Sabato 27 Luglio, aggiornato alle 19:58

Linee guida del Piano del Parco – Ambientalisti di Alghero mai citati, loro che nel lontano 1972 “seminarono” il Parco

Linee guida del Piano del Parco – Ambientalisti di Alghero mai citati, loro che nel lontano 1972 “seminarono” il Parco

Le linee guida alla 4^ pagina punto 2.2 piano del parco, un emendamento chiede di  inserire nel secondo capoverso che il  disegno pianificatorio dovrà essere frutto di un processo di partecipazione che coinvolga tutto il territorio, associazioni, comitati di quartiere e di borgata, parti sociali e tutti i cittadini che hanno interesse.

La citata quarta pagine al punto 2.2 contiene il Dispositivo spaziale del Piano del Parco e subito si dice che  “Spetta al Piano la proposta di perimetrazione dell’area protetta e nel contempo la individuazione, in relazione al diverso grado di naturalità ed alle esigenze gestionali, di un dispositivo spaziale articolato in: a) Area vasta; b) Area contigua; c) Area del Parco.

Quindi la perimetrazione del Parco e l’identificazione delle aree avverrà nell’ufficio del Piano creato ad hoc, ci sarà posto al suo interno  ai portatori di interesse sopra citati , ma gli ambientalisti non ci sono.

Le associazioni ambientaliste del territorio non sono mai citate, non compaiono mai all’interno delle linee guida del Piano del Parco.

Uno schiaffo verso chi a partire dagli anni ‘70 ha voluto, inseguito e istituito il Parco Regionale di Porto Conte.

E’ vero che in premessa  delle Linee di indirizzo si legge “…..Tali strumenti
devono essere necessariamente coordinati tra loro, secondo un processo di formazione e compartecipazione tra l’Ente parco, l’Amministrazione comunale di Alghero e la comunità di tutti coloro che presentano interessi legati al territorio
, mimetizzando e comprendendo, in questo punto, tutti, anche chi appare escluso.

Ma se così fosse stato, perché è stata presentata una mozione, messa agli atti, di integrare, in modo formale che alla stesura del Piano al suo interno, sia prevista la partecipazione di portatori di interesse economico, associazioni territorali e Comitati di Quartiere e Borgata?

E stata una dimenticanza o una voluta e marcata presa di distanza?

Un po tutto!

Gli ambientalisti ad Alghero e sul territorio stanno attraversando un momento difficile e profonda riflessione. La politica se ne avvede e tenta il colpo definitivo, il loro nome non compare mai all’interno delle richieste dei partiti per la redazione del Piano del Parco, e mai nelle linee guida. E in questo momento preme sottolineare che gli ambientalisti di Alghero, quelli che oggi sono stati fatti fuori da ogni coinvolgimento decisorio, citato formalmente, sono quelli che hanno voluto, costruito e lottato perché il Parco di Porto Conte prendesse corpo. E quel Mercoledì 27 Gennaio 1999, quando il Consiglio Regionale della Sardegna con 43 voti favorevoli, 8 contrari e 3 astenuti approvò l’Istituzione del Parco di Porto Conte, ad Alghero si festeggiò con sani abbracci e pacche sulle spalle, e festeggiarono quegli ambientalisti che oggi sono costretti all’angolo e al silenzio. Quegli stessi che notato che nella cartografia mancava Capo Caccia con le Grotte di Nettuno, fecero talmente casino che la “testa” ricomparve quasi per incanto nel volgere breve di qualche giorno. E fra i primi ad esultare furono le associazioni WWF, LIPU, Italia Nostra e Codacons di Alghero, che ripercorsero la storia di quella travagliata nascita iniziata nel lontano 1972, quando il WWF di Alghero diede inizio al progetto per salvare l’estinzione degli ultimi grifoni italiani, progetto poi portato avanti negli anni ottanta dalla LIPU con ottimi risultati.

Proprio il caso dei grifoni fece maturare la consapevolezza dell’alto valore del nostro patrimonio naturale. Nacque cosi negli anni settanta la prima consapevole proposta d’istituzione del Parco, formulata dalla Società Sarda di Scienze, dal WWF e da Italia Nostra e LIPU.

Ecco giusto per rispolverare la memoria, di tanti che oggi dimenticano. Gli ambientalisti oggi sono relegati al silenzio, poco amati, perché sono sempre loro che evidenziano le tante criticità gestionali dell’Ente Parco. E oggi pensare di metter intorno a un tavolo ambientalisti, politica e management del Parco, nella stesura del Piano e della sua perimetrazione, comprese le aree contigue e vaste, toglie il sonno a qualcuno. Un po come avere in casa i pompieri con la pentola che brucia sul fornello.

E di questa brutta storia, tutta nostrana, oggi non si sa chi ringraziare, o forse si.

 


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