che il comunicato non faccia alcun riferimento allo sviluppo di progetti delle rinnovabili. In sostanza nel comunicato stampa si propone
un ritorno al passato di venti anni. Per questi motivi le associazioni riunite in Sardegna Rinnovabile respingono con forza quanto affermato nel comunicato stampa e sono viceversa convinte che gli obiettivi posti dal Green Deal europeo e dal PNRR resi indifferibili dal cambiamento climatico in atto, richiedono che la decarbonizzazione e la transizione energetica debbano realizzarsi nel corso dei
prossimi anni ad un ritmo sempre più accelerato. La prospettiva della decarbonizzazione impone un programma impegnativo e innovativo che deve abbandonare le scelte energetiche del passato e, più in generale, il modello di sviluppo basato sulle fonti fossili di produzione di energia. L’obiettivo prioritario deve essere quello di chiudere in pochi anni le centrali termoelettriche a carbone e da
derivati del petrolio; pertanto risulta inaccettabile, tra l’altro, potenziare il rigassificatore già previsto a Porto Torres. Il progetto di metanizzazione proposto nel 2015, con il Patto per la Sardegna, è fallito perché era già allora antistorico. Infatti all’isola sono sufficienti i 5 – modesti e temporanei terminali GNL in progetto e in esercizio per attuare la transizione verso le rinnovabili. Oggi sono in esercizio, in via di realizzazione o progettati i terminali Snam di Porto Torres (25 mila mc); Oristano IVI (10 mila mc); Oristano Edison (20 mila mc); Oristano Higas (9 mila mc) già in esercizio; Cagliari rigassificatore porto canale ISGAS (22 mila mc) per complessivi 86 mila mc.
Le Associazioni riunite in Sardegna Rinnovabile ritengono che la mancata metanizzazione deve essere interpretata come la vera opportunità per attuare le scelte energetiche necessarie per una giustizia climatica per le future generazioni grazie allo sviluppo delle FER (fonti energetiche
rinnovabili).
A fronte di questa prospettiva necessaria per combattere il cambiamento climatico, la Sardegna è straordinariamente ricca delle risorse naturali che sono già oggi centrali e ancor più lo saranno negli anni a venire: il sole, il vento e il paesaggio. La Sardegna deve essere pronta a mettere sul tavolo proposte forti e convincenti e una programmazione ambiziosa e orientata alla transizione energetica
e alla rivoluzione digitale quali motori di sviluppo e punti cardine della lotta al cambiamento climatico, secondo le linee prioritarie indicate dalla UE. In assenza di tali politiche si rimarrebbe penalizzati in una dimensione distonica che vedrebbe acuirsi inesorabilmente la crisi socio- economica, ambientale e la debolezza del tessuto produttivo della Regione con il conseguente spopolamento. La Sardegna si trova nelle condizioni ideali per diventare la prima Isola Verde, libera da fonti fossili, e luogo nel quale si sperimentano e definiscono le buone pratiche dell’Agenda 2030 e del Green Deal.
Le Associazioni riunite in Sardegna Rinnovabile chiedono che si garantisca l’obiettivo energetico da FER (fonti energetiche rinnovabili) in modo inscindibile dalla tutela del territorio, del paesaggio, dell’ecosistema con il coinvolgimento e protagonismo delle comunità locali prime conoscitrici del proprio territorio; si supportino gli enti e le comunità locali, sostenendoli e accompagnandoli nel confronto con grandi e piccoli portatori di interessi settoriali, rispetto ai quali le comunità stesse rischiano continuamente di trovarsi disarmate. Le Associazioni riunite in Sardegna Rinnovabile assegnano un ruolo essenziale al “co-interessamento”, ovvero il coinvolgimento delle comunità locali sin dalle prime fasi di sviluppo dei progetti degli impianti, in modo da tener conto della conoscenza del territorio, delle sensibilità locali, del contesto ambientale, paesaggistico e socio-economico che solo chi vive sul territorio può avere. La definizione dei progetti deve avvenire attraverso l’effettiva partecipazione, garantendo che i vantaggi siano diffusi e non limitati a singoli soggetti. Le Associazioni riunite in Sardegna Rinnovabile ribadiscono che Sole, Vento e Paesaggio sono beni comuni che non devono avere padroni in quanto appartengono a tutta l’umanità e alle future generazioni, e quindi la loro gestione non può essere trattata in autonomia da investitori privati e proprietari di terreni escludendo le amministrazioni comunali e l’insieme delle comunità locali che invece devono essere protagoniste in una visione di futuro condiviso. In linea generale, i progetti delle FER (fonti energetiche rinnovabili) devono proporsi di mitigare in misura notevole gli impatti sull’ambiente, oltre all’essenziale co-interessamento, per promuovere il coinvolgimento delle popolazioni. Infine il processo di individuazione delle aree idonee deve essere l’occasione per disegnare i futuri paesaggi dell’energia avvalendosi degli strumenti della pianificazione territoriale che comprendano sia il protagonismo pieno delle comunità locali sia il massimo rispetto dell’ambiente” chiude la nota a firma di  Vincenzo Tiana  Responsabile energia Legambiente Sardegna e  Carmelo Spada Responsabile energia WWF Sardegna

Cagliari, 16 novembre 2023

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