Altra scivolata. Sette sigle di Associazioni ci recapitano una nota, che critica nettamente un avvenimento che si tenuto a Punta Giglio: un matrimonio. Siamo noi che abbiamo titolato la notizia “primo matrimonio sostenibile. Siamo noi che abbiamo posto un cappello a una nota stampa, scrivendo : Nei giorni scorsi la notizia era presente sul maggior quotidiano sardo, con dovizie di particolari. Il matrimonio celebrato a Punta Giglio, nel santuario della biodiversità nel cuore del Parco di Porto Conte, è stato proiettato con ampia risonanza mediatica, seguita da foto, filmati, e gli immancabili commenti sul web. Non è valso comunque, a non farci finire nel calderone di chi si è fatto strumentalizzare e usato per far pubblicità gratuita. Una assurdità, che pesata nella dovuta maniera, da sola meriterebbe una censura. Ma la nostra correttezza, la nostra linea editoriale, certificata da un comportamento trasparente, nel tempo, che ha avuto il merito ( o il torto, a secondo dei punti di vista), di seguire i fatti, la cronaca, raccontarli, senza condizionamenti, oggi viene messa in discussione. Noi non facciamo pubblicità gratuita, e altro non abbiamo fatto che riportare un fatto, avvenuto, un matrimonio, celebrato per la prima volta in una location di rara bellezza. E lo abbiamo fatto, riportando integralmente una nota stampa, della Marketing Manager della società che gestisce il Rifugio di Mare nel sito di Punta Giglio, al pari, come ora facciamo, della nota recapitattaci da sette sigle, che nel preambolo della stessa trovano il modo di insultare e offendere. Una caduta di stile, una rozzezza che si poteva evitare.
Ecco la nota stampa integrale del Comitato Punta Giglio Libera, Comitato Parco Nord-Ovest Sardegna, AsceOnlus,Sa Domo de Totus,Assemblea Natzionale Sarda, Italia Nostra Sardegna, Siamo Tuttimportanti Sassari:
“Nel mondo al revés dell’attuale gestione del Parco Naturale Regionale di Porto Conte siamo ormai al paradosso che un’area Natura 2000, il cui scopo è “garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciata o rari a livello comunitario”, viene abusata e commercializzata per cerimonie e ricevimento di nozze.
Ebbene sì, a Punta Giglio l’ultima trovata per fare cassa è l’uso di una falesia protetta per ospitare un matrimonio e, per coronare l’assurdo, la stampa locale ha dato il suo contributo parlando di grande evento promotore del turismo ad Alghero e addirittura di “primo matrimonio sostenibile”!
Che questa propaganda la porta avanti la società che gestisce il Rifugio di Mare non meraviglia, ma lascia veramente perplessi che anche i quotidiani locali, senza alcun serio approfondimento, si lascino strumentalizzare e facciano pubblicità gratuita a ciò che, in fin dei conti, è solo business.
Con queste premesse, dati i tempi che corrono e il plauso che queste iniziative raccolgono, prepariamoci perché questo primo cattivo esempio verrà, purtroppo, seguito da molti.
Ancora una volta, i concessionari del Rifugio di Mare rilanciano una pluralità di proposte commerciali, smentendo le iniziali dichiarazioni d’intento e gli impegni assunti pubblicamente: lo stile rifugio, il punto di ristoro per camminatori e ciclisti, i pasti frugali, l’uso del mezzo elettrico per soli disabili.
Di fronte a questo ennesimo episodio di privata mercificazione di un Bene Comune, reiteriamo le domande che da subito abbiamo posto in questi anni: quale effettivo controllo sta attuando l’Ente Parco? Ha completamente abdicato alla sua funzione di protezione del territorio che dovrebbe tutelare? Esistono dei limiti che i concessionari dovrebbero non oltrepassare o gli è stata data carta bianca così che nel giro di qualche anno non ci sarà veramente più niente da proteggere? Di quale piano di gestione si è dotato il Parco in modo che esistano delle regole alle quali i concessionari
debbano attenersi? L’Ente Parco esplica, insomma, le sue funzioni di controllo su ciò che avviene dentro il territorio affidatogli? Pare proprio di no. A chi risponde il Parco per la sua connivente inerzia? Non sente il direttore la necessità morale di tutelare il patrimonio di biodiversità delle aree del Parco che dovrebbero esser sottoposte a maggiore tutela? Perché non verifica, insieme agli altri Ente di controllo, se la società che ha in concessione il bene sta effettivamente rispettando i limiti imposti dalla concessione stessa?
Qualcuno ha autorizzato tutto ciò che è stato progressivamente aggiunto dopo i lavori di restauro e l’istituzione del “Museo” – ristorante, bar, matrimoni, party, aperitivi serali, illuminazione notturna, introduzione di animali domestici, massaggi, numerologia, yoga -? Sono stati effettuati i dovuti controlli? È tutto consentito e lecito?
Autorevoli organismi scientifici suggeriscono una limitazione del carico antropico e invece assistiamo a un crescendo di iniziative che lo aumenteranno in modo esponenziale; è stata segnalata la necessità di una limitazione dell’illuminazione notturna ma si organizzano ricevimenti, aperitivi e party notturni; è stato denunciato il danno che il rumore arreca alle specie (ricordiamocelo, questo è periodo di riproduzione e l’attenzione dovrebbe essere massima) e si moltiplicano, al contrario, le occasioni di disturbo.
Inoltre come possono tutte queste attività conciliarsi con lo spirito e gli obiettivi del Bando Cammini e Percorsi? Cosa c’entra un ricevimento di nozze con il supporto al viaggiatore lento (turista, camminatore, pellegrino e ciclista) auspicato dal bando di gara del progetto? E cosa c’entra con la concessione ottenuta per l’esercizio di una casa per ferie e con l’impegno assunto a gestire un “museo a cielo aperto”?
In sintesi ricordiamo che la rete Natura 2000 non è stata pensata per fornire suggestive location per matrimoni, aperitivi, cene speciali per San Valentino” conclude la nota sottoscritta dal Comitato Punta Giglio Libera, Comitato Parco Nord-Ovest Sardegna, AsceOnlus,Sa Domo de Totus,Assemblea Natzionale Sarda, Italia Nostra Sardegna, Siamo Tuttimportanti Sassari