CAGLIARI – Il 16 novembre alle ore 20:30 andrà in scena al Teatro del Segno di Cagliari Il grande spettacolo della fine del mondo, una produzione Theatre en vol vincitrice del premio serbo per il miglior spettacolo teatrale al Nišville Jazz Theater Festival 2024.
Ispirato dal mito greco della dea Cerere e al ratto di sua figlia Proserpina da parte del dio degli inferi Plutone, Il Grande Spettacolo della Fine del Mondo raffigura una lotta tra vita e morte, tra catastrofe e sogni, incarnata dal conflitto tra due popoli: il Popolo della Primavera e il Popolo degli Inferi. Il loro scontro diventa una metafora spiazzante della crisi climatica che stiamo vivendo in prima persona.
Il tema del cambiamento climatico trattato in chiave tragicomica, ironica e grottesca, attraverso azioni teatrali, coreografiche, musicali e installative, in bilico sul confine tra la dimensione poetica e il vivere quotidiano dei cittadini, regalando particolare attenzione alla tante sfumature del genere umano.
L’inquinamento e lo sfruttamento smisurato delle risorse naturali del nostro pianeta hanno dato vita a un annoso dibattito animato da indifferenza, suggestioni apocalittiche e protocolli non rispettati, generando negli ultimi anni un conflitto generazionale tra la classe dirigente e i più giovani. Il teatro, più di qualsiasi altro strumento, attraverso la sua forza evocativa e trasformativa, è capace di generare punti di vista nuovi e più vicini alle sensibilità e ai linguaggi giovanili.
L’appuntamento del 16 novembre si incastona nella programmazione “Teatro senza quartiere” 2024/2025 con la direzione artistica di Stefano Ledda, nell’ambito del progetto pluriennale “Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro” 2017-2026 – con patrocinio e sostegno della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Cagliari, e con il contributo della Fondazione di Sardegna. L’iniziativa contribuisce a diffondere la cultura teatrale e a trasformare il teatro in uno strumento di inclusione, dando vita a un’esperienza culturale che unisce e arricchisce la comunità.
“Oggi più che mai è necessario ricollegare l’idea stessa del nostro rapporto con la “madre terra” ad archetipi antichi, a immaginari dormienti dentro le nostre coscienze, affinché germoglino (soprattutto nei giovani) nuovi e più potenti principi di relazione con il territorio che abitiamo e con il contesto sociale in cui viviamo. – dice Michèle Kramers, attrice e fondatrice della compagnia insieme a Puccio Savioli – Guardando alla mitologia greca, Il Grande Spettacolo della Fine del Mondo è un canto alla necessità di agire per diventare protagonisti di un cambiamento necessario”.
Il Grande Spettacolo della Fine del Mondo, in una forma insolitamente sontuosa e magica, dà una risposta affascinante sullo stato del nostro pianeta, che sembra destinato al collasso a causa dell’eccessivo materialismo e dell’avidità umana. È uno spettacolo che nasce dalla tradizione, dalla mitologia e dal folklore, ma che allo stesso tempo è capace di guardare in modo sorprendente al nostro tempo, un’epoca alla costante ricerca della popolarità istantanea. (Giuria internazionale premio Nišville Jazz Theater Festival 2024)