Mercoledì 11 Dicembre, aggiornato alle 9:09

Al via la Quarta Edizione del “Festival Letterario Ethno’s”

Al via la Quarta Edizione del “Festival Letterario Ethno’s”

Al via la Quarta Edizione del Festival Letterario Ethno’s ospiti e artisti poliedrici: Favata, Aprea, Toffolo E Arrogalla, Morici e di i Marco in trio, il tema: da kafka alla metamorfosi del piccolo che essendo libero, vive di sostanza

 

Dal piccolo mondo racchiuso nei confini di Martis in Anglona si esplora la grandezza della letteratura e delle arti che, in realtà, confini non ne ha. Sta per partire la IV edizione di Ethno’s Festival letterario, un festival che racchiude letteratura, arte, performance e teatro, ideato dall’Associazione Elighe Aps, che ne cura interamente l’organizzazione, patrocinato dal comune di Martis e finanziato con il contributo della Regione Sardegna, Camera di Commercio con Salude&Trigu e con l’Unione dei Comuni dell’Anglona e Bassa Valle del Coghinas. Il festival e i suoi  eventi rientrano sotto gli auspici del Centro per il libro e la lettura (Ministero della Cultura) ed è reso possibile anche grazie al prezioso contributo di partner come il Sistema Bibliotecario Sbangl che ogni anno partecipa attivamente con le idee, laboratori e mostre originali.

IL TEMA DI QUEST’ANNO: LA METAMORFOSI.  Nel centenario della morte di Franz Kafka, Ethno’s Festival  celebra l’impatto incalcolabile che la penna e il pensiero di Kafka ha avuto sulla letteratura e la cultura, e si interroga sul significato della metamorfosi per noi, dando risposte concrete negli appuntamenti in programma dall’8 novembre al 29 novembre, in cinque serate tutte profondamente diverse e originali al tempo stesso. Prima di tutto, Ethno’s è un festival che cresce. Ne sono prova i nomi nel cartellone principale. Ma è anche un festival che ascolta. La “direzione artistica” è sempre più condivisa: fra gli operatori del territorio, lo staff, i soci dell’Associazione Elighe che ormai si fa interamente carico dell’organizzazione. L’obiettivo è quello di creare una miscela equilibrata fra lo sviluppo del tema, lo scambio di esperienze, e il rilievo delle proposte, che hanno l’orgoglio di creare qualcosa di importante in un territorio marginale. Questo piccolo centro dell’Anglona, con poco più di 400 abitanti, vuole così diventare anche un modello di rilancio culturale per altri piccoli centri della Sardegna, collaborando in modo aperto e sperimentale con scuole, biblioteche, e comunità locali.

I NOMI. Gli spettacoli, reading, performance, vedranno alternarsi sul palco Ginevra di Marco, Davide Toffolo nel suo connubio con Arrogalla, Denise Gueye con Marco Carta, Valerio Aprea, l’apprezzatissimo Claudio Morici che torna ad Ethno’s con un nuovo lavoro. Per un cartellone di tutto rispetto, originale, affascinante.

8 NOVEMBRE, APERTURA FESTIVAL. La “lezione introduttiva” del festival, a cura di Giovanni Campus, in cui il tema del festival è esplicitato e raccontato, è ormai diventata uno spettacolo a se, che occupa una intera serata. Una produzione originale di Ethno’s che vede quest’anno la voce recitante di Maria Paola Cordella e le musiche del Maestro Luigi Frassetto con l’ospite speciale Enzo Favata ai sassofoni. Qui il tema sarà proprio quello delle Metamorfosi di Kafka: attraverso i vari significati di questo autore nella storia del pensiero. Ma ognuna di queste performance ha a che fare con il tema in un diverso modo. C’è sempre qualcosa che cambia, una instabilità, una esplorazione di possibilità differenti. Può sembrare incredibile ma la metamorfosi finirà per avere, sempre, un valore positivo. Quest’anno, il festival si propone di analizzare e interpretare la metamorfosi non solo come tema letterario, ma come simbolo di cambiamento personale e sociale.

