Ritorna di strettissima attualità la gara d’appalto per la installazione a Capo Caccia di un rilevatore della radioattività nell’aria (LEGGI), una a gara, del valore di circa 1,5 milioni di euro, che prevede la fornitura e l’installazione su parte del territorio nazionale di due centraline utili a rafforzare la rete REMRAD, la rete di monitoraggio automatico della radioattività ambientale per il pronto allarme. Oggi c’è la presa di posizione pubblica, con ampio spazio sui quotidiani sardi di Maurizio Penice, direttore dell’ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radio protezione.
Come noto l’ente Parco per mano del suo Direttore Mariano Mariani (LEGGI), aveva chiesto la sospensione del bando da 1,5 milioni di euro ( esattamente 1,525), dove si prevede la realizzazione e installazione nel Teleposto dell’Aeronautica Militare a Capocaccia, di una stazione di monitoraggio, niente più che il posizionamento di una stazione in sostituzione dell’attuale, vecchia e sorpassata di circa 6 m2 nella piazzola dove già è ubicata quella esistente (vedi foto).
L’intervento sostiene Maurizio Penice “consiste nel posizionamento di una stazione di monitoraggio delle dimensioni di 6 m quadri la dove attualmente è ubicata, da circa 25 anni, una vecchia stazione di monitoraggio con il medesimo ingombro. Sotto il profilo funzionale la stazione non fa altro che analizzare automaticamente il particolato atmosferico per rilevare tempestivamente la eventuale presenza di tracce di radioattività ed adottare le misure di prevenzione, protezione , che dovessero risultare necessarie secondo le previsioni del Piano Nazionale di Protezione civile a tutela della popolazione e dello stesso ambiente. Per il direttore dell’Isin lo stupore nel “vedere distorte da organi pubblici iniziative programmate per garantire la vigilanza sulla sicurezza nucleare la radio protezione a tutela della popolazione e dell’ambiente . E tutto sarà oggetto di valutazione nell’ambito dei procedimenti di verifica previsti per la legge e richiamati dal Direttore del Parco, senza che ciò implichi in alcun modo la sospensione dell’appalto impropriamente richiesta dal direttore, e si sottolinea che sulla base delle previsioni del bando, la stazione di monitoraggio potrà essere prioritariamente installata in altri siti i cui territori hanno diritto ad essere protetti da rischi Radiologici, un diritto che hanno anche gli abitanti della Sardegna”.
Non c’è altro da aggiungere, non certamente una grande figura anzi sia come l’impressione che complessivamente sia stata esposta la nostra collettività, per dirla come il consigliere comunale del PD Mimmo Pirisi, allo screditamento. Pirisi aveva portato all’attenzione della politica locale e delle stampa, criticandola, la presa di posizione del Direttore del Parco affermando testualmente: “Ci chiediamo se è stato valutato da chi guida il parco che, tale opera rientra nelle priorità Nazionali e Comunitarie e che c’è una ragione di stato e una salvaguardia della salute dei cittadini comunitari a cui neanche il Parco può far finta di niente o scavalcare. Ci si chiede, se l’amministrazione comunale, con il sindaco in testa, si sia reso conto che questo diniego espone il parco, Alghero e la sua amministrazione all’isolamento nazionale e allo screditamento del nostro territorio con motivazioni che hanno poco di legittimo e molto folcloristico”. In conseguenza di queste dichiarazioni fu attaccato persino dal Gruppo Consiliare dell’Udc. E oggi, alla luce delle dichiarazioni del Direttore dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e l radioprotezione, cosa si dirà?