Sabato 27 Luglio, aggiornato alle 19:58

Renato Soru a Sassari su emergenza sanità: «Serve un investimento straordinario sul capitale umano

Renato Soru a Sassari su emergenza sanità: «Serve un investimento straordinario sul capitale umano

Renato Soru a Sassari su emergenza sanità: «Serve un investimento straordinario sul capitale umano. Urgente riprendere i lavori del SS Annunziata. No all’ipotesi dello spostamento AOU verso il Mater Olbia».

Tecnologia, opere pubbliche ma soprattutto un investimento straordinario che supporti e valorizzi il personale medico sanitario. Sono queste le tre macro aree emerse ieri, nella sala Angioy della Provincia di Sassari, dalle conclusioni che Renato Soru – candidato alla Presidenza della Regione Sardegna – ha portato all’incontro “Garantire il Diritto alla Salute – L’emergenza sanità in Sardegna”.

«Tutti abbiamo esperienza, per diversi motivi, delle problematiche legate alla sanità pubblica. Liste di attesa lunghissime, oltretutto sottostimate, personale carente, mal pagato e demotivato da scelte politiche e amministrative che stanno portando ad un declino assistenziale dal quale è necessario uscire immediatamente».

«Interessante è notare – sottolinea Soru – come tutta l’attenzione sia oggi concentrata sulla medicina territoriale. Ma è opportuno che mi esponga, chiaramente, su quanto sta accadendo in merito alle infrastrutture ospedaliere. L’attuale giunta ha recentemente dichiarato che sono pronte le risorse per finanziare la costruzione di quattro nuovi, grandi ospedali. E cosa sta accadendo invece per il Santissima Annunziata di Sassari? E per l’Azienda Ospedaliera Universitaria?»

Soru ha ripercorso quanto accaduto negli anni in merito ai lavori di ricostruzione – e ammodernamento – di una struttura che a suo tempo si scelse di riconfermare al centro di Sassari. «Ci fu un importante confronto, si scelse di mantenere l’attuale localizzazione, fu commissionato e approvato il progetto. E furono avviati i lavori che – come spesso accade – con i cambi di amministrazione sono stati poi bloccati. Bisogna riprendere il progetto già pronto del Santissima Annunziata, subito. Bisogna invertire il costante atteggiamento politico che ad ogni nuova elezione annulla quanto scelto e avviato dalla precedente amministrazione. La più grande riforma sanitaria sulla quale dobbiamo puntare è far funzionare la riforma sanitaria che abbiamo»

L’intervento di Renato Soru spazia dall’analisi del potenziale della telemedicina, alle esigenze più pratiche che coinvolgono i medici di famiglia nei processi di digitalizzazione, per i quali sono necessari adeguati percorsi formativi e in alcuni casi un lavoro di affiancamento diretto con dei tutor, presenti come supporto negli ambulatori.

«Sappiamo che oggi il 15% delle persone rinuncia a curarsi. Per costi e tempi spesso inadeguati con le esigenze. L’infrastruttura più importante per la medicina non sono gli ospedali ma tutto il personale, medici, infermieri e tecnici. Va fatto subito un grande piano di investimento straordinario sull’assunzione di nuovo personale, e sulla stabilizzazione di chi è presente.
Abbiamo visto numeri e statistiche che evidenziano un elevato numero di medici?
Eppure ora le statistiche non contano. Conta il fatto che in molti paesi non ci siano i medici».

Nel merito, sullo sviluppo delle case della salute, Renato Soru sottolinea l’importanza di dover guardare senza pregiudizi o ideologie «dove può funzionare in maniera ottimale e dove invece questo sistema non ha senso di esistere. Ci sono realtà locali nelle quali possiamo immaginare un più adeguato sviluppo di aggregazioni funzionali a livello territoriale, dove 5, 6 o più medici di uno stesso territorio possono supportarsi nell’assistenza costante ai pazienti: è possibile. E per esserlo è indispensabile che si lavori al vero sviluppo del fascicolo sanitario elettronico. Senza più falle che creano sfiducia in un sistema, a danno di tutta la collettività. La digitalizzazione è importante, al 100%.

Sull’Azienda Ospedaliera Universitaria «Sono fortemente in disaccordo all’idea di un possibile spostamento dell’AOU verso il Mater Olbia. Se dovesse nascere un policlinico universitario olbiese, Sassari perderebbe anche la facoltà di medicina. Se sarò io a governare la Regione Sardegna, farò tutto ciò che sarà possibile per incentivare lo sviluppo di questi studi. Sono contrario al numero chiuso ed è fondamentale che i nostri nuovi medici siano messi da subito nelle condizioni di lavorare e di prestare il supporto alla comunità. Occorre valorizzare queste professioni che, per tutti, rappresentano una parte fondamentale per la crescita e lo sviluppo di ogni comunità».


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