di Giuseppe Tore Frulio
Dopo aver scritto un Romanzo su Gavino, vecchio uomo di mare, ed aver inaugurato in Città assieme a Joan Busquets una riflessione sul “Fronte della Città sul Mare “ ( Waterfront) da cui scaturì il Progetto del Nuovo Lungomare dal Porto al Lido di San Giovanni, non posso certo esimermi da una riflessione sul Dibattito in atto sul “Campo Boe “ che ormai, purtroppo, sembra quasi cosa fatta . Immagino che in questo tempo recente forse si sia sbagliata, la forma del Ricorso alla Regione, altre mosse amministrative, ma resta di fatto che le tanto famigerate Boe, paiono ora dimezzate nel numero , rispetto alla prima Proposta elaborata , più corposa, ma totalmente in assenza di un Dibattito Pubblico sul tema davvero tanto delicato.
La collettività Algherese, di fatto a ben vedere ha reagito solo dopo… quando i buoi o meglio “… i pesci erano già fuggiti tutti dalla nassa! “ . Purtroppo è davvero così.
Da Presidente, poi, fondatore di una “Associazione di Cultura del Mare” ( LA CAIXA DEL CORAL ) osservo che in sostanza è mancata la visione, il Progetto, la strategia complessiva. Oserei dire persino la Politica.
Se non quella di una monetizzazione della RISORSA MARE . Mi pare di notare cioè una corsa evidente all’occupazione degli spazi più preziosi del nostro Mare, come già abbiamo fatto nel litorale, nelle spiagge, ma dippiu in tutta la Città a causa di un fenomeno di edificazione abnorme: in assenza ancora di norme di Piano, ancora di la da venire. Chiudiamo e lottizziamo cioè il nostro mare come abbiamo già fatto senza criterio in terraferma …
Le boe in mare sono un fenomeno ricorrente nel governo della sosta dei natanti specie in transito e per tempi controllati, ma da noi l’occupazione senza un Progetto di Sistema Mare si è rivolta direttamente alle zone più belle, più fragili, più rare del nostro territorio costiero: il Golfo di Porto Conte e la stessa Area Marina Protetta di Capo Caccia ed Isola Piana . Quasi ad ipotecare subito i nostri più preziosi gioielli di Famiglia.
Mi chiederei dovutamente: chi lo ha chiesto, chi lo ha ritenuto urgente e necessario?
O la salvaguardia della Posidonia può generare un tale fenomeno abnorme ?
In Città, nel nostro Territorio di mare occorre ben altro, invece partendo dal reale studio del Porto da ripensare come il primo scalo marittimo della Sardegna al nord-ovest , verso le Isole Baleari ed il ponente del Mediterraneo , sino al nord Africa e Gibilterra.
Abbiamo una possibile grossa economia che ci sfugge e passa oltre, per rotte che cercano la Corsica (Ajaccio, Propriano,Calvi ) e attraverso le Bocche di Bonifacio verso tutti i porti del nordest della Sardegna a partire dall’Arcipelago di la Maddalena: tutto per mancanza di attrezzature, di strategie, anche di comunicazione adeguata, non certo per le boe da posizionare in zone vergini del nostro prezioso mare .
Occorre a mio vedere, nel pensare ad un Progetto ( Piano ) per il Porto di Alghero, riflettere sul “Sistema Portualita’ “ esistente nel suo insieme: come negli studi già a partire dai tempi passati la Città ha sempre cercato di fare. Il porto e le sue propaggini, cioè, l’Isola della Maddalenetta, Fertilia, la baia di Lazzaretto, Porto Conte, i suoi vecchi attracchi, il Tramariglio, Cala Calcina … rappresentano oggi preziosi spazi di riflessione sul possibile da farsi, non invece luoghi di invenzioni e trovate, senza un ragionamento articolato, ed organico di Sistema.
Si può ancora tentare di riflettere positivamente, non dimenticando pur tuttavia la Città stessa che comunque possiede spazi e funzioni necessarie al mare, ai suoi traffici, alla sua economia ancora da costruire, a partire dal vecchio Porto” .