Venerdì 26 Luglio, aggiornato alle 19:58

Anestesia da Asl a Aou: è occupazione di potere, non una sanità migliore

Anestesia da Asl a Aou: è occupazione di potere, non una sanità migliore

“La sanità sarda trasformata nuovamente in luogo di potere. Non bastava alla Regione aver regalato l’Ospedale Marino all’azienda mista Universitaria di Sassari, ora pian piano viene ceduto anche l’Ospedale Civile. Leggiamo così la decisione di trasformare la struttura complessa di anestesia della ASL dell’Ospedale Civile di Alghero da guida ospedaliera a guida universitaria.
Con delibera di ieri dell’AOU, è ormai una decisione presa. Fa i pugni con la determinazione assunta dalla ASL solo una settimana fa, col conforto della dirigenza del presidio ospedaliero del Civile, che assegnava finalmente un direttore facente funzioni ospedaliero al reparto. Una risorsa presa tra quelle che con grande professionalità, umanità e cura, durante i drammatici momenti del Covid, e attraverso decenni di prestazioni effettuate con l’equipe di medici anestesisti e rianimatori, infermieri e operatori, ha retto il reparto e tutta l’attività operatoria e post-operatoria del Civile e del Marino, la terapia intensiva aperta in emergenza, ogni forma di consulenza. E lo ha fatto in una situazione precaria sotto l’aspetto organizzativo e strutturale. E ora, gli si dà il benservito. Con atti schizofrenici, dove pare che la mano destra non sappia cosa fa quella sinistra. Altro che collaborazione fra aziende.
Restano intanto ancora chiuse le sale operatorie del Marino, nonostante rassicurazioni e proclami, fatti anche in Consiglio comunale, con i quali davano per certa la riapertura di una sala nella prima parte di quest’anno. Parole al vento. In Regione hanno affidato l’Ospedale Marino all’Università e la situazione – al di là di tante declamazioni roboanti – non è cambiata, se non in peggio. Due sale operatorie del Civile per sei specialità chirurgiche – ormai da anni – danno l’idea del servizio che viene reso con un’organizzazione inadeguata. E le liste d’attesa crescono così in modo esponenziale, nonostante lo spirito di abnegazione dei medici e degli operatori.
L’unica risposta politica è stata ridarci il sogno del nuovo ospedale. Mentre gli attuali ospedali scoppiano. Tanto gli algheresi abboccano, avranno pensato.
E’ il momento di affrontare con serietà la situazione. Dall’Università si attendevano medici per far funzionare meglio l’Ospedale Marino, non specializzandi da formare, e posto che non possono turnare da soli, da affidare – come sempre – ai medici ospedalieri. Si attendeva una nuova autonoma unità di anestesia, come da atto aziendale, non di occupare quella del civile. Si attendeva una ortopedia che funzionasse anche per la ASL, in modo da garantire il DEA di primo livello. E invece niente. Le priorità sono altre. E’ ora di dire basta”, chiude la nota firmata da Mario Bruno, Gabriella Esposito, Pietro Sartore, Raimondo Cacciotto, Ornella Piras, Mimmo Pirisi, Valdo Di Nolfo.


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