Lo fa di nuovo attraverso la Mostra Bibliografica a cura della rete delle biblioteche SBANGL, una sorta di anteprima della serata di apertura con inizio alle 18 30.  La mostra, allestita al Museo Paleobotanico in corso Umberto 1 n 12,  intende percorrere e illustrare attraverso libri e fumetti le varie facce con cui il tema della metamorfosi è stato declinato a partire dalla letteratura classica fino alla letteratura contemporanea anche di libri per l’infanzia. Attraverso un allestimento bibliografico per filoni tematici e per tipologia di materiale bibliografico saranno creati dei percorsi esplorativi mediante una segnaletica a tema di totem scomponibili con cui i visitatori potranno interagire per giocare a riconoscere personaggi, ad assemblarli etc.

Durante il Festival non potremmo non raccontarvi anche gli incontri dedicati nelle Case di Riposo, fra i miti di Ovidio, i miti e riti locali e racconti dedicati alle metamorfosi del paesaggio sardo, di cui i più anziani portano testimonianze dirette.  Ci sono poi le attività collaterali agli spettacoli, tutte dedicate ai bambini, con percorsi tematici e laboratori creativi per agli alunni delle scuole primarie guidati dalla pedagogista e educatrice Silvia Piga. Senza dimenticare le immancabili le presentazioni di libri e gli incontri con gli autori nelle biblioteche e in spazi alternativi.

9 NOVEMBRE. L’Anteprima della serata è affidata a Stefano Enna e alla presentazione del suo libro “I fabbricanti di lampade” alle 18 30. Mentre la serata è tutta dedicata a Valerio Aprea, con i monologhi scritti per lui da Marco Dambrosio, in arte Makkox nello spettacolo-reading “Aspettando l’apocalisse”. Dalla scienza al suo opposto, dagli algoritmi alle abitudini quotidiane, dalla politica al progresso e all’inerzia che lo frena. Di come la comicità e l’assurdo possano essere utilizzati come strumenti per affrontare e provare a scongiurare il grande spauracchio dell’Apocalisse, offrendo una chiave iperbolica sulla nostra resistenza e difficile adattabilità al nuovo. Lo spettacolo ha inizio alle 21 00.

16 NOVEMBRE Sul palco del Centro Polivalente Migaleddu, con inizio alle 21 00 Davide Toffolo, in una performance audiovisiva insieme ad Arrogalla, in un concerto disegnato sulla fauna della Sardegna. Questo spettacolo, produzione “Le ragazze terribili”I Abbabula 2024, È un rito, un concerto disegnato, una improvvisazione radicale dove le <<pinturas>> rappresentano i dipinti ma anche le visioni e <<a bolu>> rappresentano l’improvvisazione ma anche il volo degli uccelli. Il paesaggio sonoro della Sardegna rappresenta una miniera che muta di pari passo con la moltitudine di habitat presenti nell’isola: il mare, la salina, lo stagno, il fiume, la montagna, la foresta, la pianura e le aree urbane. Davide Toffolo (fumettista, cantante e frontman dei Tre Allegri Ragazzi Morti) e il producer e live performer Arrogalla hanno attraversato la Sardegna in lungo e largo, studiato e registrato il mutevole mondo degli uccelli, che hanno rielaborato e contaminato con canzoni e composizioni originali. Prima dello spettacolo di Toffolo, alle 18 30, spazio ad un lavoro di storia facile da comprendere anche per i più piccoli: “Guida Nuraghe Majori Tempio Pausania” scritto dai ragazzi dell’Associazione AIPD Gallura.

