Venerdì 7 Febbraio, aggiornato alle 16:04

Si ferma la crescita dell’artigianato sardo: nel 2024 un saldo positivo di sole 35 attività ma nel 2023 fu di 442

Si ferma la crescita dell’artigianato sardo: nel 2024 un saldo positivo di sole 35 attività ma nel 2023 fu di 442

DEMOGRAFIA ARTIGIANA – Si ferma la crescita dell’artigianato sardo:
nel 2024 un saldo positivo di sole 35 attività ma nel 2023 fu di 442.
Giacomo Meloni (Presidente Confartigianato Sardegna): “Imprese
artigiane motore dell’economia sarda. Necessario tutelarle con il
rifinanziamento della Legge 949”.

Si è fermata la crescita delle imprese artigiane della Sardegna.

Dopo tre anni di incrementi record, che avevano proiettato l’Isola ai
vertici delle classifiche nazionali per la vivacità delle piccole e
medie realtà, toccando circa 35mila unità produttive, il 2024 si è
chiuso con un saldo positivo di sole 35 attività, risultato di 2.172
aperture e 2.137 cessazioni, per un totale di 33.924 attività
registrate, di cui 33.704 attive. Nel 2023, le aziende registrate
furono 34.350, quelle attive 34.116, con 2.073 aperture e 1.688
chiusure e un saldo positivo di 442.

L’analisi sulla demografia artigiana sarda è stata realizzata
dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, su dati
Infocamere-Movimprese, relativamente a tutto il 2024.

“La frenata della crescita delle imprese artigiane sarde, anche se il
saldo è ancora positivo – commenta Giacomo Meloni, Presidente di
Confartigianato Imprese Sardegna – è un segnale da non sottovalutare
perché queste rimangono fragili e necessarie di attenzioni e sostegni
specifici per rimanere in prima linea e contribuire allo sviluppo
economico dell’Isola”. “I numeri continuano a dimostrare ciò che
diciamo da anni – prosegue Meloni – le piccole e micro imprese,
soprattutto quelle artigiane, continuano ad essere il motore trainante
dell’Italia e della Sardegna, sono flessibili, riescono a combattere e
sopravvivere, ma non lo possono fare all’infinito. Hanno un ruolo e un
impatto sociale, tutelato anche dalla nostra Costituzione, e per
questo vanno salvaguardate e valorizzate”. “C’è poi un aspetto che non
può essere sottovalutato ed è il legame delle piccole imprese
artigiane con il territorio – aggiunge – a differenza di tante altre
realtà, come le grandi multinazionali, che talvolta prendono decisioni
drastiche seguendo logiche globali, l’impresa artigiana non abbandona
il proprio tessuto locale. Questo radicamento, frutto di un rapporto
autentico con le comunità, è il nostro punto di forza. Le piccole
imprese non sono solo un motore economico, ma anche un baluardo
sociale e culturale”.

Lo sguardo al dettaglio delle vecchie province, pone Cagliari al
comando della classifica con 12.663 imprese artigiane registrate, con
12.563 attive; con 770 iscrizioni e 914 cessazioni, con un saldo di
-144 imprese mentre nel 2023 si registrò un +169. Segue
Sassari-Gallura con 12.182 imprese artigiane registrate, 12.112
attive, date dalle 874 iscrizioni e 690 cessazioni per un saldo
positivo di 184 che nel 2023 fu di +137. Poi Nuoro con 6.745
registrate, 6.702 attive, 363 aperte e 330 chiuse per un saldo di +33
che nel 2023 fu di +61. Chiude Oristano con 2.334 registrate, 2.324
attive, 165 aperture e 203 chiusure con un saldo di -38 che l’anno
scorso fu di +18.

“Ricordiamo che le nostre attività offrono lavoro a oltre 100mila
persone e rappresentano il 22% dell’economia della Sardegna –
sottolinea il Presidente di Confartigianato Sardegna – per questo è
necessario consentire sia a quelle che si affacciano per la prima
volta sul mercato, sia a quelle che già via lavorano e resistono, di
continuare a creare reddito e competere con il resto del mondo. E ciò,
negli ultimi anni, è avvenuto grazie alla Legge 949, la “Legge
Artigiana”, il principale “strumento finanziario artigiano””. “Questa
norma, che nell’ultimo quinquennio è stata sostenuta con circa
90milioni di euro – rimarca Meloni – grazie al fondo perduto fino al
40% e all’abbattimento dei costi di interesse, è diventato sinonimo di
crescita delle piccole realtà imprenditoriali isolane”.

Secondo il monitoraggio relativo all’andamento della “misura”,
effettuato da Confartigianato Sardegna, solo nell’avviso 2024 sono
stati impegnati tutti i 16,5 milioni di euro messi a disposizione,
soddisfacendo le richieste di crescita di 917 imprese, con richieste
in conto capitale per circa 25mila euro ad azienda. Questo circuito
virtuoso ha messo in moto un meccanismo di moltiplicazione attraverso
il quale ogni 1 euro erogato dalla Legge, ha generato circa 3 euro di
ulteriori investimenti che sono andati a spalmarsi sui territori e
sulle altre categorie produttive e di servizi. La Legge, infatti,
finanzia la costruzione o la ristrutturazione di fabbricati esistenti
e l’acquisto di macchinari di seconda mano, veicoli commerciali,
terreni destinati all’ampliamento e la costruzione dei fabbricati
produttivi, macchinari, attrezzature e autoveicoli nuovi e
imbarcazioni, software, brevetti e licenze che sostengono le attività
per i nuovi cicli di produzione, progettazione e promozione
dell’immagine. Inoltre, le imprese artigiane possono accedere anche al
contributo per la riduzione dei costi di garanzia per operazioni di
leasing svolte presso i Confidi di Confartigianato Sardegna

Per questo, in occasione della Legge Finanziaria 2025, Confartigianato
Sardegna ha rilanciato la richiesta alla Regione di un rifinanziamento
dello strumento di sviluppo artigiano quantificato in 35milioni di
euro annui, per il periodo 2025-2027. Il comparto chiede, inoltre, di
rendere strutturale la norma, per consentire alle aziende una
pianificazione strategica, e di renderla snella eliminando burocrazia
e impedimenti, tenendo il fondo perduto al 40%.

“Le imprese artigiane chiedono garanzie, certezze e zero burocrazia
per questo strumento – aggiunge Daniele Serra, Segretario Regionale di
Confartigianato Sardegna – c’è necessità di metterlo in sicurezza e
quindi bisogna che diventi strutturale e torni a essere agile e rapida
come in passato”. “Questo incentivo, per le imprese e per tutti gli
altri processi di sostegno all’imprenditoria per i quali la nostra
Associazione ha lavorato con la Regione, rappresentano punti fermi dai
quali ripartire e sui quali bisogna puntare sempre più”.

“Non chiediamo sussidi tantomeno assistenzialismo – concludono
Presidente e Segretario di Confartigianato Sardegna – ma incentivi
concreti affinché le micro, piccole e medie realtà sarde possano
rafforzarsi, investire in tecnologia e formazione, creare nuova
economia e assumere: le imprese non devono essere lasciate sole in
questo momento”.


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