Di seguito una lettera pervenuta in redazione, da parte di una nostra lettrice, Isabella, che mette il dito in una piaga, dentro il tema-equivoco della fruizione delle aree del Parco Naturale di Porto Conte, di fatto vietate. Le cause? le spiega Isabella:
“Leggendo il pensiero espresso su questa rubrica da un vostro lettore concittadino, non ho potuto non notare la contraddizione che ruota intorno al problema Parco e il divieto di sosta che accompagna ogni cartello che dice “visita il Parco”!
Ma come posso fare ad accettare l’invito che viene fatto, di visitare i luoghi del Parco se, non mi dai la possibilità di farlo?
Ma è così difficile ricavare delle aree da dedicare alle auto di chi vuole visitare il Parco o semplicemente, fare un bagno nella sua costa?
Assurdo in un era in cui ogni cosa si può gestire con uno smartphone ed una app!
Non è difficile e neanche oneroso farlo. Dedicare un area circoscritta, segnalarla e gestire il costo della sosta con pagamento online tramite app, non mi sembra così irrealizzabile.
Sarebbe una fonte di guadagno a costo zero e tutti apprezzerebbero il valore naturale nella sua interezza“.
E come non essere d’accordo? Isabella tocca un tasto dolente nella gestione dell’area Parco di Porto Conte. A partire da Punta Negra, passando per le Bombarde e Lazzaretto, sino ad arrivare a Porto Conte, il versante di Punta Giglio, l’Area della Bramassa, per citarne alcune, di fatto sono interdette alla fruizione, perchè mancano aree di sosta per veicoli.
Il Parco di Porto Conte ha orizzonti ampi, guarda lontano, ha progetti ragguardevoli, sia in mare che a terra, ma gli sfugge un particolare: progettare la fruizione di mare e costa, e aggiungiamo persino di aree pinetate, realizzando aree di sosta. Senza aree di sosta, anche a pagamento, la fruizione del Parco, delle sue bellezze, rimane solo uno slogan contenuto nei cartelli segnaletici.