“Abbiamo deciso di revisionare il protocollo d’intesa dei Parchi, perchè aveva necessità di essere adeguato ai tempi, e alle nuove esigenze delle aree protette della Sardegna, che lo avevano manifestato nel corso di recenti interlocuzioni” (GUARDA ). Sono le parole dell’Assessore Regionale all’Ambiente Marco Porcu, a noi rilasciata a margine dell’evento, ieri pomeriggio a Casa Gioiosa sede del Parco Regionale di Porto Conte (LEGGI).
Prosegue l’Assessore : “Abbiamo scelto Alghero perché si doveva procedere anche con la liberazione di una tartaruga Caretta Caretta, trovata in gravi situazioni di salute, curata dal centro CRAMA del Parco Nazionale dell’Asinara, e oggi restituita al suo habitat naturale. Quindi si sono messi insieme due momenti particolarmente importanti (GUARDA) – ha affermato – nelle dichiarazione che di seguito vi proponiamo.
Si è colta l’occasione, di avere al cospetto l’assessore regionale all’ ambiente, per chiedere la sua posizione sul tema che da settimane catalizza l’attenzione degli ambientalisti algheresi, di cattedratici sassaresi dell’Università, degli Ornitologi, poi di tutte le associazioni Ambientaliste, ovvero LIPU, Italia Nostra, Gruppo di Intervento Giuridico, Legambiente, e WWF, quest’ultimo capace persino di offrire alla Direzione del Parco una via d’uscita proponendo di sigillare allo stato attuale la zona attualmente B di Punta Giglio e trasformarla definitivamente in zona “A” di tutela assoluta. L’assessore Porcu ha risposto: “Aldilà della questione del dibattito accademico, tra far l’intervento o meno, chi ha portato avanti l’iniziativa sull’intervento, ha prodotto studi che evidentemente anche gli uffici preposti hanno ritenuto assolutamente sufficienti a garantire tutti quelli che sono gli equilibri e gli obiettivi per quella zona. Quindi da un lato la tutela, con il rischio che era ben presente con l’intervento, che era necessariamente da svolgere, contemperato con tutte quelle che sono le attività naturalistiche presenti, da tutelare, su di quell’area. I procedimenti amministrativi valutano in modo assolutamente puntuale quelle che sono tutte le caratteristiche e le esigenze di un territorio e in questo caso evidentemente, il Parco di Porto Conte, con tutti gli altri organi preposti al controllo per la tutela ambientale, hanno raggiunto come fine ultimo, quello di svolgere l’attività e di poter portare avanti progetti che si sono prefissati. E
E’ bello che la scienza dibatta, su tutti gli argomenti, ma va trovato un equilibrio. Oggi capisco che la situazione possa creare un certo dibattito, ma nessuno su quell’intervento ha l’idea di distruggere l’ambiente, è un momento di tutela di un’area particolarmente importante, che aveva dei rischi. Evidentemente nel contemperare tutti rischi che si sono presentati, ha prevalso l’idea di dover svolgere quell’intervento. Nessuno avrà l’obiettivo di distruggere o di intaccare la biodiversità che è presente in quel territorio, perché sono state adottate tutte le prescrizioni del caso da parte degli uffici preposti, affinché possa essere mantenuto l’equilibrio naturale presente“.