Venerdì 20 Settembre, aggiornato alle 19:21

Canzoni da Supercarcere, nello Spazio Bunker a Sassari

Canzoni da Supercarcere, nello Spazio Bunker  a Sassari
OSPITI SABATO E DOMENICA DELLA RASSEGNA TEATRI IN VIA DI ESTINZIONE CON CANZONI DA SUPERCARCERE. UN PROGETTO ISPIRATO ALL’ISOLA DELL’ASINARA CHE RIUNISCE CANZONI DEL REPERTORIO. CLASSICO-POPOLARE DELLA MALA E BRANI CONTEMPORANEI
SASSARI    –    Un repertorio vastissimo, bellissimo e troppo spesso dimenticato. È il repertorio musicale, in gran parte classico-popolare ma con preziosi sconfinamenti nel contemporaneo, che l’attrice Daniela Cossiga, il cantautore Antonio Meleddu in arte Bandito, il chitarrista Gabriele Cau e il percussionista Pablo Viches hanno riunito mettendo insieme alcune delle più belle canzoni di malavita nel progetto Canzoni da Supercarcere.
Lo portano a Sassari questo fine settimana – sabato alle 21 e domenica alle 19 – nello Spazio Bunker di via Porcellana, per la rassegna Teatri in via di estinzione organizzata e curata da Meridiano Zero Teatro (i posti sono limitati, è consigliata la prenotazione: spaziobunker@gmail.com). Il progetto, raccontano Cossiga (voce), Gabriele Cau (chitarra), Antonio Meleddu (voce e chitarra) e Pablo Viches (percussioni),  «nasce da un luogo, l’isola Asinara; le voci che risuonano mute sotto il suo cielo ci hanno fatto scoprire un universo immenso di pensieri, nostalgie, rimpianti, rabbia, vendetta, desiderio di riscatto. Queste suggestioni sono state lo spunto per avviare una ricerca di brani e autori che avessero un legame emotivo ed emozionale con quello che quel luogo rappresenta ancora oggi, è come se la stessa isola ci avesse guidato alla scoperta di un repertorio vastissimo, bellissimo e troppo spesso dimenticato».
Nel progetto Canzoni da Supercarcere la reclusione, la mancanza di libertà non è però rappresentata esclusivamente dall’istituzione carceraria. La riflessione si estende fino a comprendere le piccole e grandi mancanze di libertà, le reclusioni e le auto-reclusioni presenti nella vita di ogni individuo. «Quello che abbiamo selezionato rappresenta una piccola porzione di canzoni che provengono soprattutto dal repertorio classico/popolare e che hanno un significato forte dal punto di vista storico, ma non potevamo non inserire alcuni autori contemporanei  che attraverso note e parole ci guidano verso una riflessione più ampia sul significato delle parola carcere, non sempre legato ad uno spazio o ad una struttura, ma molto spesso al nostro vivere quotidiano e alla ricerca della cura della nostra anima» spiegano Daniela Cossiga e gli altri autori e interpreti del progetto.
La nostra libertà, racconta Canzoni da Supercarcere, non dipende esclusivamente dallo stare fuori da un carcere: ci può capitare di sentirci in catene anche quando non abbiamo apparentemente vincoli e non dobbiamo rendere conto a nessuno, si può essere privi di libertà anche quando si è soli, quando non si può fare affidamento sugli amici, quando si è stati traditi o disillusi.
Il carcere non sempre è fatto di sbarre di metallo, spesso è uno spazio mentale protetto e controllato, costruito da noi stessi, che, inconsapevolmente, diventiamo architetti perversi e masochisti, capaci di costruire nicchie riparate da muri invalicabili, dove la nostra  anima si nasconde per non misurarsi col mondo reale o per non farsene schiacciare.

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