Altra pagina di pubblicità negativa per il Parco Regionale di Porto Conte. Questa volta è il Fatto Quotidiano, che nel suo blog ospita un intervento del zoologo Ferdinando Boero. Un professore ordinario dell’Università di Napoli Federico II°, quindi persona molto titolata, in quanto si occupa di biodiversità marina, funzionamento degli ecosistemi e di sostenibilità, per i quali ha scritto numerosi documenti.
Ieri l’altro è intervenuto sul progetto che riguarda la messa in sicurezza della Falesia di Punta Giglio. “Ad Alghero vogliono imbrigliare la Falesia di Punta Giglio: è così che il progresso avanza”, è il titolo del suo intervento che parte da lontano, per arrivare a conclusioni che anche dalle nostre parti in Sardegna in molti sostengono, comprese le Associazioni ambientaliste Grig e Italia Nostra.
“Ogni anno l’acqua di pioggia penetra negli interstizi delle rocce e d’inverno gela. L’acqua si espande quando si solidifica (come sa chi ha dimenticato una bottiglia nel freezer) e, invece di spaccare la bottiglia, spacca la roccia. Anno dopo anno le rocce frantumate cadono alle pendici delle Dolomiti, formando i ben noti ghiaioni. I massi che cadono dalle montagne sono un pericolo per gli escursionisti, per non parlare di questa erosione che prima o poi toglierà bellezza alle montagne più belle del mondo. nessuno si sogna di imbrigliare le montagne perché crollano i massi: è un fatto naturale.
E l’inizio dell’articolo del Prof Ferdinando Boero, e finisce, dopo un paradosso iniziale, per parlare elle Falesie di Punta Giglio Ad Alghero.
Bene – scrive – ora cambiate Dolomiti con Falesie di Punta Giglio ad Alghero ed eccoci calati nella realtà. Nessuno ha chiamato l’ambulanza e il progetto si farà, a quanto pare. La falesia crolla, come tutte le falesie che si rispettano… Le falesie sono il frutto di erosione ed è normale che si stacchino massi dalle loro pendici, proprio come avviene sulle Dolomiti. Già, ma sotto la Falesia di Punta Giglio i turisti nautici amano sostare per fare un bel bagno ed è programmato un campo boe dove le imbarcazioni possano essere ormeggiate senza dover gettare l’ancora, danneggiando la biodiversità dei fondali.
Si dice favorevolissimo ai campi boe e anche al turismo nautico ma, sostiene “con tutto il Mediterraneo a disposizione, bisogna andare proprio sotto le falesie di Punta Giglio?
Un incredibile spot al rovescio ancora per Alghero e il suo Parco Regionale Naturale. Oasi naturale che sulla cronaca, locale, regionale e nazionale, è davvero presente in maniera massiccia, non sempre per esaltarne le peculiarità
E’ il paradosso che si vive nella nostra città sta tutto proprio in una battaglia che ormai si combatte da anni sui giornali, sui mezzi di informazione, sui social dove da una parte c’è chi chiede rispetto totale e incondizionato della natura e dei suoi ritmi, dall’altro chi gestisce questi ambiti territoriali, che sostiene interventi legali e autorizzati, ma da tempo sono osteggiati per quei ritmi naturali alterati.
Nei giorni scorsi lo aveva scritto Il Gruppo di Intervento Giuridico (LEGGI), chiedendo l’accesso agli atti, sul suo solco anche il gruppo ambientalista Italia Nostra (LEGGI).
Entrambi per conoscere nel dettaglio il progetto che riguarda appunto la messa in sicurezza di della falesia di Punta Giglio, di fatto sono di traverso perché vorrebbero che il corso della natura sia lasciato al suo destino inesorabile.
Può un progetto che parte da presupposti nobili ovvero la messa in sicurezza di un territorio, prevedere che si possa procedere nella rimozione di massi pericolanti, compresi gli usi di diserbanti , come scritto nel progetto, si mette l’area in sicurezza poiché in mare c’è attività di diving, ed è previsto l’installazione di un campo boe? E’ su questo che ci si divide ulteriormente, e la mente corre persino al lato opposto a quello di Punta Giglio, dove anche li costoni rocciosi franano da tempo. In località Punta Carone, un tratto costiero che si trova tra Cala Barca e Punta Cristallo, dal Corpo forestale è stato riscontrato un grave fenomeno franoso di notevoli dimensioni nel Maggio dello scorso anno, lo stacco imponente di un costone roccioso precipitato fino a riva di notevoli dimensioni, un’area di circa 50 mt di altezza per 30 di larghezza (LEGGI). E quindi ?