Venerdì 26 Luglio, aggiornato alle 19:58

Sui crediti incagliati del superbonus la Sardegna si gioca almeno 3.100 posti di lavoro diretti, di cui 2.850 nelle MPI artigiane

Sui crediti incagliati del superbonus la Sardegna si gioca almeno 3.100 posti di lavoro diretti, di cui 2.850 nelle MPI artigiane

Sui crediti incagliati in Sardegna a rischio 7mila posti
di lavoro tra diretti e indotto: 3.100 quelli nelle imprese delle
costruzioni. Maria Amelia Lai e Giacomo Meloni (Confartigianato
Sardegna): “Sui bonus edilizi ci giochiamo occupazione e futuro”. Ecco
le proposte dell’Associazione Artigiana al Governo

Sui crediti incagliati del superbonus la Sardegna si gioca almeno
3.100 posti di lavoro diretti, di cui 2.850 nelle MPI artigiane delle
costruzioni, settore, quest’ultimo, che subirebbe una contrazione del
9,1% degli addetti. Ma il conteggio totale delle posizioni che
rischiano di dover fare i conti nei prossimi giorni con la cassa
integrazione e la perdita del lavoro, arriva a toccare le 7mila unità
tra diretti e imprese collegate. Situazione pesante che potrebbe
riverberarsi anche sui territori: nell’area Sassari-Gallura, solo
nelle MPI edili, si stimano 1.010 i posti a rischio, a Cagliari 760,
nel Sud Sardegna 520, a Nuoro 330 e a Oristano 220.

Sono queste le stime dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna,
che ha elaborato una analisi sugli “Occupati a rischio nelle MPI delle
Costruzioni in Sardegna per inesigibilità dei crediti incagliati per i
bonus edilizi”, su dati ISTAT e MEF.

Su queste ipotesi, Confartigianato Imprese Sardegna, con la Presidente
Regionale, Maria Amelia Lai, e con il Presidente degli Edili, Giacomo
Meloni, non gira intorno al problema: “Sui bonus edilizi ci giochiamo
occupazione e futuro se non cambierà il decreto del Governo che ha
gettato nell’incertezza migliaia di imprese – affermano – per questo
bisogna trovare soluzioni urgenti alla situazione delle aziende con i
crediti che, giorno dopo giorno, da incagliati stanno diventando senza
valore e quindi inesigibili”.

Confartigianato Sardegna ricorda anche come nelle piccole e medie
imprese nelle costruzioni, settore che ha registrato un aumento della
produttività del 5,8%, ritmo doppio del 2,6% del totale economia, sia
impiegato l’87,2% degli addetti, Inoltre, quello delle costruzioni è
il comparto che nel 2022 ha assorbito l’85,5% delle posizioni
lavorative create.

“Non è ammissibile penalizzare le imprese che hanno la sola colpa di
aver utilizzato la Legge, realizzato gli interventi minuziosamente
previsti dalla normativa, applicato i prezzari regionali, sopportato
gli enormi oneri burocratici – proseguono Lai e Meloni – senza contare
l’aver affrontato le 224 modifiche, una ogni 16 giorni”. “I dati
dimostrano come l’economia sarda faticherà non poco a reggere tale
improvviso stop – sottolineano i due Presidenti – il rischio è troppo
alto quindi auspichiamo che le Forze Sociali e gli Enti Locali
affianchino le Associazioni di Categoria nelle azioni di pressione nei
confronti del Governo affinché si superi il blocco e siano individuate
soluzioni compatibili con la realtà economica delle imprese e con le
difficoltà che stanno vivendo le famiglie”.

E gli “incagliati” che non rientrano nelle casse, cominciano a creare
seri problemi di liquidità alle imprese; per far fronte anche alle
comuni attività quotidiane, le realtà imprenditoriali devono per forza
rivolgersi alle Banche per avere i necessari finanziamenti. Proprio su
questi, in base all’elaborazione dell’Ufficio Studi Confartigianato su
dati Banca d’Italia di giugno 2022, l’Associazione Artigiana sarda
ricorda come gli Istituti applichino al sistema delle costruzioni
isolane un tasso (TAE tasso annuo effettivo) corrispondente al 5,26%,
più alto della media del Mezzogiorno (5,05%) e con un gap di 30 punti
rispetto al tasso applicato al totale delle imprese.

“Sul problema siamo in costante contatto con i nostri colleghi nei
cantieri che ci raccontano, con seria preoccupazione, i loro problemi
e il rischio del blocco delle attività – concludono Lai e Meloni –
nonostante questo, il nostro approccio è caratterizzato dal senso di
responsabilità, ponendo, al centro della nostra azione la salvaguardia
delle migliaia di imprese che rischiano la chiusura mettendo a
repentaglio innumerevoli posti di lavoro del comparto”.

LE PROPOSTE DI CONFARTIGIANATO AL GOVERNO SUI CREDITI

I numeri generati dal superbonus sono stati presentati da
Confartigianato nei vari confronti con il Governo quale contributo
alla risoluzione del problema dei crediti incagliati per la quale.

Secondo la Confederazione è necessario aumentare la capacità di
assorbimento dei crediti da parte del sistema creditizio, anche
attraverso l’individuazione di un acquirente pubblico di ultima
istanza particolarmente necessario per i crediti di minore importo. Va
anche ampliato l’arco temporale di utilizzo dei crediti in
compensazione. In assenza della necessaria capienza fiscale, le
imprese che hanno nei cassetti fiscali i crediti perdono infatti una
parte del credito loro spettante. Gli Artigiani sollecitano anche il
rinvio della data, fissata al 17 febbraio 2023, entro la quale è
necessario aver presentato la CILA per poter mantenere la possibilità
di cessione/sconto del credito. Per il limitato valore dei lavori di
edilizia libera non assistiti da CILA, Confartigianato chiede che sia
consentito di autocertificare, da parte del contribuente, la data di
avvio di tali lavori. Secondo la Confederazione, l’obiettivo della
transizione green degli edifici non potrà essere raggiunto se, insieme
con un sistema di agevolazioni sotto forma di detrazioni fiscali, non
verrà mantenuta la possibilità della cessione dei crediti e dello
sconto in fattura per alcune fattispecie, in particolare i soggetti
con redditi bassi e privilegiando gli interventi su immobili con una
classe energetica molto bassa e la ricostruzione degli immobili
danneggiati da eventi sismici per i quali la detrazione del 110% è
ammessa sino al 2025.


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