Martedì 25 ottobre alle ore 21, il Cinema Teatro Santa Croce in piazza del Popolo di Berchidda torna ad abbracciare il progetto Insulæ Lab, torna ad essere sfondo e al contempo coprotagonista sulla scena, regalandosi e regalando alla platea un nuovo atto e suggestivo appuntamento, il quinto in cartellone: “Attitos, Duru-Duru e Cantunovu“.
Dopo “Antine” ecco un’altra straordinaria performance a più mani, che nel suo scorrere godrà dell’estro e dell’arte figlie dell’incontro fra Elena Ledda (voce), Etta Scollo (voce), Mauro Palmas (mandola), Alfio Antico (percussioni) e Salvatore Maiore (contrabbasso e violoncello). Un nuovo denso incontro d’animi destinato a lasciare nuova traccia, delicatamente forte, del suo passaggio, del suo essere e del suo fare musica.
Un incrocio tra voci femminili e arcaiche percussioni; ed un incontro tra repertori popolari sardi e siciliani rivisti attraverso un linguaggio nuovo a cavallo tra folk, jazz e classica. La monodia dei canti funebri della Sardegna (sos attitos) e delle filastrocche infantili (sos duru-duru) si incontrano con il nuovo canto siciliano (cantunovu), con il mondo arcaico di Alfio Antico – pastore e suonatore di tamburi e strumenti come il marranzano – e con il poetico violoncello e il contrabbasso di Salvatore Maiore.
Un’altra produzione originale che immersa nel silenzio del granito logudorese fa risuonare forti gli echi della world music ancorati come radici alle tradizioni pastorali e capaci di elevare ad arte e ispirazione i sani e consueti gesti dell’antico vivere; il tutto mentre lo sguardo, guidato da voci di donna che permeano e avvolgono e coinvolgono, volge al mare Mediterraneo: ponte naturale fra modi di sentire, di suonare, di cantare e raccontare. Mondi che entrano in contatto, contaminati dalle passioni e da infinite collaborazioni spesi in giro per l’Isola, le Isole e il mondo intero. Un insieme contemporaneo che accende la quotidianità di Berchidda e spinge l’immaginazione alla ricerca stimolando il gusto, fra giorni e notti laboriose trascorse a provare e riprovare per dare forma alla prima “perfetta”.
Tutto accade in Sardegna, a Berchidda – piccola capitale sarda del jazz e patria natale di Paolo Fresu che di Insulæ Lab è direttore artistico – idea cui l’Associazione Time in Jazz ha donato impegno ed attenzione, linfa e cure che hanno dato sostanza e forma al primo centro di produzione del jazz e della creatività artistica del Mediterraneo.
Bio
Elena Ledda (voce) comincia la sua attività giovanissima nell’ambito della musica tradizionale cui unisce, dall’età di 16 anni, gli studi di canto classico al conservatorio Pierluigi da Palestrina di Cagliari. Inizia la sua carriera frequentando i palcoscenici deputati alla tradizione. Sulla scia dei grandi fermenti culturali che negli anni ’70 animano l’isola, interpreta Brecht, Weill e Eisler, si dedica al canto classico, promuove le prime esecuzioni filologiche di musica antica (dal medioevo al barocco) e partecipa ai primi esperimenti dedicati alla musica contemporanea. Approfondisce in questo periodo la sua ricerca dedicata alla musica tradizionale sarda che, in seguito, la porterà a privilegiare questo repertorio nell’ambito della sua arte espressiva. È di questi anni il fondamentale incontro con il musicista e compositore sardo Mauro Palmas, con il quale condividerà scelte e progetti. Voce tra le più importanti della scena tradizionale sarda e mediterranea, animatrice di grande temperamento della nuova cultura sarda, soprano drammatico dotata di una voce straordinaria, in oltre trent’anni di musica Elena Ledda ha portato in tutto il mondo (dai più piccoli comuni della nostra isola a New York, Sidney, Tripoli, Rio de Janeiro ecc.) il suo singolare repertorio, che vivifica la memoria