La popolazione di Alghero sino alla deflagrazione del secondo conflitto mondiale era per la maggior parte concentrata nel centro storico, quello riconosciuto e ben identificabile da tutti, assai diverso da quello odierno “vivo” per la presenza di negozi di souvenirs, di abbigliamento, ma scarsamente popolato.
La restante parte era distribuita in maniera “sparsa” nelle immediate vicinanze in campagne, zona Valverde, Punta Moro, Carrabuffas, Fangall e nei centri di bonifica della Nurra. Dopo la guerra, con la ricostruzione e con l’ aumento demografico dovuto in massima parte all’immigrazione dai paesi vicini come Villanova Monteleone, Ittiri, Thiesi, Olmedo, iniziò l’espansione della città, che rispose in maniera massiccia alla richiesta esterna di case di civile abitazione. Si costruì negli anni ’50 il rione di S. Agostino, costituito principalmente da case economiche e popolari e nel successivo decennio si edificò a nord della città nel rione della Pietraia un grande aggregato urbano costruito senza grandi infrastrutture di servizio, assomigliante a un mega quartiere dormitorio che purtroppo ne ha condizionato lo sviluppo e l’integrazione con la città, propria a causa del suo disordine urbano, ma ancora oggi è uno dei quartieri più popolati. Negli anni ’70 la città si sviluppò nel rione della Pivarada, e nella zona del Lido, per dare risposte tangibili alle “richieste” di mercato. In questo periodo storico assistiamo ad un aumento del carico antropico soprattutto nel lungo mare e verso le spiagge.
Negli ultimi anni si assiste invece a un progressivo “spopolamento” della città di Alghero, con una conseguente migrazione nei paesi limitrofi dovuto principalmente alla differenza dei prezzi degli immobili, derivante dalla concorrenza che vi è tra turisti, studenti, famiglie più svantaggiate economicamente e giovani. In realtà non si parla di spopolamento ma di “sostituzione” di abitanti; i residenti meno abbienti vengono sostituiti da popolazioni più ricche, siano esse di turisti o nuovi residenti. Il prezzo delle case aumenta perché mediamente i turisti hanno più disponibilità economica rispetto ai giovani e famiglie e dunque il mercato si adegua e mantiene i prezzi elevati.
Ne consegue una migrazione della popolazione verso i comuni limitrofi e in aree lontane dal centro dovuto al fenomeno della gentrificazione.
L’economia della città è basata sull’edilizia e principalmente sul settore turistico, intensissimo per tre-quattro mesi (principalmente nel periodo estivo), che potrebbe essere più consolidato e forse gestito più razionalmente se ad Alghero non ci fosse la piaga dell’affitto delle case a prezzi esorbitanti.
Analizzando il “Settimo Rapporto sul turismo ad Alghero ed in provincia di Sassari” ci si rende conto di come il numero di seconde case nel 2010 sia maggiore delle abitazioni principali. Pertanto questo comporta uno spopolamento dell’area nel periodo invernale, con conseguenti problemi per l’intera città.
La maggior parte degli immobili viene progettata e indirizzata a un mercato turistico piuttosto che residenziale. Il censimento del 2001 registrava 23.632 abitazioni ad Alghero, nell’arco di nove anni vi e stato un aumento di circa 3000 abitazioni.
Altro settore trainante è quello terziario, l’agricoltura , il settore vitivinicolo, con lapresenza in città di due grandi realtà conosciute a livello mondiale La “Sella & Mosca” e le “Cantina Sociale di Santa Maria La Palma”. Fiorente è anche l’olivicoltura e la pesca, mentre l’attività artigianale a le piccole industrie sono in crisi quasi perenne a causa di uno scarso sostegno ed incentivazione.