22 NOVEMBRE  Claudio Morici presenta il suo spettacolo la malattia dell’ostrica, inizio alle 21 00. Morici, porta in scena uno spettacolo ironico ma al tempo stesso accattivante fatto di memorie e di ricostruzioni di vite di autori importanti, viste sotto una lente d’ingrandimento beffarda e sarcastica. Dopo aver studiato decine di biografie per un programma tv sui libri, Claudio ha avuto un’illuminazione: gli scrittori sono tutti matti. Hanno subito guerre mondiali, miseria, traumi infantili, come minimo un paio di tragici amori non corrisposti. “È gente che sta malissimo, parliamoci chiaro”. E quindi si parla di Cesare Pavese imbottito di sedativi in una stanzetta d’albergo o di Emilio Salgari che si è sventrato con un rasoio. Giovanni Pascoli è morto di cirrosi epatica, quanti lo sanno? E innumerevoli altre storie. Attraverso incursioni nella vita dei grandi e delle grandi della letteratura, Claudio compirà un viaggio a ritroso nella propria “età a rischio”, riportando alla memoria come i libri lo abbiano curato.

23 NOVEMBRE.  Al Centro polivalente Migaleddu, alle 21 00, a calcare il palco è Ginevra di Marco in trio. Di Marco canta Luigi Tenco “Quello che conta”. Ginevra Di Marco fa sue le canzoni di Tenco, vestendole con un nuovo abito musicale: un delicato equilibrio che non tradisce lo spirito originale ma le rinnova, permettendo sempre alla loro essenza più profonda di affiorare. . Sempre lontano dalle mode e dai linguaggi scontati, Tenco abitava un mondo dove sperimentava soluzioni inedite mescolando stili e suggestioni con il piglio e la sensibilità di uno che sta guardando oltre. Ginevra Di Marco non vuole “ricantare” Luigi Tenco, ma ne rilegge la musica con gli occhi dell’oggi e della sua storia artistica.

28 NOVEMBRE: Interessante appuntamento al Museo Paoleobotanico, alle 18 30 con la presentazione del libro “Grazia Deledda e il cibo. Da Omero ai giorni nostri” di Giovanni Fancello e Sara Chessa. Dialogano con gli autori Mauro e Nino Tedde. Letture a cura di Stefano Resmini.

29 NOVEMBRE Chiudono le serate del Festival Denise Gueye e Marco Carta con lo spettacolo dedicato a Federico García Lorca – Canciones Populares Españolas -. Pochi sanno che Garcìa Lorca fu anche pianista e compositore, e, in un gesto di amore verso la sua terra natia, trascrisse alcuni brani della tradizione canora spagnola sotto il titolo di “Canciones Populares Antiguas”, per pianoforte e soprano. Tali brani, perfetti per completare il programma dei concerti sul Romancero, sono trascritti e rielaborati da Marco e Denise per chitarra e voce. Dal loro progetto sulle Canciones di Garcìa Lorca è inoltre nato il loro primo disco, “Velas Blancas Y Ramas Verdes”, presentato alla Pinacoteca Nazionale il Canopoleno per la rassegna “Il filo rosso”, nel maggio del 2022. Il loro progetto include inoltre alcune composizioni originali di Denise Gueye, e brani tratti dalle sette “Canciones Populares Espaňolas” di Manuel De Falla.

Nanni Campus, direttore artistico del Festival e autore: Alla fine di queste riflessioni, intrecciati questi percorsi, cosa significa, dunque, per noi, questa metamorfosi? In fondo è una riflessione quella legata al tema della marginalità, che abbiamo già affrontato nelle edizioni precedenti di Ethno’s. Cosa possiamo fare del nostro essere piccoli? In Kafka tutto ciò che è piccolo o debole è importantissimo. Chi si percepisce come piccolo non vuole amministrare la giustizia e la legge, non solo perché non si sente in grado di farlo, ma perché intuisce che nel loro esercizio esse finiscono per diventare sempre arbitrio e potere sovrano. Solo il nostro essere piccoli può farci sfuggire al sordido, e renderci incorruttibili.


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