Quando al 13º minuto del secondo tempo il Taloro Gavoi passa in vantaggio a Maria Pia, si prende coscienza che il pomeriggio per la squadra in casacca giallo rossa è di quelli da segnare con il bollino nero. Una ripartenza micidiale da parte del Taloro che esalta le doti tecniche e la rapidità del proprio numero 10, Pusceddu, che dopo una percussione verticale, non lascio scampo al portiere di casa Gobbi che tenta di opporsi vanamente alla finalizzazione di Fadda.
Per l’Alghero è una mazzata, il pomeriggio diventa una sofferenza non solo per i tifosi in tribuna, ma soprattutto per i giocatori in campo. L’Alghero non riesce a divincolarsi dalla ragnatela messa in campo dal Taloro Gavoi, non trova le giocate risolutive, non riesce a dare continuità alla propria azione e soprattutto non riesce a tirare in porta. Il tabellino non ne annota alcuno.
Il Taloro capitalizza l’unica occasione costruita, ma nell’economia complessiva della gara, ha meritato sul campo il risultato.
L’Alghero, nonostante i tentativi da parte del tecnico Giandon di aggiustare in corsa lo schieramento, sacrificando persino la mente di questa squadra Stefano Mereu, a vantaggio di una profondità ricercata, doveva avere nel palleggio e nella velocità una soluzione.
Non c’è stato cambio di passo, la partita era segnata.
A fine gara tensione nello spogliatoio giallo rosso, e il tecnico Gian Marco Giandon si presenta alle interviste di rito, prendendosi tutte le colpe di quanto avvenuto. Un po’ un far scudo verso i giocatori che vuol proteggere in questo momento particolare, dove, non è una scusante di poco conto, sono emersi inequivocabili i limiti di una rosa che non consente grandi manovre tattiche; gli assenti per infortunio pesano, e tre partite in sette giorni, se non sulle gambe, sicuramente in testa hanno lasciato il segno.
Ora non rimane che archiviare questo brutto passo falso fra le mura amiche e guardare al futuro puntando sul lavoro e sullo spirito di squadra dello spogliatoio.
Ma, è bene che si sappia, l’Alghero, forse, aveva abituato male la sua tifoseria.
Una squadra che per due anni ha macinato risultati e avversari, si trova oggi a competere in un campionato difficilissimo, dove l’esperienza e la tecnica sono fattori che molto spesso fanno la differenza in campo.
Le partite sino ad oggi osservate hanno sempre viaggiato, per lunghi tratti, in equilibrio, a dimostrazione che ognuno ha la propria personalità da far valere, con giocatori di categoria, e soprattutto c’è la mentalità di non mollare mai.
Sono gli episodi che fanno la differenza, determinando vittorie o sconfitte. Ieri l’Alghero vista all’opera era troppo brutta per essere vera, una involuzione avvenuta appena quattro giorni dopo aver sfoderato una grande prestazione contro l’Ossese. L’Eccellenza si dimostra essere un campionato ostico e insidioso, siamo solo all’inizio di una lunga stagione, e dopo sette giornate le sorprese non mancano.
E se le battistrada Budoni e Monastir mandano segnali inequivocabili, le altre formazioni, ad esclusione del Tempio che segue a due lunghezze dalle capolista, sono vicine, separate da sole due lunghezze in classifica, che certificano molto equilibrio. Certo è che mister Giandon deve trovare correttivi a una difesa che dopo sette gare ha subito nove reti, e a un attacco che punge poco, avendo realizzato solo otto reti, cinque delle quali messe a segno non dalle punte ma da altri giocatori, dove Luca Scognamillo, guida la classifica marcatori della squadra con tre reti realizzate.
Prossimo turno per i giallorossi a Tempio, dove i galletti di Mauro Giorico si troveranno una squadra chiamata a sfoderare una prestazione che spazzi ogni dubbio, comprese le nuvole che ieri pomeriggio si sono viste a Maria Pia.