Sabato 27 Luglio, aggiornato alle 19:58

La delusione dei Barracelli: trattati come semplici garzoni di bottega degli “altri”

La delusione dei Barracelli: trattati come semplici garzoni di bottega degli “altri”

“Ancora una volta, la protesta dei Barracelli di Ozieri, apparsa sui telegiornali sardi nei giorni scorsi, pone l’attenzione su un problema cronico del comparto: la mancanza di una norma di riferimento attuale e che ponga fine a dissidi come questo dei giorni scorsi.
Nella legislatura in corso, si era giunti pieni di speranze a incontri che mancavano da tempo con gli attori principali della politica regionale e dell’Assessorato regionale agli Enti Locali. Da questi incontri sembrava si fosse usciti coi migliori propositi per “dar gambe” a una riforma del settore, chiesta a gran voce dagli oltre 6.000 operatori di polizia rurale, e mai giunta a risultati significativi malgrado siano trascorsi trentacinque anni dalla nascita della norma, ormai obsoleta.
È il caso di dirlo: tante promesse da marinaio! Nel frattempo, la Regione non ha trovato ancora una collocazione ben definita per i barracelli, malgrado nel proprio Statuto siano inseriti nel comparto della polizia locale, rifiutando le proposte arrivate dalla base dagli operatori che ogni giorno si trovano a dover combattere con le problematiche operative causate dall’attuale legge n.25 del 1988 e ignorando i pareri del Ministero dell’Interno e della Giustizia. Se da una parte la Regione Sardegna si affanna a tenere a freno le proposte di riforma considerate “improponibili e inaccettabili”, dall’altra parte con protocolli di collaborazione e valutazioni di fine anno inciampa in questioni di coerenza con i suoi atti e dichiarazioni.
Ebbene sì, mentre i barracelli richiedono una collocazione ben precisa nel comparto della “polizia locale rurale” essendo i Barracelli un’istituzione di polizia e di Guarentigia (garanzia) che nasce su volontà dell’amministrazione comunale e non per volontà dei singoli cittadini, la Regione Sardegna tenta invano di collocarli fra le forze del volontariato, contraddicendosi numerose volte nella stipula del protocollo di collaborazione e nelle valutazioni di fine anno, che dovrebbero avere un carattere oggettivo. Il valutare l’operato dei barracelli in senso stretto di fatto diventa una valutazione soggettiva legata spesso e volentieri a quanto i barracelli si prostrano agli enti valutanti. Infatti, l’ottenimento di un voto negativo porterebbe a perdere “il premio” annuale per molte Compagnie, l’unica fonte di utili da suddividere.
Perché, al contrario del volontario in senso stretto, il barracello viene compensato per la sua opera, sebbene le somme non siano paragonabili a un salario, che talvolta aiuta a concorrere alle economie familiari.
Insomma, ci troviamo di fronte a una norma che non chiarisce affatto la collocazione giuridica dei barracelli, anzi è fonte di dubbi e perplessità.
Di contro troviamo un sistema rurale e ambientale che ha estremo bisogno dei barracelli durante tutto l’anno, in antincendio boschivo e protezione civile in generale, gestione di grandi eventi, sicurezza delle aree rurali, contrasto agli illeciti e reati ambientali, ma molto spesso, nel servizio ordinario siamo chiamati a supportare
se non a sostituire interamente le forze di polizia dello stato e la polizia municipale, nel quotidiano.
Dopo trentacinque anni dalla nascita della legge sui Barracelli, finalmente siamo stati chiamati a seguire i corsi di formazione tanto decantati dall’Assessore agli Enti Locali,  Aldo Salaris. Peccato che durante la partecipazione al percorso formativo abbiamo ricevuto una formazione “disinformata”, ricca di lacune, sommarietà, imprecisione e impossibilità di contraddittorio. Insomma, un’ulteriore beffa per chi mette a rischio anche la propria incolumità personale e sottraendo tempo alla famiglia, per salvaguardare la nostra terra, senza considerare il dispendio di risorse pubbliche per un corso che ha ricevuto dei feedback assolutamente negativi già solo per le prime 5 lezioni dagli stessi discenti. In chiusura di legislatura ci riteniamo profondamente delusi da come ha lavorato la politica regionale per noi nel suo complesso.
Ci sentiamo trattati come semplici garzoni di bottega degli “altri” che, ad ogni ora del giorno e della notte, richiedono l’intervento delle nostre pattuglie sempre e in maniera veemente quando necessitano di aiuto, ma che non ci concedono un minimo di dignità dopo che ci siamo fatti in quattro per aiutarli.
Dubitiamo che nel tempo che resta, prima delle elezioni regionali del 2024, si possa correre ai ripari senza scadere in misure arraffazzonate che deluderebbero per la loro incompletezza e imprecisione, come già accaduto nella scorsa legislatura. E sia chiaro, la solita e inflazionata scusa della pandemia, in questo argomento, non attacca!
Chiude la nota a firma dell Unione Barracelli Presidenza e dal Sindacato Autonomo Barracelli  Segreteria Regionale


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