Venerdì 11 Ottobre, aggiornato alle 21:26

Le locuste, la carne sintetica, Il NO degli alimentaristi di Confartigianato Sardegna all’Unione Europea

Le locuste,  la  carne sintetica, Il NO degli alimentaristi di Confartigianato Sardegna all’Unione Europea

Il NO degli alimentaristi di Confartigianato Sardegna all’Unione Europea per insetti ed etichette “nutriscore”. Marco Rau (Delegato regionale Confartigianato Alimentazione Sardegna): “Le proposte dell’UE ci preoccupano: all’angolo la tradizione sarda e la biodiversità”. Chiesto l’intervento del Governo e della Regione. I prodotti sardi DOP e IGP valgono 482milioni di euro.

 Le locuste contro il pecorino sardo; la carne sintetica contro il prosciutto nostrano; le locuste contro la salsiccia di maiale brado isolano; il vino con il “semaforo” contro il Cannonau.

Sono questi alcuni degli “scontri alimentari” che potrebbero svilupparsi a breve a causa delle controverse indicazioni dell’Unione Europea sui prodotti alimentari.

Sono ben quattro i fronti aperti dall’Unione Europea – afferma Marco Rau, Delegato regionale per l’Alimentazione di Confartigianato Imprese Sardegnal’introduzione di insetti nei nostri piatti (già 4 i “novelfood” ammessi: le larve del verme della farina, le locuste, i grilli e le larve del verme della farina minore), l’apertura agli alimenti sintetici, l’utilizzo del semaforo alimentare (nutriscore) e infine l’adozione per gli alcolici, compreso il vino, dell’etichetta con scritto “Nuoce gravemente alla salute””.

C’è molta preoccupazione nel settore alimentare artigiano sardo perché la Commissione Europea, anche in questo caso, vede il tutto con le lenti delle multinazionali a discapito delle produzioni artigianali – sottolinea Rauperché queste proposte rappresentano nuove sconcertanti trovate per ammazzare, o quanto meno limitare, le eccellenze del Made in Italy e dare il colpo di grazia ai nostri agricoltori ed artigiani del cibo, il tutto in nome di fasulle ideologie “salutiste” e “green” che si vogliono imporre ai nostri consumi alimentari, non solo a discapito delle tradizioni, ma senza avere alcuna consapevolezza delle gravi conseguenze economiche oltre che culturali di tali decisioni”.

Di fronte a questi numeri – prosegue il Delegatoè fondata la nostra preoccupazione che queste proposte finiscano per penalizzare una delle nostre principali ricchezze, ovvero i prodotti tradizionali (DOP, IGP e STG) e la sapienza delle comunità alimentari italiane di artigiani e contadini. Per questo ci opporremo con tutti i mezzi all’idea di “novelfood” fatto di insetti e cibi sintetici che, da professionista del settore, ritengo in contrasto con gli standard igienici e i controlli voluti dall’Unione Europea”.

Inoltre – conclude Rautemiamo che queste proposte rappresentino una vera e propria offensiva contro la biodiversità del cibo e delle tradizioni alimentari in particolare del nostro Paese. Per questo chiediamo che anche la Regione Sardegna e il Governo Nazionale si uniscano a noi per difendere il Made in Italy”.

Alcuni dati sulla “Dop Economy” della Sardegna

Secondo le rielaborazioni dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, sui dati ISMEA-Qualivita 2022, sull’economia creata dai prodotti DOP e IGP, in Sardegna l’impatto economico dei 41 prodotti certificati è di 482 milioni di euro per il 2021 (+17,8% rispetto al 2020), posizionando l’Isola al 7° posto in Italia.

In Sardegna sono circa 8mila le imprese del settore alimentare e delle bevande che impiegano oltre 20mila addetti (l’85,8% di questi sono impiegati nelle micro e piccole imprese). Un settore, quello dell’agroalimentare della Sardegna, rappresentato da 2.909 imprese artigiane (1.244 dell’alimentare, 28 delle bevande, 1.637 della ristorazione) che danno lavoro a ben 9.871 addetti.


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