Abbiamo trovato Giovanni Chessa e Sergio Zidda proprio davanti al vecchio cineteatro di Fertilia. Il Presidente dell’Associazione Cabirol oggi anche regista, ha chiesto a Sergio Zidda, il poliedrico Artista Algherese, che risiede a Fertilia, la realizzazione della scenografia del nuovo lavoro, Lo rei bo di Pino Piras, che andrà in scena il 3, 4 e 5 Maggio prossimo nel Teatro Gavì Ballero di Alghero. E’ la “prima” di una lavoro che mai prima d’ora era stato portato in scena, terminato nel 1985, ma mai portato in teatro. Un lavoro impegnativo che vede la partecipazione di una quindicina di artisti algheresi, musicisti compresi, che da tempo provano il copione che è uno spaccato di vita locale, attuale ancora oggi.
Sergio Zidda è lo stesso artista che nel 1977 disegnò la scenografia della Commedia PaÍs de alegries. Il telone, riesumato è stato oggi modificato nel retro per la nuova scenografia del Rei Bo.
Sergio Zidda, per chi non lo sapesse è persino colui che ha realizzato la copertina del disco di Pino Piras Cancons del Raganall. La commedia in algherese gode del patrocino della Fondazione Alghero. E proprio in algherese abbiamo chiesto al Regista Giovanni Chessa di parlarci della nuova fatica.
“Questo è un lavoro completo che ha fatto Pino Piras verso la fine della sua carriera, lavoro finito nel 1985- E’ l’opera che molti sapevano essere in lavorazione, lui stesso la aveva già provata con una compagnia, qualcuno dei quali è ancora con noi come Pietro e Alberto. E’ un lavoro che nasce nel pieno della sua maturazione artistica e culturale, perché nel corso della sua vita Pino Piras ha studiato parecchio. Nonostante sia un autodidatta ha studiato teatro, ha studiato la tradizione popolare, ha studiato il folk e quindi lui aveva questo fondamento, un po’ cantautorale e questa è una sintesi del suo pensiero. C’è sempre il rapporto tra il potere e il popolo, il rapporto tra chi governa chi viene sfruttato. Tratta problematiche ancora oggi attuali. Pino Piras – spiega Giovanni Chessa – parla del popolo che non ha casa, che non ha un lavoro, che non ha servizi. Lui dà voce agli ultimi, dà voce ai poveri, dà voce ai dimenticati, dà voce al popolo che ingiustamente veniva definito volgare, perché si esprimeva come si esprime tutti i giorni a casa, e incarna quello che è lo spirito popolare dell’Algherese. Tratta periodi storici di grande tensione sociale. Si pensi che questa commedia si apre con il popolo che dorme in Piazza Porta Terra occupata dai senza tetto. E’ cosa realmente accaduta nei primi anni ’80, persone senzatetto che sono andate a finire un po’ nell’Ospedale vecchio e un po’ in case di fortuna, ed era quella parte di popolazione alla quale lui si rivolgeva, che voleva difendere dai soprusi della politica” – conclude il Presidente dell’Associazione Cabirol oggi nella veste di regista.
Inutile dire che c’è molta attesa e tanta curiosità per vedere in teatro questa “prima” assoluta, una responsabilità di sicuro, ma una scommessa e molto di più che l’Associazione è sicura di vincere, e per questo le prove nei locali dell’ex Seminario in Via Sassari, in questi giorni continueranno e proseguiranno con impegno.