Sabato 27 Luglio, aggiornato alle 19:58

La Base Navale del Corpo Forestale di Alghero ha salvato un piccolo esemplare di 5 mesi di Grifone

La Base Navale del Corpo Forestale di Alghero ha salvato un piccolo esemplare di 5 mesi di Grifone

La notizi è di quelle a metà strada fra l’operare fra buone pratiche, e il libro cuore. I nostri uomini del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale nei giorni scorsi non sono saliti alla ribalta della cronaca per aver “pizzicato” un bracconiere. o un pescatore abusivo, ma per aver salvato un raro esemplare di Grifone (Gips fulvus) .

L’equipaggio del pattugliatore della Base Navale del Corpo Forestale di Alghero, nella prima mattinata di martedì 22 agosto, durante un servizio volto al contrasto della pesca illegale all’interno dell’Area Marina Protetta di Capo Caccia, in particolare nel versante di Punta Cristallo, veniva allertato da alcuni turisti in quanto un grosso uccello si trovava stranamente ai piedi della falesia, immobile a pochi centimetri dall’acqua.
L’esperienza della Forestale è stata determinante per comprendere immediatamente che si trattava di un giovane di grifone della colonia algherese di Capo Caccia in chiara difficoltà.
Infreddolito, reso debole e abbarbicato sulla roccia a picco, cercava vanamente di asciugarsi le ali, incapace di riconquistare la cima della falesia senza una bava di vento per risalire la quota salvezza.
Osservato con pazienza per circa un’ora, tenendo i motori spenti per non spaventarlo, ad un certo punto accade uno spettacolo raro ai più. Un grifone adulto, probabilmente un genitore, sorvolava roteando sul piccolo che, stimolato si lanciava dietro. Centro metri di volo pari ma, mentre l’adulto conquistava quota maestoso, il piccolo ammarava goffamente a testa in giù. Pochi minuti e sarebbe affogato.
Qua scatta il soccorso, con l’ausilio di un piccolo gommone di turisti, del tutto ignari del dramma in atto, la Forestale lo raggiungeva e, appena in tempo, veniva agguantato per la testa già arresa al mare, issandolo a bordo e coprendolo con una calda e spugnosa coperta.
Trasbordato sul pattugliatore, l’animale appariva esanime, fatto dovuto probabilmente al freddo e all’acqua salata ingurgitata. Proprio sul filo di lana, dopo le prime cure mostrava immediata ripresa e una certa grinta che a fatica i Forestali gli domavano, facendosi valere con becco potentissimo e lunghe e affilatissime unghie.
Allertato il centro di recupero della fauna selvatica di Bonassai, lo splendido esemplare veniva sbarcato al Tramariglio è affidato nelle preziose mani del Veterinario dott. Marco Muzzeddu.
Un’avventura a lieto fine.
Una serie di circostanze fortunate hanno permesso, anche grazie alla sensibilità dei privati cittadini, e all’esperienza della Forestale, avvezza e sensibile a salvare ogni genere di animali, affinché un preziosissimo esemplare di 5 mesi appena, ma già con una apertura alare di circa 2 metri, di Gips fulvus, questo il suo nome scientifico, in sardo untulzu, potesse salvarsi e rendere ancora più prezioso l’habitat dove è nato in libertà, volando e dominando maestoso le falesie di Capo Caccia e Punta Cristallo.
La Base Navale della Forestale di Alghero, esprime massima soddisfazione per la buona riuscita e ringrazia i privati cittadini che hanno partecipato e contribuito al soccorso.

Una bella pagina di operatività sul campo, e in evidenza quel lato umano di questi uomini, anch’essi servi dello Stato,  che lavorano in contesti molto delicati e pericolosi, che mai si sottraggono ai loro doveri, chiunque abbiano di fronte, con qualunqu necessità, ieri è stata la volta di un uccello, sebbene raro e tutelato come il Gips fulvus.


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