Di seguito una lettera di un lettore pervenuta in redazione. Disavventura ( diciamo cosi) al pronto soccorso. L’attesa protratta, suo dire, in misura esagerata. Ecco il testo:
“ Ore 17:20 accompagniamo un nostro amico al Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Alghero. Poco prima si era aperto la testa giocando a padel. Aveva perso sangue in maniera copiosa e l’emorragia ci aveva convinto che ci volessero dei punti per quella ferita, profonda e abbastanza lunga. Entra da solo per registrarsi e chi lo visita sommariamente gli dice due cose, prima delle 20:30 non potrà avere alcuna cura necessaria e che sicuramente ci vorrà un solo punto dato che la ferita non sembra così grave. Comincia l’attesa. Ve la faccio breve. Alle 22 lo visitano e medicano, 4 punti di sutura. Le “urgenze” prima di lui sono stati alcuni bambini, dirottati verso Pediatria, e una signora con la bronchite. Ora io dico, una sanità pubblica efficiente ed efficace fa davvero aspettare 5 ore per un taglio profondo? Senza alcuna urgenza rilevante durante questo lasso di tempo? In una città di 40.000 abitanti circa avere solo un medico e due infermieri a turno nel Pronto Soccorso è sufficiente? Oppure c’è qualcosa che non va? La politica regionale, in tutto questo, quali colpe ha? Ve lo dico io, tutte le colpe. Sapete perché? Perché in una Regione a Statuto speciale come la nostra, la sanità fa capo interamente a Cagliari. Siamo ridotti in questo modo. Non è un caso isolato che descrivo, questa è la prassi ogni giorno al Pronto Soccorso. Fate una cosa, date retta a me, restate sani”, conclude la breve nota del lettore firmata.
Disagio davvero ragguardevole, ma non vogliamo assolutamente pensare che il ritardo sia dovuto a negligenza di qualcuno, piuttosto in linea con le affermazioni del lettore: un medico ” in due” difficilmente può farsi. E’ sta tutto qui il problema, ovvero la carenza di medici in Ps. Il vero punto dolente, il problema dei problemi è proprio il personale in questo reparto vitale dell’ospedale, “porta di tutti” e per tutte le necessità. Se serve a lenire le lamentele del nostro lettore, che sono comprensibili e condivisibili, possiamo dire che sovente ci sono porte laterali, non visibili a chi sta nella sala d’attesa, che accolgono pazienti che fanno un percorso diverso da quello dell’accesso diretto al triage, codificato.