del canto tradizionale con una speziata musica popolare aperta verso i lidi del Mediterraneo. Vanta una carriera ricca di produzioni originali e prestigiose collaborazioni con i più grandi protagonisti del panorama culturale nazionale ed internazionale: virtuosi di musica rinascimentale, alfieri della new age, cantadores, eccezionali interpreti dalla world music al jazz quali fra gli altri Enzo Avitabile, Tosca, Moni Ovadia, Don Cherry, Nana Vasconcelos, Lester Bowie, Don Moye, Enrico Rava, Andreass Vollenweider, Paolo Fresu, Antonello Salis, Giorgio Gaslini, Luigi Cinque, Noa, Richard Galliano, Fausta Vetere, Maria Pia DeVito, Rita Marcotulli, Lino Cannavacciuolo, Raiz, Daniele Sepe, Andrea Parodi, Fabrizio De André, Savina Yannatou, Fausto Mesolella, Paola Turci, Stracho Temelkovski, Ginevra Di Marco, Abeer Neheme, Mario Incudine, Duo Bottasso, Antonella Ruggiero, Furio Di Castri, Marcello Peghin, Cristiano De Andrè, Tenores di Orosei, Tenores di Oniferi, Cuncordu ‘e Su Rosario di Santu Lussurgiu, Tenores di Bitti, Gavino Murgia e tantissimi altri. La sua attività non tradisce mai le premesse da cui si è sviluppata: ricerca, studio, confronto. Partecipa a un gran numero di prestigiose produzioni (teatrali, musicali, italiane e straniere) e al film “Passaggi Di Tempo” per la regia di Gianfranco Cabiddu, con la direzione musicale di Paolo Fresu, prodotto e distribuito dell’Istituto Luce. Dal suo primo lavoro discografico “Ammentos”, nel 1979, alla partecipazione nel gruppo Suonofficina e successivamente nel gruppo Sonos, prosegue nel suo viaggio artistico denso di grandi emozioni e soddisfazioni. Dopo un’intensa attività live in Francia e in diversi paesi d’Europa, Africa e USA, nel 1993 registra per l’etichetta francese Silex “Incanti”. Le sue produzioni musicali la vedono protagonista accanto a grandi interpreti della musica mediterranea. Nel 2014 riceve il “Premio Donna sarda dell’anno”. È accanto al coro “Il mistero delle voci bulgare” nella produzione Dilliriu. È protagonista con Lucilla Galeazzi, Ginevra di Marco, Andrea Salvadori, Alessio Lega, Gigi Biolcati e Riccardo Tesi del riallestimento, a distanza di cinquant’anni, dello spettacolo ” Bella Ciao”, il più importante spettacolo del Folk italiano ad opera del Nuovo Canzoniere Italiano. “Bella Ciao”, presentato in tutta Italia e in Francia, Svizzera, Austria, Romania, diventa produzione discografica nel 2015. Partecipa a Marina Grande di Sorrento all’ evento musicale televisivo “Una Notte per Caruso 2015. Nel 2016 prosegue in Italia e in Europa il Tour di Bella Ciao. Elena Ledda ha inciso 19 album e partecipato ad altri 22 in qualità di interprete e autrice. I suoi progetti musicali, le numerose produzioni originali che l’hanno vista protagonista, partendo dalla Sardegna, hanno raggiunto con successo: Italia, Francia, Germania, Austria, Norvegia, Danimarca, Belgio, Grecia, Gran Bretagna, Svizzera, Slovenia, Croazia, Spagna, Portogallo, Stati Uniti, Australia, Argentina, Brasile, Tunisia, Russia, Algeria, Marocco, Ungheria, Singapore, Polonia, Libia, Bielorussia, Romania, Macedonia, Kazakistan e Perù. Dal 2001 è direttrice artistica dell’associazione culturale ELENALEDDA VOX. Dal 2011 è direttrice artistica del Premio Andrea Parodi
