La presentazione della bandiera, che avverrà il 18 novembre alle ore 12:00 presso l’ex Torre Civica di Fertilia è preceduta, con una nota, da un excursus storico effettuato da Luca Rondoni, attuale Presidente del Comitato di Quartiere di Fertilia – Arenosu. Una analisi lucida, nella sua complessità, che tenta di mettere in ordine le sequenze che purtroppo ultimamente non si leggono con altrettanta chiarezza. E’ il tentativo di restituire per Fertilia una visione d’insieme, perchè Fertilia nasce e diviene.
“Una comunità, una bandiera.
Ma non è questo il nostro caso. Non lo è perché sotto questa bandiera si incontrano più comunità, tante culture, donne e uomini che hanno costruito il loro territorio e la loro casa e, alla fine, sono stati proprio loro che l’hanno disegnata.
Un grande spirito di autodeterminazione, un carattere forte e una capacità innata di resistere alle difficoltà, a volte estreme, che la vita presenta, senza darsi mai per vinti.
Su queste qualità è stata disegnata la nostra bandiera.
Sul nostro vessillo si riconosce la terra che ci ha accolti, la Sardegna, il mare che ci ha uniti e le rotte che hanno portato tutti ad incontrarsi a Fertilia, ognuno coi suoi simboli, ognuno con la sua storia, ognuno con la sua cultura.
Alla base di tutto c’è stato l’arduo compito e il sacrificio della comunità ferrarese, di quelle famiglie che hanno duramente lavorato per trasformare un territorio malsano, rendendolo produttivo, quando ancora Fertilia non esisteva. Furono loro ad iniziare la storia della “città nuova”, pensata non solo come un centro economico e amministrativo ma voluta anche come un centro di aggregazione sociale per tutta la zona rurale. Una “città di fondazione”, l’ultima in ordine di tempo, voluta come autocelebrazione di capacità e impresa da un regime che di lì a poco ci avrebbe condotti ad una guerra dalla quale si innescarono tutte quelle vicende storiche e umane che hanno costituito la base di partenza per ognuna delle nostre diverse comunità.
I Ferraresi furono accolti dalla Sardegna e dalla città di Alghero, entrambe profondamente differenti da come le conosciamo oggi, in tempi anch’essi molto diversi benché non così lontani dai nostri.
Successivamente si contarono nuovi volti, nuove lingue e dialetti, nuovi profumi e nuovi sapori e la vita si arricchì con l’arrivo di veneti, con le comunità di esuli istriano dalmati, con tutti i rimpatriati da quei luoghi dove, nel tempo era arrivata l’Italia.
Un susseguirsi di vicende che hanno reso possibile il raccogliere una città incompiuta e farne la propria casa.
Sembra quasi che qui la storia abbia giocato con la geografia.
Oggi siamo tutti concordi nel riprendere e ridare vita alla nostra bandiera, per celebrare la nostra più grande qualità, quella di saper convivere, superando le differenze e dimostrando di poter ancora essere riconosciuti come una comunità multietnica unita e accogliente. Riprendendo e rispettando quello che i nostri genitori, per qualcuno i nostri nonni, ci hanno insegnato, con dignità e lealtà.
Per l’opera di difesa e tutela dei nostri valori, oltre che a tutte le nostre famiglie, un ringraziamento particolare va rivolto a quelle persone che negli anni hanno dedicato il loro tempo e la loro passione all’interno del Comitato di Quartiere e del Comitato festeggiamenti San Marco.
Un grazie a tutti quegli imprenditori che da quest’anno costituiscono il Centro Commerciale Naturale di Fertilia, presieduto dalla dottoressa Anna Sigurani, perché dimostrano concretamente l’importanza e il valore dell’aggregazione.
Grazie a Guerrino Bardino per aver così fortemente insistito nell’idea di recuperare la nostra bandiera.
Un grazie speciale al maestro Sergio Zidda che ne fu artefice, ideandola sapientemente, capace di condensare in un segno pulito, tutta la complessità cui faceva riferimento, e a Ennio Ballarini, Fabrizio Farinelli e Nicola Solinas che hanno dato un grande aiuto pratico, ma non solo, nella realizzazione di questo progetto.