Venerdì 18 Luglio, aggiornato alle 21:41

Concluse le operazioni di rimozione delle reti da pesca abbandonate (“reti fantasma”) nel Golfo di Cagliari

Concluse le operazioni di rimozione delle reti da pesca abbandonate (“reti fantasma”) nel Golfo di Cagliari

Successo dell’intervento del Nucleo Subacquei dei Carabinieri di Cagliari sotto la guida scientifica del Dipartimento di Scienze della vita e dell’ambiente dell’Università di Cagliari nella Campagna dell’associazione sportiva Blue Life Scuola Apnea Sardegna

CAGLIARI, 18.6.2025 – Si sono concluse con successo le operazioni di rimozione delle reti da pesca abbandonate (“reti fantasma”) nel Golfo di Cagliari nell’ambito del progetto “Fishing for the Planet” dell’associazione sportiva ASD Blue Life Scuola Apnea Sardegna.
L’intervento, coordinato dal maresciallo Fabio Previti del Nucleo Subacquei dei Carabinieri di Cagliari, è iniziato alle prime luci dell’alba da Marina di Cagliari, con base operativa presso il piazzale Su Siccu, di fronte alla Lega Navale di Marina di Bonaria, partner di progetto.
I RISULTATI DELL’OPERAZIONE: OLTRE 600 TRAPPOLE RIMOSSE
Le operazioni di recupero condotte dai Carabinieri e dagli operatori tecnici subacquei, con la supervisione scientifica del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università di Cagliari (DiSVa), guidato dal prof. Alessandro Cau, hanno permesso di rimuovere oltre 2,5 km di reti con nasse abbandonate.
Si tratta di vere e proprie “trappole fantasma”, che continuano a intrappolare animali marini anche dopo l’uso. All’interno, sono stati trovati numerosi polpi ancora vivi, immediatamente liberati in mare.
Un’azione concreta contro l’abbandono degli attrezzi da pesca e a tutela della biodiversità marina. Le operazioni, disciplinate dall’ordinanza n. 145/2025 della Capitaneria di Porto di Cagliari e rese possibili anche grazie al primo protocollo d’intesa tra l’Università di Cagliari e la Regione Autonoma della Sardegna sul tema, mirando a tutelare la sicurezza della navigazione e la protezione dell’ambiente marino.
Gli interventi hanno interessato l’area del Golfo di Cagliari, mappata durante la fase di ricognizione, dal quartiere Sant’Elia fino a Geremeas, nel territorio del Comune di Quartu
Sant’Elena.
IL PROGETTO “FISHING FOR THE PLANET”
L’iniziativa, lanciata all’inizio dell’estate 2024, ha visto la collaborazione tra i Comuni di Quartu Sant’Elena e Cagliari, con il sostegno della Fondazione di Sardegna. Durante i mesi di mappatura, da Maggio a Settembre 2024, sono stati individuati oltre una dozzina di punti critici segnalati da sportivi, pescatori e cittadini attraverso il portale dedicato. Nei giorni scorsi, le ricognizioni in mare degli sportivi dell’associazione Blue Life Scuola Apnea
Sardegna, hanno consentito di confermare alcuni di questi punti. “Questa operazione rappresenta un momento fondamentale per la tutela del nostro mare”, dichiara Simone Mingoia, presidente dell’ASD Blue Life Scuola Apnea Sardegna e referente del progetto. “Le reti fantasma costituiscono una grave minaccia per la fauna marina e per la sicurezza di chi pratica sport acquatici. Oggi abbiamo restituito al mare la sua naturale bellezza”.

Il comandante del Nucleo Subacquei dei Carabinieri di Cagliari, Fabio Previti, sottolinea: sottolinea:”l’operazione ha richiesto grande coordinamento e professionalità. Questi interventi richiedono sempre un’adeguata pianificazione e molta cautela, in quanto si opera spesso a profondità impegnative e con poco tempo a disposizione ed un imprevisto può rappresentare un vero pericolo. Siamo orgogliosi di aver contribuito a questo gratificante risultato, salvaguardando l’ambiente marino di questa splendida isola.”
Il Professor Alessandro Cau, ricercatore in Ecologia Marina all’Università di Cagliari, evidenzia l’importanza scientifica dell’intervento: “Rimuovere queste reti non è semplice e richiede un lavoro in sinergia con i cittadini, le forze dell’ordine preposte al controllo del mare e gli enti di ricerca. Queste reti innescano una reazione a catena: una volta abbandonate continuano a pescare in modo indiscriminato, catturando fauna marina e specie protette”.
Le reti recuperate, realizzate principalmente in nylon e polietilene, avrebbero impiegato centinaia di anni per decomporsi naturalmente, continuando a catturare indiscriminatamente specie marine, anche protette, e rilasciando microplastiche nell’ecosistema marino.
Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), ogni anno vengono disperse in mare 640.000 tonnellate di reti e altri attrezzi da pesca a livello mondiale, rappresentando il 10% dell’inquinamento marino globale. FISHING FOR THE PLANET RIPARTE NELL’ESTATE 2025
Il progetto è stato reso possibile grazie alla collaborazione della Fondazione di Sardegna come finanziatore principale, insieme a diversi partner istituzionali, Comuni di Cagliari e
Quartu Sant’Elena, la Città Metropolitana di Cagliari, la Regione Sardegna, la Guardia Costiera di Cagliari e il Nucleo Subacquei dei Carabinieri di Cagliari, oltre alla Lega Navale di Cagliari.
Il materiale recuperato sarà sottoposto a smaltimento specializzato secondo le normative ambientali vigenti.
L’ASD Blue Life Scuola Apnea Sardegna annuncia che il progetto “Fishing for the Planet” ripartirà nella sua III edizione nell’estate 2025 con una ricognizione generale ancora più ambiziosa nel Golfo di Cagliari. La nuova campagna, più strutturata rispetto alla precedente, si propone di individuare sistematicamente tutte le reti fantasma abbandonate presenti nei fondali del golfo e, grazie ad un protocollo siglato con la Regione Autonoma della Sardegna e l’Università di Cagliari, di poter procedere alla loro rimozione in tempi utili, in collaborazione con le forze dell’ordine preposte.
“La prossima edizione del progetto vedrà la partecipazione di altri corpi speciali oltre ai Carabinieri, per un approccio ancora più coordinato e capillare”, anticipa Simone Mingoia, “inoltre per l’edizione 2025 svogliamo coinvolgere i pescatori del Golfo di Cagliari per rilevare le reti da pesca abbandonate”. “L’esperienza di quest’anno ci ha dimostrato l’importanza di un’azione congiunta tra istituzioni, – continua Mingoia – mondo scientifico, chi opera in mare e cittadini per la tutela del nostro mare e anche di un intervento tempestivo per la rimozione di questi rifiuti speciali che mettono in pericolo la vita in mare e la sicurezza per molti sportivi”.
La campagna 2025 si avvarrà delle competenze acquisite durante questa prima fase pilota e utilizzerà tecnologie avanzate per la mappatura e il recupero delle reti abbandonate. L’ASD Blue Life Scuola Apnea Sardegna continuerà nel frattempo il monitoraggio dei fondali e invita cittadini e sportivi a segnalare eventuali nuovi avvistamenti di reti abbandonate


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