Etta Scollo (voce) è compositrice e cantante. Nata a Catania. Vive a Berlino e in Sicilia. Per il progetto Canta Ro’ ha ricevuto, tra gli altri, il World Music Prize Ruth. Alle Orestiadi di Gibellina è insieme a Franco Scaldati nello spettacolo poetico musicale dedicato a Ignazio Buttitta La mia vita vorrei scriverla cantando per la regia di Enrico Stassi. È Elena nella tragedia Faust II di Wolfgang Goethe, eseguita dall’Orchestra Filarmonica di Brema. Al suo progetto poetico-musicale Il fiore splendente hanno partecipato artisti quali Giovanni Sollima, Markus Stockhausen e Nabil Salameh, e Franco Battiato, con cui poi collabora al suo progetto dal vivo Diwan – l’essenza del reale. Rielabora le musiche di Verdi per la messa in scena del Rigoletto in chiave contemporanea, per la Neu Köllner Oper di Berlino. È Alice, nell’opera Alice nel paese delle meraviglie, per il Teatro Massimo di Palermo. Mette in musica la fiaba barocca Lunaria di Vincenzo Consolo che ha avuto la sua Prima al Teatro Parenti di Milano, per la recitazione di Roberto Herlitzka. Produce e mette in scena la Storia del Soldato di Igor Strawinsky al Teatro Radialsystem di Berlino, con le scenografie dell’artista Mimmo Paladino. Per l’anniversario della tragedia mineraria di Marcinelle realizza l’oratorio La Catastròfa tratto dall’omonimo libro di Paolo Di Stefano e in seguito la Suite per Lampedusa composto sul discorso al vertice UE della ex sindaca Giusi Nicolini. Ha collaborato con l’attrice Hanna Schygulla per il progetto di cine-concerto Vom Mensch sein in Ausnahmezeiten al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Strasburgo (MAMCS) e ha eseguito i suoi progetti musicali con la Württembergischen Philharmonie in Reutlingene la Philharmonisches Orchesters Heidelberg. Sta lavorando alla realizzazione di un nuovo album che uscirà all’inizio del 2023.
Mauro Palmas (mandola) sperimenta da sempre, senza mai perdere la propria identità, nuove possibilità di incontro tra musica tradizionale e altre espressioni sonore, prefigurando una musica aperta alle influenze del jazz, della musica d’autore e mediterranea. Proprio il Mediterraneo, culla di tradizioni, musiche, culture e religioni, è il protagonista ispiratore di questo particolare progetto artistico. Un progetto che si misura con i sentimenti più veri e profondi, che nasce dall’incontro di artisti appartenenti a mondi musicali solo apparentemente lontani: uno legato alla tradizione popolare mediterranea, l’altro prevalentemente legato alla musica classica e, nella versione organistica, a quella liturgica. Una formazione unica dalla grande impronta poetica, forte di una comune passione musicale e di un solido legame umano. Attraverso composizioni originali, riletture realizzate con personale creatività e nel rispetto della tradizione classica e popolare, gli eclettici protagonisti mettono a confronto sensibilità, esperienze e suggestioni raccolte nel corso della loro intensa carriera artistica. “Palma de Sols“, il nuovo CD di Mauro Palmas, pubblicato da Squilibri, è dedicato a quanti al mare affidano la propria vita e le proprie speranze, ai tanti che ce la fanno e ai troppi che invece vedono il proprio sogno frantumarsi tra le onde. Di brano in brano si profila così un viaggio senza tempo sulle antiche rotte di un mare testimone di molteplici destini e custode di inestimabili bellezze, teatro di indicibili sofferenze e veicolo di sogni e promesse di vita. Il mare nostrum, quel Mediterraneo una volta enclave di civiltà diverse e ora specchio di egoismi feroci, diventa protagonista di suoni e voci che, a loro volta, diventano racconto grazie al testo di Maria Gabriela Ledda, scritto appositamente per questo lavoro che si snoda come un seducente filo conduttore tra i diversi brani, nominando quanto la musica esprime ma non dice. Da tempo immemorabile, del resto, in quel mare si addensano vite e destini che Mauro Palmas ha deciso di raccontare, in brani di grande suggestione, con la leggerezza del sogno e la potenza del linguaggio musicale, trasfigurando nelle pieghe del mito vicende che riguardano ancora le cronache dei nostri giorni. I protagonisti del racconto, Antoni e Adrià, insieme al timoniere Juan Edmond Ravel e al giovane mozzo Mohamed, sono in viaggio verso Palma