Correva il mese di giugno 2008, al Mariotti di Alghero per assistere all’ultima partita di campionato dei giallorossi, valida per i play off Promozione, con la Colligiana, si era data appuntamento tantissima gente. Affficionados, e tifosi dell’ultima ora, perché l’Alghero era a un passo dal balzo in C2. Ma come sempre accade in queste occasioni c’era chi non si fidava delle troppe facce nuove, quei Pindacci che molto spesso, chi ha pratica dei campi di calcio, bolla toccandosi i gioielli. Ma al Mariotti quel pomeriggio dell’8 giugno, c’erano gradoni interi occupati da chi al Mariotti non c’era mai stato. Soprattutto politici mimetizzati. Pindacci appunto.
E allora è partito il rito propiziatore, scaccia malocchio, ed è in questo modo che irrompe sulla scena, nel parterre del Mariotti, Provolino, il super tifoso dell’Alghero che aveva annusato per tempo che il Mariotti sarebbe stato occupato da facce sospette.
Provolino compare con un bustone di sale, sale grosso, quello che ad Alghero allora si trovava a basso costo, arrivato poco dietro le panchine, dove sedevano allenatori e giocatori, ai piedi della tribuna centrale, lanciato all’indirizzo del terreno di gioco. “Provo” è stato rimproverato pesantemente alla fine della partita, da chi nel malocchio ci credeva davvero, poiché sosteneva che il sale bisognava spargerlo soprattutto in tribuna giusto per stoppare le forze negative che da lì si erano sprigionate veementi. Da qui nasce il mito di Marcolino Tore, un personaggio unico in città, per come ha vissuto con passione il tifo per la sua squadra, l’Alghero, seguita ogni domenica talvolta anche in trasferta. Poi soprattutto per il posto d’onore occupato dal suo mitico Milan.
La notizia della sua morte questa mattina ha pervaso la nostra città, poteva essere una cosa normale , ma proprio normale non è stata, perché a quest’uomo, è stato riservato un trattamento degno di chi in una città dev’essere ricordato. Ma Provolino imprese ne ha compiute poche, era più avvezzo a far parlare di sé nelle sue prese di posizione, eclatanti, polemiche talvolta anche veementi.
Le immagini fotografiche che ci sono sul web, che ritraggono Marcolino, che lancia il sale sul terreno del Mariotti, sono state scattate dal sottoscritto, finalizzate a riportare un fatto di cronaca in punta di sfottò, che oggi , ci restituisce la testimonianza di un pezzo di vita vissuta da un uomo, che in questa città era un grande appassionato di calcio. Nel suo incedere ciondolante fra la via Simon, Carlo Alberto, via Roma, e Largo San Francesco, incontrava quotidianamente la politica, con la quale intratteneva spesso dibattiti anche animati. Tutti lo conoscevano, tutti cercavano di consolarlo nel suo quotidiano peregrinare in cerca di un lunario da sbarcare. Il ricordo di questa persona sovente lo vedeva protagonista anche nella sede del Consiglio comunale in via Columbano, con prese di posizione al limite del consentito. I Sindaci li chiamava per nome e a voce alta. E quella sua spontaneità, un misto fra non conoscenza e ruvidezza, lo hanno fatto diventare suo malgrado un personaggio.
E allora a quest’uomo si augura un buon viaggio, di lui mancherà per le vie del centro storico quell’incedere ciondolante, con quella sigaretta succhiata fra le labbra, e quella vistosa sciarpa al collo che di volta in volta cambiava, una volta giallorossa una volta rosso nera, perché la sua vita con il calcio aveva un rapporto inscindibile. Con il calcio.