Venerdì 1 Novembre, aggiornato alle 21:33

Lo Sporting Alghero perde contro il Deportivo Baddelonga per 3 a 1, ma la società si rammarica per l’atteggiamento arbitrale

Lo Sporting Alghero perde contro il Deportivo  Baddelonga per 3 a 1, ma la società si rammarica per l’atteggiamento arbitrale

di Emmelle

Lo Sporting Alghero solleva alcune questioni riguardanti la partita che ha portato a tre cartellini rossi: si parla di ingiustizie, dietrologie e possibili intrecci con partite precedenti. Ma cosa si cela davvero dietro a queste decisioni? E come garantire un equo trattamento alle società che si adoperano con sacrificio nel calcio di terza categoria, senza incorrere in misure punitive estreme?

L’interrogativo principale riguarda la tutela della dignità sportiva e dei valori di lealtà e correttezza tra le squadre. Inoltre, si pone l’importante questione se sia più vantaggioso giocare nel Campionato di terza categoria della FIGC o in altre federazioni sportive che offrono un livello qualitativo e prospettive maggiori a fronte del costo.

A capire la verità della questione sarà necessario analizzare tre passaggi chiave:

1.      Tre cartellini rossi per una partita mai disputata (considerando lo spirito combattivo in campo delle due squadre);

2.     Le parole dell’arbitro, che fa riferimento alla partita di Tottubella;

3.     La difesa e promozione dei valori sportivi e del divertimento di tifosi e giocatori.

L’arbitro, elemento fondamentale nella garanzia dell’equità e della competitività, deve rappresentare lo strumento in grado di salvaguardare l’integrità del gioco e la lealtà competitiva tra le due squadre.

In una sfida dove i singoli eventi e le scelte fatte fanno la differenza, l’equità arbitrale è un aspetto di fondamentale importanza: diventa quindi imperativo garantire un arbitraggio imparziale e responsabile. L’arbitro è la figura centrale dell’equilibrio competitivo, le cui decisioni rapide e inappellabili determinano il destino delle squadre e dei singoli giocatori. La sua autorità in campo è sacra e indiscutibile, poiché egli si fa garante della giustizia nella partita e della parità di opportunità per entrambe le squadre. Il suo ruolo fondamentale preserva la magia del gioco e mantiene vivo lo spirito della competizione. Infatti, le decisioni arbitrali possono spostare gli equilibri di una partita e le evidenti ingiustizie alimentano la frustrazione di giocatori e tifosi.

Scelta del designatore arbitrale e la sua responsabilità sono elementi cruciali per garantire un’equità imparziale. Tuttavia, troppo spesso questa responsabilità risulta sottovalutata nelle categorie minori. È necessario adoperarsi, quindi, per garantire un’opera arbitrale professionale e seria in ogni livello del gioco perché solo così potremo salvaguardare l’integrità del calcio.

Nella sfida del 6 aprile tra Deportivo Baddelonga e Sporting Alghero, disputata a Sassari con un’attitudine agonistica alquanto mitigata, simile ad una partita amichevole, l’arbitro ha fatto la differenza con le sue decisioni, generando un evidente sbilanciamento fra le due squadre. Sebbene il campionato sia di terza categoria, non lo è la dignità delle persone che si vestono da calciatori per 90 minuti per divertirsi e non può essere calpestata così spudoratamente tramite tre cartellini rossi diretti, emessi senza alcuna motivazione plausibile, a meno che non si tratti del famoso atteggiamento di “Io so io e tu non sei un puntini e puntini” del Marchese del Grillo.

Detto ciò, e assieme ad accettare sportivamente gli errori di arbitraggio tanto quanto gli errori dei giocatori sul campo, poiché l’arbitro stesso è un atleta che gioca la sua partita e potrebbe avere una giornata negativa, gli elementi che potrebbero essersi amalgamati per determinare l’accaduto sono soltanto la mancanza di esperienza, la giovane età, e scarsa comprensione dell’etica sportiva. Tuttavia, in ogni caso, ciò non trova giustificazione nel mancato controllo esercitato da chi designa e guida il comportamento degli arbitri.

La situazione peggiore riguardante gli ultimi eventi è costituita dai tre cartellini rossi concessi quasi contemporaneamente, i quali potrebbero far intendere a chi non era presente sul campo che lo Sporting Alghero avesse tenuto una partita violenta e che i suoi giocatori fossero dediti alla brutalità. Tuttavia, ciò non è affatto vero e lo Sporting Alghero non accetta tale etichetta infamante.
Le decisioni prese, in seguito alle parole dell’arbitro pronunciate durante l’estrazione del cartellino rosso quando affermò “questo è per la partita di Tottubella“, non verranno mai riportate nel referto arbitrale. Si tratta di un gesto malvagio, caratterizzato da presunta vendetta, ingiusto e sprovvisto di senso in relazione a fatti riguardanti altre gare passate che hanno visto lo stesso arbitro danneggiare sempre lo Sporting Alghero.

Resta da capire se vi sia dell’altro dietro a questa situazione.

È importante sottolineare che la FIGC non può rimanere indifferente di fronte a ingiustizie di questo tipo e che è suo preciso dovere preservare l’integrità sportiva agendo di conseguenza. Nelle categorie amatoriali, dove la pratica del calcio richiede anche dei sacrifici economici, se la tutela non è garantita, si dovrà necessariamente considerare di cercare il divertimento altrove. In questo senso, solo un atteggiamento professionale sarà in grado di garantire un equilibrio equo e giusto.


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