Un punto deve essere chiaro, il deliberato del consiglio comunale di oggi che ha dato il via libera sui terreni di Punta Giglio-Capo Caccia, non è un semaforo verde all’acquisto. Oggi non si è deliberato di acquistare niente ma di dar via libera al Parco per poter partecipare al bando Regionale da 50 milioni di euro, che consentirebbe all’ ente strumentale del Comune di Alghero di portare a casa, se del caso 2 milioni di euro. Di questi una quota pari al 10% potrebbe essere destinata all’acquisto di terreni, una quota quindi di 200.000 €. Da qui si parte da qui oggi c’è stato il via libera del Consiglio Comunale, che, come ribadito nella commissione congiunta di giovedì scorso, mette sul tavolo altre 200.000 € da risorse del Bilancio per poter soddisfare le richieste della società proprietaria dei terreni, la Borgosesia S.p.A..(LEGGI). E’ stata una corsa contro il tempo, il bando scadeva alla mezzanotte di ieri Luned’ 30 Settembre, in linea con il modus operandi degli ultimi anni.
C’è un pre accordo, con impegno reciproco che prevede la chiusura del passaggio di proprietà al costo ipotizzato di 400.000 €. Il documento in aula è stato licenziato con il voto favorevole di 13 consiglieri comunali di maggioranza, quattro contrari nell’opposizione, una astenuto e uno che non ha partecipato al voto (LEGGI).
La maggioranza contiene e respingere la pressione dell’opposizione che oggi ha dato prova di come il percorso in consiglio comunale, per gli atti che proporrà la maggioranza, non saranno certamente una passeggiata. Lo stesso documento che prevede l’impegno dell’amministrazione comunale nella compravendita, oggi è stato terreno di scontro. In primo piano Forza Italia che con la ex assessora Giovanna Caria, di fatto ha respinto la proposta presentata in aula e spiegata da Enrico Daga. Ancor di più più è stato tranchant Marco Tedde che ha definito il provvedimento messo in disponibilità ai consiglieri comunali “aria fritta”, operazione gassosa, altro che Gioconda è Guernica, alludendo al celebre quadro di Piccasso! (GUARDA)
È proprio su questo si è concentrato il lavoro demolitore del consiglio comune di opposizione, con Forza Italia che in campo ha schierato a difesa delle sue tesi tre…avvocati. “Si sa poco del progetto, non è stato reso disponibile, non si conoscono i termini della contrattazione avvenuta, sulla base di che cosa, con accuse all’Amministrazione che “sta cercando la riabilitazione in riferimento alle vicende di Punta Giglio” ha affermato Marco Tedde
Neanche la spiegazione del dirigente Dottor Pietro Nurra presente in aula, ha soddisfatto le richieste dell’opposizione rimasta rigida sino al voto. Il risultato finale ha visto la maggioranza presente in aula votare compatta con 13 voti favorevoli, l’opposizione si è espressa con quattro voti contrari, uno astenuto, e un consigliere che è uscito dall’aula. Una opposizione in ordine sparso. Forse il tema trattato, se non ha unito, un pò ha diviso di sicuro.
E allora ci si deve interrogare su cosa, questa città, prima o poi si troverà unita e concorde. Se oggi in Consiglio si sono raggiunti toni accesissimi per dare “un semaforo verde” di adesione a un bando Regionale, con un pre accordo al vaglio, e l’acquisto ipotizzato attestato a 400 mila euro, viene bollato come sperpero, posto che alla collettività arriveranno circa 197 ettari di bosco (per ora), si può solo intuire che il cammino e il dibattito in aula, su tutto, sarà ad altissima tensione.
Una operazione che poteva essere sostenuta, e magari perfezionata in termini di accordi, viene lasciata in capo a un gruppo, quello della maggioranza, che crede nella bontà dell’operazione, che ha dei lati da approfondire e soprattutto da chiarire. Il ruolo del Parco ad esempio, risulta oggi centrale, ma ha prodotto documenti in capo a nominati dalla politica, che non sono ordinaria e neanche straordinaria amministrazione, ma sono indirizzi di grande valore politico-amministrativo. Posto che nello statuto del Parco da nessuna parte è scritto che un nominato dal Consiglio Comunale, non può continuare ad amministrare sino alla sua surroga ( art 5 dello Statuto). Forse in ballo entra l’articolo 6 dello stesso, quando prevede un ruolo centrale dell’Assemblea che è l’Organo di controllo politico -Amministrativo dell’Azienda Parco. Assemblea che coincide al Consiglio Comunale in carica, e quindi rafforza il deliberato avvenuto in aula ieri dove i presenti erano Consiglieri Comunale e componenti dell’Assemblea a pieno titolo.
L’Assessore Enrico Daga, non lo dice apertamente ma avrebbe voluto l’appoggio e il consenso del mondo ambientalista algherese che tarda ad arrivare.
Dal giorno del mio insediamento, su mandato del sindaco Cacciotto, con gli uffici e il Parco, abbiamo lavorato giorno e notte per arrivare a questo risultato preliminare.
Dopo la notte dei pennarelli, dopo gli usucapioni a Maria Pia, dopo la Marea gialla, e soprattutto dopo che a distanza di 40 anni le promesse vane in ordine all’approvazione del PUC non facevano presagire niente di buono, l’amministrazione comunale di Alghero non ha disertato il suo “appuntamento con la storia, con l’ambiente”.
Siamo molto soddisfatti di questo enorme traguardo risarcitorio, e a chi dice che non c’è una visione di città rispondiamo con i fatti, sono le parole di Enrico Daga che intuisce di aver compiuto un grande passaggio, ma che gli sfugge in questo momento che la frattura con un mondo che si è battuto, ha lottato e ottenuto, non un sogno, ma una grande realtà come il Parco Regionale di Porto Conte, non si sana solo portando a casa 197 ettari di bosco a Punta Giglio, ma adottando Piani del Parco, i Programmi Pluriennali di viluppo, tenendo a mente che L’Azienda Speciale persegue le finalità e gli obiettivi di cui all’art.1 della Legge istitutiva del Parco, garantendo un rapporto di coinvolgimento e partecipazione della comunità algherese. Che, sino ad oggi, non c’è stato. Le fratture si possono pure rimarginare ma il dolore si conserva per sempre