Venerdì 11 Ottobre, aggiornato alle 21:26

Vendite on line, 648mila sardi acquistano beni e servizi on line. Maria Amelia Lai (Presidente Confartigianato ): è stato il Covid

Vendite on line, 648mila sardi acquistano beni e servizi on line. Maria Amelia Lai (Presidente Confartigianato ): è stato il Covid

VENDITE ON LINE – 648mila sardi acquistano beni e servizi on line:
363mila in più rispetto al 2018. Maria Amelia Lai (Presidente
Confartigianato Sardegna): “Il covid ha fatto “esplodere” questo tipo
di modalità d’acquisto. Anche i piccoli artigiani cominciano a
proporre beni e servizi sulle piattaforme di vendita virtuali”.

Il 40,5% dei sardi, ben 648mila persone, ha effettuato acquisti on
line negli ultimi 3 mesi mentre il 34,6%, ovvero 552mila abitanti, non
ha mai comprato alcun bene o servizio sul web nell’ultimo anno. Solo 5
anni fa, nel 2018, erano 285mila gli isolani che acquistavano sul web,
equivalente a 363mila utenti in più.

Sono questi i dati salienti dell’analisi realizzata dall’Ufficio Studi
di Confartigianato Imprese Sardegna sull’utilizzo dell’e-commerce
nell’Isola, su fonte Istat 2022/2023.

Numeri importanti che mettono l’Isola a metà della classifica
nazionale sull’uso di internet per fare le compere. In Lombardia si
arriva a quasi 5 milioni di persone che comprano on line, il Veneto
supera i due milioni, il Lazio i due milioni e mezzo.

“Il covid ha fatto letteralmente “esplodere” gli acquisti sul web
anche da noi – commenta Maria Amelia Lai, Presidente di
Confartigianato Imprese Sardegna – è, infatti, crescente la quantità
dei sardi che effettua acquisti on line e allo stesso modo è in salita
il numero gli artigiani che comincia a offrire i propri beni e servizi
sul web”. “Anche le piccole aziende cominciano a vendere di tutto –
continua – parliamo, per esempio, dei manufatti tipici e tradizionali,
venduti sulle più importanti piattaforme di commercio, oppure dei
prodotti agroalimentari che, attraverso dei piccoli portali,
raggiungono qualunque tavola del Mondo, oppure ancora i servizi che le
imprese digitali offrono a migliaia di clienti in ogni angolo del
nostro Pianeta”. “Dall’altra parte, purtroppo – rimarca la Presidente
– ci sono tante piccole attività, quelle che troviamo sotto casa, che
si trovano ad affrontare momenti estremamente difficili”. “Per questo
– sottolinea la Lai – continuiamo a ribadire come per le aziende sia
fondamentale la presenza sul web: l’innovazione è una delle ricette
vincenti per superare la difficile congiuntura. Gli artigiani hanno
tanto da offrire in termini di qualità e di unicità dei prodotti e non
devono limitarsi all’utenza locale: grazie al web i potenziali
acquirenti sono moltissimi”.

Dall’analisi emerge come i sardi per il 62% comprino abbigliamento e
scarpe, per il 28% articoli per la casa, per il 23% pc e cellulari,
per il 22% film, per il 21% libri, riviste e giornali cartacei, per il
20% cosmetici, per il 18% articoli sportivi, per il 17% pasti e cibo
dalle rivendite di prossimità, per il 16% farmaci, per il 15%
abbonamenti internet, per il 14% giocatoli e articoli per l’infanzia,
per il 13% musica, per il 12% biglietti per i concerti, per il 9% tv,
stereo e macchine fotografiche, per l’8% articoli per la pulizia della
casa, per il 7% software, sempre per il 7% cibo e prodotti alimentari
pronti con consegna a domicilio, 6% giochi on line e 5% ebook e
giornali on line.

L’analisi sulla Sardegna dice anche, infatti, che se da una parte il
vincitore è il web, dall’altra il commercio tradizionale fatica.
Nell’e-commerce, le vendite sono cresciute dell’25% in 5 anni. Al
contrario, il valore delle vendite al dettaglio ristagna, con una
variazione del -0,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente, con la tenuta della grande distribuzione (+0,8%) e il calo
delle vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-1,6%)

Le imprese sarde che vendono on line: le criticità segnalate.

Nonostante questi buoni numeri, tra le imprese è ancora bassa
propensione a effettuare vendite mediante il commercio elettronico.
Tra le criticità segnalate tra quelle che vendono on line, il 20,2%
denuncia i costi connessi all’avvio dell’e-commerce superiori ai
benefici attesi. Inoltre, in un caso su dieci, pesano la logistica
(10,8%), il quadro legislativo di riferimento (10,3%) e i problemi dei
pagamenti online (9,1%). Le imprese che non hanno effettuato vendite
via web nel corso dell’anno precedente – oltre a indicare
l’inadeguatezza dei propri beni alla vendita via web (53,2%) –
segnalano un ventaglio ampio di criticità: la logistica (trasporto,
spedizione e consegna delle merci vendute via web) nel 29,4% dei casi,
il rapporto costi/benefici nel 27,4%, i problemi relativi ai pagamenti
online nel 21,9% dei casi, la sicurezza informatica e la protezione
dei dati nel 18,5% dei casi e il quadro legislativo di riferimento nel
17,9% dei casi.

“Certamente, con la vendita on line, ci sono anche tanti problemi da
risolvere – conclude la Presidente di Confartigianato Sardegna –
parliamo, in particolare, del crescente peso assunto dalle
megapiattaforme estere di intermediazione di beni e servizi, che
necessitano, sempre di più di interventi sulla web tax, in relazione
agli squilibri tra ricavi e prelievo fiscale”.


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