Giovedì 24 Ottobre, aggiornato alle 9:07

Lettera in Redazione – Firmare la petizione contro l’installazione di una antenna nel Parco Tarragona è inutile e fuorviante

Lettera in Redazione – Firmare la petizione contro l’installazione di una antenna nel  Parco Tarragona è inutile e fuorviante

Firmare la petizione per il parco Tarragona è inutile e fuorviante”,inizia consì una  lettera giunta in redazione che di seguito riportiamo :

Lanciare una petizione sul web e una moda che probabilmente le porta ad essere superiori agli esseri viventi – insetti compresi – sul globo terraqueo. Quindi non poteva mancare quella contro l’installazione della Srb nel parco Tarragona. Con contraddizione lampante: non si vogliono antenne ma si lancia una petizione su internet. Vabbè. Andiamo oltre.

Perché questa petizione è inutile e fuorviante?

La antenne, con il decreto sulle Gasparri (dichiarato peraltro incostituzionale per eccesso di delega) sulle telecomunicazioni del 2001, le equipara ai servizi di urbanizzazione primaria come fognatura, luce etc.

I comuni possono fare dei piani per regolare la distribuzione nel tessuto urbano. Ma sono comunque obbligate a concedere le autorizzazioni per le installazioni. Vediamo alcuni casi.

Antenne di via De Gaspari: i residenti fecero anche ricorso al Tar che venne respinto e l’antenna innalzata.

Antenne di via Catalogna 8: il dirigente comunale espresse diniego alla richiesta di una compagnia telefonica argomentando che era attaccata al parco Manno e vicina ad una scuola primaria. La compagnia telefonica fece ricorso al Tar che venne accolto e il dispositivo dei giudici ricordò che la tutela della salute è di competenza statale. Mentre i comuni possono fare i controlli delle emissioni.

La raccomandazione del Consiglio europeo 519 del 1999 fissa a 61 volt per metro il limite massimo per le emissioni dei ripetitori della telefonia cellulare. L’Italia, con la legge quadro 36 del 2001 e il Dpcm dell’8 luglio del 2003, ha fissato un limite molto più basso, a 6 volt per metro. Nell’Unione europea, 12 paesi (Portogallo, Spagna, Francia, Irlanda, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania, Finlandia, Estonia, Cipro) hanno seguito le raccomandazioni della Ue e hanno fissato il limite a 61 v/m. Cinque stati non hanno fissato limiti o li hanno fissati più alti delle raccomandazioni Ue (Olanda, Danimarca, Svezia, Lettonia, Austria). Otto paesi hanno posto limiti più stretti rispetto alle indicazioni europee (Italia, Belgio, Slovenia, Croazia, Grecia, Bulgaria, Polonia, Lituania). Il Governo Meloni nell’ultimo Consiglio dei Ministri, prima delle ferie estive, avrebbe dovuto, su pressioni delle compagnie telefoniche, innalzare i limiti delle emissioni elettromagnetiche. Per ora rinviato.

Per quanto riguarda i controlli, in passato venivano fatti dai PMP delle ASL, poi la competenza è passata all’Arpas. Da una richiesta – di diversi anni fa – di informazioni a quest’ultimo ente si potuto apprendere che non erano disponibili dati recenti su Alghero. Da poco si è appreso che il comune di Alghero dovrebbe procedere, con proprie risorse, al monitoraggio delle emissioni nelle Rsb installate su suolo pubblico.

Quindi firmare una petizione che ha tutte le caratteristiche del fenomeno comodo NIMBY del “non nel mio cortile” (quindi gli abitanti della zona del parco Tarragona dovrebbero sfruttare le antenne del circondario o restare senza telefoni e internet?) è pure inutile e grottesco, visto che in tante altre parti della città le antenne ci sono e altre verranno installate (conferenza servizi per antenna via Valverde). Più realistico è chiedere il monitoraggio costante delle emissioni. Questo il comune lo può fare ma non può negare le autorizzazioni alle installazioni delle antenne per i motivi sopra esposti.

I cittadini devono essere informati: coloro che sono vicini alle antenne devono sapere a quanti v/m sono esposti e questo che devono pretendere dagli enti locali”, conclude la lettera pervenuta

nella foto l’antenna in Via Carrabuffas ad Alghero

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