de Sols, come era stata ribattezzata l’isola di Sant’Antioco dai catalano-aragonesi quando decisero di invadere la Sardegna. Nell’isola si sono dati convegno i più grandi suonatori del mondo per una competizione senza eguali in onore di Sant’Antioco: colui che riesce a far comparire un sorriso sul volto della statua lignea del santo viene nominato protettore dell’isola e a lui viene riconosciuto lo strabiliante potere di cancellare la tristezza. Una gara, dunque, in onore di un santo ‘straniero’ venuto dal mare, dato che Sant’Antioco è nato in una regione tra Marocco e Algeria, a indicare la capacità di unire vita e destini tanto del mare quanto della musica a dispetto di ogni malintesa idea di identità, fondata sulla razza e l’appartenenza territoriale, esibite come motivo di esclusione nei confronti dell’altro. Mauro Palmas compositore, polistrumentista e mandolista, ha iniziato la sua carriera giovanissimo dedicandosi alla ricerca nell’ambito della musica popolare. Nel 1977 ha fondato Suonofficina, rivolgendo la sua attenzione alla musica sarda e mediterranea in generale. A quel periodo risale l’ideazione di una tecnica esecutiva che, partendo dai ritmi delle danze popolari, gli ha permesso di trasporre sulla mandola il linguaggio delle antiche “nodas” sarde, tradizionalmente eseguite con le launeddas. È autore di musiche per il cinema e per il teatro, e le sue collaborazioni musicali spaziano dalla musica popolare al jazz e a forme di ricerca che attraversano territori diversi, senza appartenere a un genere preciso. Tra i tanti artisti con i quali ha collaborato Maria Carta, Elena Ledda, Mauro Pagani, Don Cherry, Lester Bowie, Don Moye, Enrico Rava, Paolo Fresu, Antonello Salis, Noa e Gabriele Mirabassi e tanti altri.
Alfio Antico (percussioni) nasce in Sicilia (Lentini). Riesce a costruire uno stile musicale unico grazie alle sua conoscenza e ai suoi profondi legami con la tradizione e alla sua grande creatività, diventando così il più grande portavoce al mondo del suo strumento. Fino a 18 anni ha vissuto lavorando come pastore, circondato dalla natura e in profonda connessione con questa, assorbendo le storie e le leggende raccontate dalla nonna, ma anche le tecniche strumentali diventate poi il suo marchio di fabbrica e, molto spesso imitate. La voce del vento, il suono degli animali, delle campane, i racconti degli anziani e una terra popolata da millenni, con profondi legami con l’antica Grecia sono solo alcuni elementi del suo stile. Alfio però non è soltanto l’uomo che conserva la tradizione ma anche l’artefice della sua proiezione nella modernità e, la sua scelta di diventare musicista professionista, era esattamente ciò a cui aspirava. Bastò un solo incontro, una jam in Piazza Della Signoria a Firenze, per fare sì che Eugenio Bennato “scoprisse” Alfio e lo scegliesse come membro del suo gruppo Musicanova insieme a Teresa De Sio, contattandolo, in un’epoca in cui non esistevano social, con una lettera al comune di Lentini per avere un suo recapito. Da allora Alfio Antico è diventato un musicista professionista, in studio e in tour con alcuni dei più grandi della musica italiana, da Lucio Dalla a Fabrizio De Andrè, senza scordare Vinicio Capossela, suoi i tamburi ne “Il Ballo Di San Vito”, Carmen Consoli, Peppe Barra e la Nuova Compagnia Di Canto Popolare ancora i lavori teatrali al fianco di nomi come Giorgio Albertazzi. I suoi ritmi incredibili fanno da sfondo per testi, sempre poetici, con una vena pastorale in cui anche la parola si fa suono. Anche i suoi strumenti hanno un’anima e li costruisce dall’inizio, utilizzando vecchi setacci e i cimbali che sono presenti sui tamburi, le decorazioni che riprendono temi zoomorfi, pattern quasi tribali, immagini di fantasia
dell’autore.
