Venerdì 26 Luglio, aggiornato alle 19:58

Bonus edilizia-Lai e Meloni (Confartigianato Sardegna): in pericolo occupazione e investimenti. Stop alla Regione all’acquisto di 250 Mio Euro di crediti

Bonus edilizia-Lai e Meloni (Confartigianato Sardegna): in pericolo occupazione e investimenti. Stop alla Regione all’acquisto di 250 Mio Euro di crediti

BONUS EDILIZIA – La preoccupazione delle imprese artigiane della 
Sardegna per stop a sconto in fattura e cessione crediti. Nell’Isola 
oltre 300milioni incagliati e a rischio anche l’iniziativa della 
Regione per l’acquisto di 250milioni di crediti. Lai e Meloni 
(Confartigianato Sardegna): “In pericolo occupazione e investimenti 
nelle costruzioni: il Governo ci ripensi”. Il “sistema casa” sardo: 
23mila imprese e 49mila addetti. 

“Un provvedimento inaspettato, ingiusto e dannoso, che lascia 
increduli noi e tutte le imprese artigiane e i professionisti che 
operano del Sistema Casa della Sardegna. Per questo speriamo in un 
ripensamento del Governo per evitare ulteriori situazioni di crisi 
finanziaria alle realtà produttive e un problema di carattere 
“sociale” per quei committenti che hanno basato la fattibilità dei 
lavori sulla possibile cessione del credito. 

E’ questo il commento di Maria Amelia Lai, Presidente di 
Confartigianato Sardegna, e Giacomo Meloni, Presidente degli edili 
artigiani, sul decreto legge relativo alla cessione dei crediti 
approvato ieri dal Governo. 

“Speravamo in una soluzione che risolvesse il problema, invece non 
solo non c’è nessuna risposta ma, al contrario, il Governo ha 
bloccato, tranne in limitati casi, la possibilità di continuare ad 
applicare lo sconto in fattura o a cedere i crediti – proseguono Lai e 
Meloni – con questa situazione ci potremmo trovare, infatti, sia con 
il problema irrisolto dei crediti incagliati, sia con una 
ingestibilità dei cantieri in corso, il tutto unito a un netto ritorno 
al 2019 quando gli interventi sulle case venivano realizzati solo da 
chi aveva disponibilità economiche per farlo. Un improvvido e 
malaugurato smantellamento dei bonus edilizi, potrebbe far ripiombare 
il settore delle costruzioni negli anni più bui del settore”. 

Secondo Confartigianato Sardegna il blocco previsto nel decreto legge 
coinvolge le tante imprese che, sulla base delle norme sinora vigenti, 
hanno effettuato investimenti ed assunzioni nella prospettiva, di 
primi accordi con i committenti, di poter continuare ad operare 
garantendo lo sconto in fattura. Con buona pace degli obiettivi green 
che la misura avrebbe aiutato a raggiungere. Anche il blocco della 
possibilità di acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici 
rappresenta un altro incomprensibile ostacolo. 

“L’intervento sugli Enti Pubblici – sottolineano i due Presidenti di 
Confartigianato Sardegna – di fatto fa tramontare la tanto apprezzata 
iniziativa di far acquistare la Regione Sardegna circa 250milioni di 
euro di crediti: questo è un fatto gravissimo”. 

Confartigianato Imprese Sardegna ricorda come quello del “sistema 
casa” dell’Isola sia rappresentato da 23mila imprese e 49mila addetti, 
il cui il fatturato, trainato dall’effetto bonus casa e superbonus, è 
cresciuto del 35,9% rispetto al periodo pre-covid, immettendo sul 
mercato delle imprese edili oltre 2 miliardi di liquidità. Per 
l’Associazione Artigiana, i bonus e gli incentivi nel settore delle 
costruzioni, soprattutto in questi anni di situazione congiunturale 
proibitiva, hanno dato prova di essere stati apprezzati e praticati su 
larga scala dando forte impulso al rilancio dell’edilizia e di tutto 
l’indotto. Soprattutto nel comparto artigiano edile, settore chiave 
dell’economia nazionale ed isolana, hanno avuto un peso specifico 
importantissimo sia in termini di fatturato che di occupati. Proprio 
grazie all’impulso dato dalla combinazione superbonus110% e bonus
casa, la Sardegna si è posizionata terza in Italia per il valore 
aggiunto creato, pari al +19,3%, sopra di 7,2 punti al valore medio 
nazionale. 

Secondo i dati al 31 dicembre scorso, data della effettiva cessazione 
del superbonus 110%, in Sardegna la norma ha generato 2milioni e 
467mila euro al giorno per un equivalente di 74milioni al mese ovvero 
un totale di 2miliardi e 99milioni di detrazioni che, sugli oltre 
12mila edifici interessati, hanno attivato un giro d’affari di 4 
miliardi e 400milioni di euro, di cui 2miliardi e 880milioni come 
effetto diretto sulle imprese edili e sui tecnici e di 1 miliardo e 
500milioni di euro di indotto. 

“Purtroppo – rimarcano Lai e Meloni – in Sardegna, nonostante l’enorme 
mole d’investimenti che sono andati a ricadere positivamente su 
imprese, tecnici e indotto, ci sono ancora oltre 300milioni di euro 
che le realtà sarde del Sistema Casa non sono ancora riuscite a 
incassare attraverso la cessione dei crediti. Ovvero migliaia di 
imprese rischiano seriamente di chiudere per mancanza di liquidità”. 
Oltre a questo, c’è anche la situazione delle famiglie che hanno 
lasciato casa, trasformata nei mesi scorsi in cantiere per i lavori di 
efficientamento energetico agevolati al 110%, e da mesi sono in 
affitto senza riuscire a prevedere quando potranno fare ritorno nelle 
loro abitazioni. 

“Tra le imprese e gli addetti del settore, che già si trovano ad 
affrontare le gravi ripercussioni connesse all’aumento dei prezzi 
delle materie e al difficile approvvigionamento delle stesse – 
rimarcano i Presidenti – vi sarà anche questa grandissima 
preoccupazione e tantissimo disagio a causa di questo ennesimo 
provvedimento che non potrà che avere un impatto fortemente negativo 
anche sugli utenti finali. Infatti, ogni giorno, a causa delle passate 
modifiche ai bonus non passa istante senza che le nostre sedi 
territoriali ricevano richieste di chiarimento da chi ha cantieri 
aperti, forniture da consegnare e lavori da chiudere”. 

Secondo Confartigianato Sardegna, solo in questi ultimi giorni si è 
compreso come il possibile sblocco dei crediti fiscali incagliati 
sarebbe dipeso anche dalla loro classificazione nel bilancio dello 
Stato. Non tanto dalla necessità di evitare le frodi, dunque. Infatti, 
in attesa che, ormai a giorni, si pronunci anche l’ISTAT su questa 
partita, intanto Mef ed Eurostat hanno fatto intendere come una nuova 
stagione come quella trascorsa, con aliquote altissime di detrazioni e 
compravendita libera dei crediti fiscali nascenti, sarà impensabile. 
Infatti, con ogni probabilità, questa si tradurrebbe in un aumento di 
debito pubblico. 

“Ma è anche vero – concludono Lai e Meloni – che per raggiungere gli
obiettivi di transizione ecologica, non si potrà prescindere da
percentuali di detrazione “accattivanti” almeno per gli interventi
energetici e antisismici, per i quali concedere le cessioni a terzi.
Non dimentichiamoci che la vera chiave di volta per la realizzazione
di migliaia di interventi tra il 2021 ed il 2022, è stata proprio la
possibilità di cessione del credito fiscale”.


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