“Pur nel rispetto dei poteri di indagine degli inquirenti, non si può non esprimere perplessità per questa vicenda tormentata. Che è inserita in un percorso amministrativo tortuoso e controverso che sta ingenerando insicurezza nella nostra classe imprenditoriale e confusione nell’opinione pubblica. Ciò che emerge con chiarezza, e che amplifica le nostre preoccupazioni, è l’assenza del sindaco e dell’amministrazione ai quali chiediamo di battere un colpo. Ovviamente di tipo politico – amministrativo. Auspichiamo che questa assenza sia solo temporanea”. Sono le parole di Marco Tedde, ex Sindaco di Alghero, ex parlamentare sardo, dirigente nazionale di Forza Italia oggi Consigliere Comunale. Il riferimento è ai sigilli apposti alla concessione A-Mare in località Calabona (LEGGI).
Una vicenda che fa discutere, e soprattutto divide, ancora e ulteriormente l’opinione pubblica algherese. Ma qua, oggi c’è poco da fare i tifosi, c’è da capire il motivo che ha indotto il magistrato a intervenire. Lo spazio per i sentimenti cede il posto alla perplessità, perchè decine di persone che in quella attività avevano trovato lavoro, oggi sono a casa. La chiamata in causa della politica, oggi, più di ieri, assume un valore fondamentale, perché a ben vedere è l’assenza di regole, che provoca vuoti, dove alla fine chi si cimenta a fare impresa, non ha certezze, perché le norme che si osservano, possono essere contestate. Il riferimento al PUL non è casuale. E capita così che la politica, che deve decidere su norme da far osservare, è costretta ad inseguire gli eventi, se non deliberatamente sceglie di starsene in disparte, e aspettare. Insomma un film già visto da queste parti guardando verso Capo Caccia.
Un altro imprenditore di Alghero Franco Calvia, già esponente politico, trova il modo per coinvolgere nella questione sempre la politica: Questa maggioranza – afferma Calvia – dovrà pur dire qualcosa, posto che il rispetto delle regole non si discute, prima di tutto legalità, ma avrà una posizione su questo tipo di interventi, su questo tipo di iniziative, ad esempio potrebbe dire che si adopererà per favorire o per vietare questo tipo di attività, che è contraria o favorevole a questo tipo di insediamenti seppur temporanei .
Altro commento è quello di Andrea Delogu, ex Presidente della Fondazione Alghero che dice: “Mi trovi perfettamente d’accordo, un imprenditore non può vivere con una spada di Damocle che a una settimana dal ferragosto ti chiude l’attività, specialmente se è solo una delle tante puntate di una vicenda che va avanti da troppo tempo, con atti e ricorsi che si stanno susseguendo oramai da mesi. Se ci sono da fare delle verifiche si devono esaurire il giorno prima dell’apertura, così è un calvario che non fa bene a nessuno”.
Come si vede si mischia un po tutto, sentimenti, norme, politica, impresa, e alla fine su un punto forse tutti, indistintamente fuori dall’appartenenza politica, dall’approccio ideologico sul tema, si è concordi nel chiedersi: Ma si poteva fare? E perché si atteso tanto nel verificarne la liceità? Domande ovvie.
E chiamare oggi la politica a battere un colpo è un po una forzatura, perchè, le pratiche amministrative, autorizzative, non sono in capo alla politica ma strutture dirigenziali, e un Sindaco e una Giunta a fronte di un provvedimento giudiziario poco può fare.