lunedì 29 luglio, alle ore 9.30, sono state convocate congiuntamente le commissioni II e V per discutere del “progetto parco eolico flottante Mistral” alla presenza delle associazioni ambientaliste Lipu, Wwf e Legambiente.
“Fari accesi sul tema dell’eolico in Sardegna in particolare sui progetti che sono presentati negli specchi acquei davanti al territorio algherese, nessun allarmismo, ma sicuramente bisogna avere consapevolezza rispetto a quello che sta succedendo. E se da una parte è importante la transizione energetica verso le fonti rinnovabili, dall’altra parte è altrettanto importante, se non di più, tutelare il nostro patrimonio ambientale, paesaggistico e naturalistico al fine di scongiurare interventi impattanti sia on-shore che off-shore”, commentano i due presidenti di commissione Emiliano Piras e Christian Mulas.
E’ attualmente in fase di approvazione presso il MASE il Progetto di impianto eolico Off shore Mistral della Società Acciona che prevede l’arrivo dei cavi sottomarini in località Punta Argentiera, Vasca di Ciù Peppì e realizzazione di una Buca Giunti nell’altipiano soprastante, da qui parte il cavidotto che seguendo in parte le strade vicinali e attraversando terreni agricoli, arriverà alla centrale di trasformazione in Località San
Lussorio per poi proseguire verso Ittiri per congiungersi alla centrale TERNA.
Si segnala che in località Calabona ad Alghero sono presenti grotticelle naturali nel calcare parzialmente descritte ed esplorate dal Canonico Giovanni Spano nel 1873 (v. allegato) il quale ritrovò frammenti di
ossidiana e ceramica.
Sempre a Calabona sono presenti 4 postazioni militari riferibili alla batteria Cantaro del 1941 e il punto di sbocco del Ribasso Ugo ( rif. Associazione Nel vivo della Storia), La Fonte del “ Lo Canter” e l’uscita a mare e
le Gallerie della Miniera di Salondra, inoltre il percorso del cavidotto, ci pare si sovrapponga ad alcune strutture militari. La questione della speculazione energetica in Sardegna riguarda principalmente la
sovrabbondanza di richieste per la costruzione di impianti di energia rinnovabile, che supera di gran lunga il
fabbisogno energetico dell’isola. Alcuni dati chiave includono:
1. Eccesso di produzione: La Sardegna attualmente produce circa il 38% di energia in più rispetto al proprio fabbisogno (greenMe).
2. Richieste di nuovi impianti: Sono state presentate richieste per la costruzione di impianti che totalizzano circa 58 gigawatt, una quantità che supera di gran lunga la capacità necessaria all’isola, che è già autosufficiente dal punto di vista energetico (greenMe) (Sardinia Post).
Le motivazioni dietro le accuse di speculazione includono:
1. Modifiche al paesaggio: La proliferazione incontrollata di impianti eolici e fotovoltaici potrebbe avere
un impatto irreversibile sul territorio e sul paesaggio sardo, portando a un consumo di suolo non
sostenibile (greenMe)
2. Benefici limitati per la popolazione locale: Gli impianti sono spesso realizzati da grandi aziende che
vendono l’energia prodotta fuori dall’isola, senza che vi siano significativi vantaggi economici per i
residenti locali (greenMe).
3. Legislazione e moratoria: Per affrontare questi problemi, la regione Sardegna ha introdotto una
moratoria di 18 mesi sulla costruzione di nuovi impianti di energia rinnovabile. Questa misura è vista
come un modo per frenare la speculazione e permettere una pianificazione più attenta e sostenibile
dello sviluppo energetico.
In sintesi, la speculazione energetica in Sardegna si manifesta nella corsa sfrenata alla costruzione di impianti di energia rinnovabile che, sebbene contribuiscano alla transizione ecologica, rischiano di danneggiare il paesaggio e non apportano sufficienti benefici economici alle comunità locali. L’articolo di OrthobenEssere evidenzia che la Sardegna produce attualmente più energia di quanto ne consumi. Nel 2022, la produzione di energia elettrica in Sardegna è stata di 12.083 GWh, mentre il consumo è stato di 9.062 GWh. Ciò significa che l’isola ha una produzione energetica che supera di circa il 30% il proprio fabbisogno” chiude
IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE CONSILIARE AMBIENTE
CHRISTIAN MULAS ( foto)