Aspettavano i fuochi. A migliaia sono arrivati ieri dalle zone limitrofe per assistere ai tradizionali fuochi di Ferragosto ad Alghero.
Ma ad Alghero i fuochi non erano programmati. Ne sono conseguite e continuano in queste ore polemiche roventi da parte di chi pretendeva di essere informato, come atto dovuto.
Una cosa è certa: si avvisa quando un evento è programmato, ma non è certo che lo si debba fare anche quando non lo sia.
Nell’ambito del calendario dell’estate algherese, resa pubblica da mesi, con decine e decine di miglia di visualizzazioni, pubbliche su tutti i media, non compare da nessuna parte che ad Alghero si dovessero fare i fuochi d’artificio a Ferragosto.
Come dire che per tempo si sapeva che questo evento di fatto era stato cancellato. Ma i più, quelli che da anni frequentano la Riviera del corallo, non ha voluto mancare alla tradizionale discesa in costa. Per loro i fuochi erano una tradizione, un punto fermo, una di quelle cose da non perdere.
Tutto il litorale algherese era occupato soprattutto da gente che non sapeva. Dal lido San Giovanni, al Porto alla Muraglia, compresi i bastioni, la gente aveva preso posto di prima ora ma non solo, chiedeva a più riprese a che ora dovessero partire i celebri fuochi pirotecnici di Alghero.
Attesa vana, i fuochi quest’anno non si sono fatti, una scelta, pesata, soprattutto conseguenti a tutta una serie di considerazioni, non ultime quelle legate alle roventi polemiche avvenute lo scorso anno quando si parlò di poco rispetto dei nostri amici a quattro zampe.
Perché in città se ne contano non meno di 20.000, un esercito, e quest’anno verso di loro è stato portato un grande rispetto.
Ma altrettanto, alla pari, lo pretendono i cittadini residenti e gli affezionati, che da anni trovavano ad Alghero un diversivo unico. Per loro poca attenzione, la scelta è stata di evitare i fuochi, forse perché si comincia persino a prendere coscienza che col fuoco non si scherza e sarebbe proprio il caso di stare lontano da questo, evitandone persino anche la creazione artificiosa.
Ma anche questo può non bastare, perché in moto si è messa la macchina gigantesca della polemica che naviga se come sempre via social. Commenti roventi, taglienti all’indirizzo di chi si è reso protagonista di aver spezzato una tradizione, Quasi che anche le tradizioni anacronistiche debbano sopravvivere ad ogni costo. E allora si fa strada un’altra ipotesi dopo che il polso della città ha dato la sua sentenza negativa sulla decisione presa, si sta ipotizzando di reintrodurre i fuochi pirotecnici in occasione del Santo patrono di Alghero, San Michele. Sempre che non si decida di proseguire, tirando dritti, sul tema ieri coniato del Silent e Invisible.
Idea che si deve caldeggiare, perché è inutile dire che per Ferragosto Alghero non ha certo bisogno di grandi eventi, per attrarre turisti vacanzieri anche limitrofi. Alghero ha bisogno di attrarre dopo Ferragosto, e il 30 settembre potrebbe davvero essere una data da segnare se l’amministrazione lo riterrà opportuno. Ieri Alghero era letteralmente invasa di gente. Impossibile destreggiarsi fra un nugolo di persone. Tante, come da tradizione, e ad essere felici sono state soprattutto le attività commerciale, colme, tutte votate a soddisfare le esigenze dei clienti. il lido di Alghero era invaso di giovani, i bar, i locali sulla spiaggia, debordanti, musica, animazione, festa sino ad arrivare al lungomare Dante, dove i locali hanno proposto tutti musica dal vivo con risultati oltremodo soddisfacenti.
e allora di che ci si lamenta? Si lamenta del fatto forse che la città si è scoperta senza un evento clou, l’estate si sta trascorrendo nella normalità senza eventi di grande portata destinati a tutti. Il lamentismo, il contrarismo, il criticismo, trovano brodo favorevole quando è c’è qualcosa da mettere in discussione.
Ieri da mettere in discussione c’erano i fuochi non fatti, lo scorso anno quelli fatti, lo ricordate? O abbiamo tutti momenti di amnesia?
Erano stati annunciati silenti, apriti cielo!
Anche allora un mare di critiche, si sentivano gli scoppi, percepiti dalle orecchie, disturbavano la quiete, quella degli uccelli, e soprattutto disturbavano quei 20.000 cani che hanno dovuto trascorrere un’ora nel panico totale.
Forse non per colpa loro, ma per colpa dei loro padroni che se li si sono portati (certificato), persino in punta del molo Visconti, a poche decine di metri da dove lo scoppio si percepiva pulito. Ecco, sicuro che c’era qualcosa che non andava, e quel qualcosa era il padrone non certo di cane.