È stata inaugurata ieri sera la mostra di Mario Mulas, un pittore da anni residente ad Alghero, originario di Ittiri. Tanti gli amici ed estimatori del pittore presenti al classico brindisi di apertura con il taglio del nastro, con qualcuno arrivato persino dal continente, a testimoniare il valore e la stima che accompagna quest’uomo dal carattere riservato ma molto sensibile, soprattutto sui grande tematiche, ambientali e sociali.
Nasce Ittiri del 15 luglio 1957 dove vive fino all’età di otto anni, dopodiché la sua famiglia si trasferisce ad Alghero. Già in giovanetta manifesta la sua predisposizione al disegno, ha cinque anni quando esegue un ritratto ricavandolo da una vecchia stampa trovata in casa. L’interesse suscitato stimola sua curiosità per questa sua attitudine, così per gioco inizia a cimentarsi nel disegno.
Ad Alghero quasi per caso, viene iscritto alla scuola media annessa alla scuola dell’Arte, e qui che ha i primi approcci con quelle nozioni che lo accompagneranno per tutto il suo cammino artistico, qui nascono quegli stimoli che,gli fanno pregustare quello che crede dovrà essere il suo futuro.
Qui riceve i primi rudimenti della modellazione ed una visione da alcune forme dell’arte figurativa. Purtroppo contrariamente al suo desiderio, viene indirizzato a studi tecnici, ciò argina se pur temporaneamente, la sua vera passione.
Completati gli studi segue il lavoro per l’indirizzo tecnico conseguito con la scuola, inizia così un lungo peregrinare per il mondo, ma la sua vera natura non può essere frenata, lotta dunque contro le difficoltà che si presentano volta per volta, al fine di conciliare il lavoro con l’arte. Nei paesi in cui approda per periodi più o meno lunghi, ha occasione di confrontarsi con diverse realtà e culture traendo ciò che costituirà il suo bagaglio interpersonale, quale precipuo sprone creativo delle sue tele. La sua arte si accosta a visioni metafisiche surrealiste pur mantenendo un carattere altamente identificativo che progressivamente affina ed elabora.
Mario Mulas riversa sui sui dipinti le emozioni che il vissuto gli ha riservato, si capisce così l’influenza che su di lui ha avuto il suo percorso lavorativo che lo hanno condotto per lavoro nel mondo islamico, del mondo iraniano, nel mondo russo, è stata lì nel periodo proprio della fine del comunismo: “è stato un contatto diverso che mi ha arricchito dice Mario Mulas – è proprio sui miei quadri sono riportati i ricordi legati a quel periodo. La pittura per me è un modo per esprimere i miei sentimenti, sono colpito dalla trascuratezza verso l’ambiente, e su questo si concentrano molti dei miei lavori, mi colpisce quello che è la violenza sulle donne, non possiamo rimanere insensibili, produco quello che è il mio sentimento e lo esprimo con il colore e con il disegno.
Tinte forti di rosso, di blu, poi ancora sfumature, degradanti e rilassanti, ci restituiscono la personalità decisa e sensibile di un uomo che su un quadro traspone sentimenti ed emozioni di vissuto e di quotidiano. La sua mostra è una carrellata che immerge il visitatore, e lo trasporta come su delle montagne russe, in immagini, colori, sapintemente collocati, che di fatto sono un saliscendi di emozioni.
La mostra si può godere nella Torre di Sulis, ed è aperta sino al 5 di Agosto