Domenica 8 Settembre, aggiornato alle 19:57

Resuscitato il Progetto GALSI? Firmato un accordo fra Eni, Sonatrak e Sonelgaz. Silvio Lai (PD) ha pronta l’interrogazione

Resuscitato il Progetto  GALSI? Firmato un accordo  fra Eni, Sonatrak e Sonelgaz.  Silvio Lai (PD) ha pronta l’interrogazione

Resuscitato il progetto GALSI (LEGGI), il gasdotto da 8 miliardi di metri cubi l’anno che si prevedeva che entro il 2011 potesse collegare l’Algeria la Toscana passando per la Sardegna. Era  15 novembre 2006, quando ad Algeri alla presenza del presidente della Repubblica algerina Abdelaziz Bouteflika, e il presidente del Consiglio italiano Romano Prodi  Enel firmò  un accordo per la fornitura di gas naturale da trasportare in Italia attraverso il gasdotto GALSI (LEGGI). L’entrata in servizio era prevista entro il 2011, è l’importazione di 2 miliardi di metri cubi di gas all’anno era fissata in 15 anni. Come dire che in questo periodo, l’accordo,  sarebbe stato in scadenza. Invece oggi GALSI ( acronimo di Gasdotto Algeria Sardegna Italia) torna prepotentemente alla ribalta resuscitato in maniera repentina e inaspettata, portato alla ribalta della cronaca da  Silvio Lai il senatore di Sassari del PD, che sulla questione ha pronta una interrogazione (LEGGI).

Nei giorni in cui in Sardegna il dibattito è accesissimo per quanto riguarda l’assalto dell’eolico e del fotovoltaico, con la nascita di numerosi comitati spontanei, lo scorso 31 luglio a Milano Eni ha firmato un accordo con due colossi algerini del gas Sonatrak e Sonelgaz, dove  per procedere con gli studi di fattibilità per un progetto di interconnessione elettrica tra le reti dell’Algeria dell’Italia attraverso un cavo sottomarino. La notizia viene riportata in maniera breve su L Repubblica, proprio mentre imperversava la polemica sull’incontro di pugilato fra l’Algerina Imane Khelif e l’italiana Angela Carini. E siccome la polemica era davvero alta fra l’Italia e l’Algeria, nell’articolo si ricordava il pericolo che vi poteva essere per i buoni rapporti diplomatici fra i due paesi, evidenziando appunto l’accordo di un gasdotto che attraverserebbe la Sardegna.

Cosa da queste parti nota, caduta nel dimenticatoio e ora prepotentemente risalita alla ribalta. Proprio nel momento in cui ambientalisti, comuni cittadini e politica sono concentrati nel fronteggiare l’assalto delle rinnovabili e il sacco del territorio,  riemerge un progetto che davvero si credeva non potesse avere più luce.

Solleva il problema Silvio Lai che dichiara pubblicamente che ” Mentre Salvini e la Meloni si fanno coinvolgere nella discussione sui giochi olimpici e sulle gare di pugilato femminile, con il confronto tra un’atleta italiana e una algerina, un importante quotidiano nazionale pubblica una notizia bomba che riguarda proprio il nostro Paese e l’Algeria. Sembra, da quanto riferito sul quotidiano, che mentre si gonfiava il caso diplomatico/sportivo, Eni sottoscriveva con i due colossi pubblici nazionali algerini degli idrocarburi Sonatrach e Sonelgaz un accordo per la costruzione di un nuovo gasdotto diretto con l’Europa e che passerebbe via Sardegna. Penso che sia doveroso chiedere alla Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, e lo farò con una interrogazione urgente, se il Governo italiano era al corrente di questo accordo firmato da Eni, e in quel caso se ne ha informato la Regione Sardegna. Oppure, se il Governo ne fosse totalmente all’oscuro, come sia possibile che Eni si possa muovere anche sul territorio italiano senza alcun tipo di relazione col suo principale azionista. Così mentre la Sardegna discute di gassificatori, reti di metano e dorsali con il Governo, qualcuno rende inutile questa discussione. Per questo e per chiarire quali siano i contorni di questa vicenda, ad oggi non smentita, chiederemo al Governo di riferire immediatamente in Parlamento su quanto pubblicato oggi.

In Sardegna la notizia plana come una bomba. Ecco un’altra patata bollente, il gasdotto, fonte di energia da fossile deve essere dismesso a tutto vantaggio delle fonti rinnovabili. Per questo motivo i decision maker dovranno rapidamente predisporre quadri legislativi coerenti. Considerare le scelte per il futuro del gas nel contesto la legge sul clima dell’Ue (net zero entro il 2050) e l’impegno di ridurre le emissioni di gas serra del 55% (rispetto ai livelli del 1990) entro il 2030. E Affrontare la sfida di eliminare gradualmente l’uso del gas naturale nell’Ue in un periodo di tempo concordato, valutare le opzioni per sostituzione del gas naturale con elettricità rinnovabile o altri combustibili gassosi, quali biometano, metanolo rinnovabile ecc.., nonché impatti legati alla decarbonizzazione del trasporto. E anche per la sostituzione del gas naturale come materia prima per la produzione di prodotti chimici. Insomma se non è tutto contradditorio, poco ci manca.

Ma proprio su questa materia, sulle rinnovabili o fossili,  in Sardegna in campo sono scesi anche i potentati dell’informazioni schierati pro o contro adducendo sottili motivazioni che sovente la gran massa dei cittadini non riesce a percepire. Si mischia il clamore, la parte populista, e si tace sul resto, specie sulle fonti di approvigionamento energtico da fossili da dismettere.

Il tema oggi è uno solo: può la Sardegna permettersi di accogliere un metanodotto che, nel progetto originario,  si sviluppava per circa 900 km di cui più di 300 in acque profonde a oltre 2500 m di profondità fra Algeria e Sardegna, prevedendo una sede all’asciutto, 280 km di gasdotto emerso tra Porto Botte, località del Comune di Giba, e Olbia, seguendo a grandi linee il tratto campidanese dell’131 e quella della 131 DCN ( Direz/Centr Nuorese) . Con connessione finale prevista a Piombino in Toscana? Questo era previsto.

Per sapere come si snoderà il nuovo GALSI bisognerà attendere, e forse tutto potrebbe dipanarsi proprio con l’interrogazione del Senatore Silvio Lai , una vera sentinella sul territorio sardo


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