Sabato 19 Aprile, aggiornato alle 11:01

Mostra a Milano dell’artista sardo Salvatore Garau “CORPO non CORPO”

Mostra a Milano dell’artista sardo Salvatore Garau “CORPO non CORPO”

 

Dopo il grande successo dell’inaugurazione, prosegue fino a domenica 11 maggio allo Spazio Roseto di Corso Garibaldi 95 a Milano la mostra dell’artista sardo Salvatore Garau “CORPO non CORPO”, curata da Milo Goj con testo critico in catalogo di Lóránd Hegyi.

Organizzata da Art Relation e promossa da Roseto e Jarvés in occasione della Milano Design Week 2025, a sottolineare una volta di più il legame fra impresa, arte e tessuto cittadino, l’esposizione presenta quindici tele di grande formato e due video, uno dei quali inedito, che raccontano nell’unione fra il corpo della pittura e il non corpo dell’immateriale l’interesse che l’artista ha sempre avuto per la materia e, allo stesso tempo, per lo spirito.

 

Una narrazione sulla presenza e l’assenza, sul visibile e sull’indefinito, tema già anticipato da Garau nella sua prima personale da Cannaviello nel 1984, con grandi tele nere allestite su pareti nere.

“Da una parte, dunque, una pura forma astratta, atemporale, trasparente” – come sottolinea nel suo testo in catalogo Lóránd Hegyi – “dall’altra una materialità sensuale, tangibile, imperscrutabile, soggetta a un permanente e intenso processo di trasformazione.”

 

Oggi, a oltre quarant’anni di distanza, quella stessa riflessione torna in una nuova forma poetica e plastica dove la separazione fra ciò che è fisico e ciò che è mentale si dissolve, suggerendo la realtà come una coesistenza dinamica fra materia e immateriale.

In un’epoca in cui la tecnologia e l’intelligenza artificiale dominano ogni aspetto della nostra vita, Garau ritiene che sia più che mai necessario riconoscere le peculiarità invisibili che ci rendono unici, speciali, e che neanche l’IA potrà mai replicare.

Un esempio significativo di questo contrasto è il video Autoritratto del 2022, presentato per la prima volta in questa mostra. Un ossimoro per eccellenza, un’opera immateriale che si rivela iperrealista, dove non è più l’artista a imitare il modello, ma è il modello a imitare l’artista. Un pensiero che, con estrema semplicità, coglie il senso profondo dell’esistenza.

Le quindici opere su tela e su teloni PVC riciclati provenienti dalle pubblicità dismesse, dominate soprattutto dal verde e dal viola sacrale, rappresentano invece la parte tangibile della mostra. Titoli come Università Immateriale di estrema Sapienza invitano a riprendere possesso della nostra immaginazione, senza la quale, sempre più, l’uomo si allinea al pensiero comune perdendo la propria indipendenza e umanità.

Con “CORPO non CORPO” Salvatore Garau espande il concetto di realtà, facendo sì che l’immateriale acquisisca una rilevanza pari a quella della materia stessa, un concetto che ci spinge a riflettere su come percepiamo il mondo e sulle infinite possibilità che si celano dietro l’apparire.

Salvatore Garau / Nota biografica

Nato a Santa Giusta (Oristano) nel 1953, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1974. Dal 1976 al 1983 entra a far parte del gruppo di rock d’avanguardia degli Stormy Six. La prima personale è del 1984 nello Studio Cannaviello di Milano, seguiranno personali a Lugano, Losanna, Barcellona, San Francisco, Washington, Strasburgo, Londra. Due le presenze di Garau alla Biennale d’Arte di Venezia, nel 2003 e 2011. Negli ultimi anni ha esposto nei musei di Saint-Étienne, Cordoba, Brasilia, San Paolo, Montevideo. Nel 2017 ha scritto e diretto “La tela” docufilm girato in un carcere di Massima Sicurezza in Sardegna con la fotografia di Fabio Olmi. Nel 2019 ha girato un docu-thriller prendendo spunto dalle ultime opere “Futuri affreschi italiani” (Pale d’Altare per altri pianeti). I due film sono invitati e premiati in decine di festival in tutto il mondo. Nel 2021 la vendita all’asta delle opere immateriali “io sono” e cinque mesi dopo “Davanti a te” hanno creato accesi dibattiti in tutto il mondo.

SALVATORE GARAU

“CORPO non CORPO”

Mostra a cura di Milo Goj

Con testo critico di Lóránd Hegyi

 

SPAZIO ROSETO

Corso Garibaldi 95, Milano

Fino a domenica 11 maggio 2025

Ingresso libero

 

Orari di apertura al pubblico

Dal lunedì alla domenica dalle 10.00 alle 19.00


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