Venerdì 26 Luglio, aggiornato alle 19:58

Ambientalisti in subbuglio contro la Regione e il cemento vicino al mare: “Salviamo la Sardegna e le sue coste”

Ambientalisti in subbuglio contro la Regione e il cemento vicino al mare: “Salviamo la Sardegna e le sue coste”

“Salviamo la Sardegna e le sue coste “ – affermano in coro in una nota che prosegue

“La Sardegna, il suo mare e le sue coste, sono un patrimonio dei sardi, degli italiani, dell’umanità.  Un valore inestimabile  per la sua  natura, la sua storia, la sua cultura millenaria,  da conservare e tramandare alle generazioni future.

Eppure tale ricchezza è continuamente messa in pericolo, e consumata un pezzo per volta, da interessi che guardano solo al presente, e solo ai vantaggi per pochi.

In nome dei profitti derivanti dallo sfruttamento del turismo si riducono e sviliscono   l’ambiente e il paesaggio, imboccando una strada che non può che portare alla progressiva distruzione di quella bellezza  che attira  i turisti  di tutto il mondo, e che rende i sardi fieri della loro terra.

Oggi l’ennesimo disegno di legge  regionale  che intende   moltiplicare cemento e cubature edilizie, persino  nella fascia più prossima al mare  e nelle aree agricole, incombe  sul futuro dell’isola.

Prima che il provvedimento  ottenga  l’approvazione del  Consiglio Regionale, chiamiamo il mondo della politica, della cultura, dell’impegno civico della Nazione a mobilitarsi perché le coste della Sardegna non vengano ulteriormente umiliate e ferite da disposizioni ad alto rischio di incostituzionalità.

Chiediamo che siano rispettati i vincoli di inedificabilità della fascia costiera, in particolare dei 300 metri dalla battigia, che da decenni difendono le coste della Sardegna (*), previsti  anche dal Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.), vincoli ignorati dal DDL, per ottenere, con il sempiterno fasullo appello  al miglioramento ecologico del patrimonio edilizio esistente e allo “sviluppo sostenibile” , un effimero ritorno economico per alcune categorie.

Mentre il mondo si infiamma per il rischio, sempre più imminente, di un  disastro ambientale per il dissennato sfruttamento delle risorse comuni, tanto preziose quanto  limitate, e la politica ufficiale si erge a  paladina delle disperate richieste dei giovani che guardano con angoscia al proprio futuro, nelle aule delle  Pubbliche  Amministrazioni si continua a perseguire una visione miope e particolaristica. E’ ora di cambiare profondamente  modello, e tutelare fino in fondo le coste della Sardegna. Tutelare l’ambiente,  il Paesaggio, la memoria vuol dire salvare il futuro delle persone.

Stefano Deliperi, Anna Maria Bianchi, Maria Paola Morittu, Sandro Roggio

Ella Baffoni, Mauro Baioni, Paolo Berdini, Paola Bonora, Massimo Bray, Carlo Cellamare, Vezio De Lucia, Lidia Decandia, Vittorio Emiliani, Domenico Finiguerra, Paolo Flores, Ebe Giacometti, Maria Pia Guermandi, Maria  Cristina Lattanzi, Paolo Maddalena, Anna Marson, Fausto Martino, Tomaso Montanari, Giuseppe Morganti, Pancho Pardi, Rita Paris,  Enzo Scandurra, Giancarlo Storto, Walter Tocci.

Gruppo d’Intervento Giuridico Onlus,  Carteinregola,  Associazione Bianchi Bandinelli, CILD (Centro d’Iniziativa per la Legalità Democratica) Cittadinanzattiva onlus, Cittadinanzattiva Sardegna onlus, Comitato per la Bellezza, Coordinamento Nazionale Mare Libero, Eddyburg, Emergenza cultura,   F.A.I. Sardegna, Forum Salviamo il paesaggio, Italia Nostra onlus, Italia Nostra onlus Sardegna, VAS (Verdi Ambiente Società), WWF Sardegna

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 (* ) fin dal 1976 (legge regionale Sardegna n. 10/1976) esiste il vincolo di inedificabilità nella fascia dei 150 metri dalla battigia marina, proprio per preservare le coste dalla trasformazione immobiliare;

dal 1993 il vincolo di inedificabilità difende la fascia dei 300 metri dalla battigia marina (legge regionale Sardegna n. 23/1993);

 il piano paesaggistico regionale (P.P.R.) ha ampliato e specificato la disciplina della salvaguardia costiera, consolidando l’inedificabilità della fascia costiera ( art. 19 e 20 delle Norme di attuazione del PPR) e  in particolare dei 300 metri dalla battigia marina, come autorevolmente riconosciuto dalla giurisprudenza costituzionale e amministrativa;

* è ampiamente condivisa nell’opinione pubblica la necessità di norme di tutela forti e efficaci per la difesa delle coste dalla trasformazione immobiliare e, in particolare, dalla speculazione edilizia;

* l’efficacia della salvaguardia delle coste della Sardegna viene posta in pericolo da reiterati provvedimenti legislativi, dei governi di diverso orientamento,  che consentono incrementi delle volumetrie con l’alibi del sostegno alle famiglie (“piano casa”) e da recenti proposte di legge regionali che mirano a un vero e proprio svuotamento delle normative di difesa dei litorali, con particolare riferimento alla fascia costiera tutelata dal PPR.


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