Salvatore Maiore (contrabbasso e violoncello) dopo aver compiuto gli studi classici, diplomandosi in contrabbasso al Conservatorio di Cagliari nel 1990 con il Maestro Rinaldo Asuni, inizia lo studio del violoncello come autodidatta e dal 97′ lo alterna al contrabbasso nella sua attività concertistica e discografica. È pubblicato con diverse formazioni in veste di leader e compositore e diverse sue composizioni sono contenute in album di suoi collaboratori. Tra le collaborazioni più importanti e durature sono da segnalare quelle con il Trio di Glauco Venier, il Gramelot Ensemble di Simone Guiducci, il clarinettista Gabriele Mirabassi, con il quale ha registrato per l’etichetta EGEA il disco “Canto di Ebano” (vincitore del Top Jazz come miglior disco dell’anno 2008), il chitarrista Peo Alfonsi (duo, trio e quartetto) e il pianista Stefano Battaglia con il quale ha registrato quattro lavori discografici, tutti per la casa discografica tedesca ECM. In quarant’anni di attività ha avuto svariate esperienze concertistiche e discografiche con musicisti italiani e stranieri tra cui Lee Konitz, Nguyèn Le, Billy Cobham, Franco Cerri, Enrico Intra, Franco D’Andrea, Bebo Ferra L. Butch Morris, Bruno Tommaso, Jack Walrath, Joseph Jarman, Roberto Taufic, Jaques Pellen, Joxan Goykoetxea, Balen Lopez De Munain, Francesco Sotgiu, Steve Grossman, Cedar Walton, Antonio Farò, Arrigo Cappelletti, Olivier Manoury, Eliot Zigmund, Gianluigi Trovesi, Luca Flores, Claudio Fasoli, Beppe Caruso, Paolo Birro, Cheryl Porter, Nicola Stilo, Enrico Rava, David Liebman, Alfred Kramer, Roberto Rossi, Francesco Bearzatti, Francesco Bigoni, Daniele Di Bonaventura, Ilaria Patassini, Stefania Tallini, Oscar Del Barba, Roberto Dani, Tommy Campbell, Jacques Pellen, Pietro Tonolo, Zeno De Rossi, Enzo Carpentieri, Oliver Lake, Slatko Kaucic, U.T. Ghandi, Marcello Allulli, David Boato, Ralph Alessi, Enrico Pieranunzi, Chris Speed, David Liebman, Giovanni Ceccarelli, Gavino Murgia, Mauro Ottolini, Pietro Iodice, Sandro Satta, Noa, Ferenc Snetberger, Fulvio Sigurtà, Florin Nicolescu, Gianni Coscia, J Kyle Gregory, Erik Friedlander, Tino Tracanna, Emanuele Cisi, Flavio Boltro, Robert Bonisolo, Don Byron, Michele Calgaro, Saverio Tasca, Roberto Ottaviano, Sandro Gibellini, Staffan Mossenmark, Akira Tana, Luciano Biondini, Gil Goldstein, Enzo Favata, Trilok Gurtu, Al Di Meola, Pietro Tonolo, Luigi Bonafede, Mauro Beggio, Giancarlo Bianchetti, Nicola Angelucci. Ha partecipato a più di 60 pubblicazioni discografiche e ha suonato nei maggiori festival di jazz internazionali.