Le prime Linee guida per la redazione del Piano del Parco risalgono al 2009, sono state modificate più volte e tenute nel cassetto, nell’Ottobre scorso le nuove linee guida sono state votate dall’Assemblea del Parco (LEGGI) e su tutto l’iter è stata impressa una accellerata. Oggi a Santa Maria La Palma riunione molto partecipata alla presenza di portatori d’interesse, soprattutto imprenditori agricoli. Il primo incontro pubblico dove si è toccato con mano il polso della situazione, dove di fatto ci si è immersi al cuore del problema, affrontando il problema dei, ovvero l’area di connessione del Parco.
Nell’ambito della condivisione proclamata, ieri nella sala conferenze della Cantina simbolo della bonifica, c’erano gli Assessori all’Urbanistica Emiliano Piras, quello ai Lavori Pubblici Antonello Peru, Il Direttore del Parco Mariano Mariani, il Presidente della Cantina di Santa Maria La Palma Mario Peretto, e il motore di questa riunione Tiziana Lai, che è riuscita a portare in assemblea davvero tante persone. In sala presente la Consigliera Comunale Maria Antonietta Alivesi e Tony Torre, biologo e studioso gran conoscitore delle tematiche da trattare.
E ancora sul tavolo il grande tema che riguarda il Parco: è una ricchezza e una grande opportunità da sfruttare o è una limitazione e un danno per chi ha le terre contigue, da arginare nella sua espansione ?
Ieri un incontro interlocutorio, per comprendere meglio quali fossero le intenzioni da parte di chi si oppone , capire da subito, se ampliare il Parco e i suoi confini, oppure limitarne la presenza e contenere le restrizioni. “Il Parco tende a coniugare la tutela ambientale con lo sviluppo e la crescita sociale ed economica del territorio, città e agro”- ha ribadito più volte il Direttore Mariano Mariani. Ma dalla platea il “freno a mano” tirato non si mollava, attesa nell’ascoltare, e i dubbi che si mantenevano.
Ma come i ragionamenti si sono allargati, per cominciare a parlare delle problematiche comprese nelle zone in fase di delimitazione, dalla sala i distinguo non sono mancati. Se l’area “verde” del Parco e le sue quattro zonizzazioni si capisce, un po meno si è disposti a cedere, alla cieca, sull’area contigua. L’area contigua che potrebbe corrispondere con l’Area della Bonifica, tesi sostenuta da Mariano Mariani, ha sollevato molti dubbi: ma siamo qui per pararne” ha ribadito più volte. E il ruolo di cucitura, fra una platea riottosa, e la Direzione del Parco, se lo è accollato il Presidente della Cantina Mario Peretto, che insieme a Tiziana Lai hanno tenuto in piedi il filo del discorso teso a trovare punti d’accordo e di condivisione
E’ noto che nell’area contigua del Parco ( che ora non c’è) si deve prestare attenzione a questioni di sostenibilità ambientale, e il Regolamento, che il Parco predisporrà, potrà contenere norme che contemplano sia restrizioni che premialità. Ma le premialità si accettano senza discutere, ma le condizioni da taluni sono viste come una iettatura, una intrusione bella e buona nell’attività di azienda . E qui è la questio. Una mezza impasse.
Mariano Mariani tenta di spiegare che preservare l’area “verde” del Parco implica qualche sacrificio nelle zone contigue e per chi aderirà, che i guadagni per tutti e per le future generazioni sono garantiti.
Ma dalla sala emerge la volontà di sapere, conoscere quali saranno le reali restrizioni, elaborando una proposta di regolamento da proporre per dibattere e procedere, in maniera condivisa senza imposizioni.
Il Piano del Parco non può escludere e ragionare anche sulle regole del Piano Contiguo, ma le linee guida, chieste e pretese a priori sono diventate una esigenza.
Insomma per rafforzare gli indirizzi di tutela ambientale, l’area connessione diventa centrale e nevralgica nella discussione. E ieri si è avuta la conferma che le istanze della base sono state recepite, una mezza vittoria dell’Assemblea, l’aver ottenuto l’ammissione che l’area contigua va regolamentata con norme specifiche sulla tutela ambientale.
E chi ha vinto? Ha vinto il buon senso e la consapevolezza che se si è scelto il terreno della condivisione, si deve accettare persino che non si deve correre, perché meglio una sosta oggi che fare il “gambero” domani