Giovedì 16 Maggio, aggiornato alle 21:58

Italia Nostra: “Sardegna a tutto gas”. Il commento sul nuovo accordo raggiunto tra Governo e Regione Sarda

Italia Nostra: “Sardegna a tutto gas”. Il  commento sul nuovo accordo raggiunto tra Governo e Regione Sarda

“Cambiano i governi, ma la musica è la stessa: trasformare la Sardegna in un hub
energetico che da un lato soddisfi gli appetiti delle multinazionali delle fossili e
dall’altro sia funzionale alla speculazione legata alle energie rinnovabili. Chi
pensava che la dorsale del gas fosse un capitolo accantonato resterà deluso:
eccolo riaprirsi sotto la spinta di quei poteri occulti che hanno interesse alla sua
realizzazione!
Assistiamo in questi anni ad una politica energetica schizofrenica. Da un lato si
incentivano senza regole, né governance megaimpianti per la produzione di
energia elettrica da fonte rinnovabile, dall’altro si dissipano risorse ingenti in
inutili infrastrutture per la diffusione del gas.
Il metano è un combustibile fossile definito “di transizione”. Come tale ha gli anni
contati a causa delle emissioni derivanti dalla sua combustione e per la sua stessa
natura di gas climalterante. Pur se considerato nella vulgata il più verde dei fossili
per il poco particolato primario, produce comunque in fase di combustione
pericolosi inquinanti gassosi tra cui il biossido di azoto e il biossido di zolfo, con
pesanti ricadute sanitarie sul breve periodo.
Investire in infrastrutture legate al gas fossile contrasta dunque con gli obiettivi di
riduzione delle emissioni di gas serra ed ostacola la transizione a fonti energetiche
meno impattanti. L’Unione Europea si è impegnata a ridurre le emissioni del 55%
entro il 2030 (target fit for 55) e a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Costruire nuovi gasdotti e rigassificatori significa aumentare la dipendenza dal
gas fossile ed ostacolare gli sforzi per raggiungere gli obiettivi Comunitari. Inoltre
la realizzazione di queste infrastrutture si pone in aperta antitesi con gli indirizzi
formulati dall’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) che, nelle sue indicazioni
per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, qualifica come
insostenibile qualunque futuro investimento in fonti fossili.
Piuttosto che sperperare ingenti risorse economiche nella realizzazione di
metanodotti e rigassificatori, basterebbe investire solo una quota parte di esse
nello sviluppo delle energie rinnovabili, privilegiando autoproduzione, consumi
condivisi ed efficienza energetica, riducendo in tal modo la dipendenza dell’Italia
dal mercato estero delle fossili.
Oggi la Sardegna non ha bisogno di nuove infrastrutture per continuare ad
alimentare la cultura dei fossili. Serve invece una seria politica energetica che
metta al centro gli interessi dei Sardi, che sottragga gli incentivi alla speculazione
energetica legata ai grandi impianti da FER per indirizzarli verso le Comunità
energetiche, che persegua la riduzione dei consumi energetici anche attraverso il
miglioramento di un edificato anacronistico per tecnica e scadente per qualità”, conclude il Segretario Italia Nostra Sardegna  Graziano Bullegas


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