“L’attività edilizia sull’Isola di San Pietro, Comune di Carloforte (SU), ha avuto nel corso degli ultimi decenni intensità variabili, ma la pressione sul territorio e sugli habitat naturali protetti è sempre stata piuttosto marcata.
L’intera Isola è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.; piano paesaggistico regionale – P.P.R.) e rientra quasi interamente nel sito di importanza comunitaria (S.I.C.) “Isola di San Pietro” (codice ITB040027), ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e seminaturali, la fauna e la flora, la parte nord ovest dell’Isola rientra nella zona di protezione speciale (Z.P.S.) “Coste ed entroterra tra Punta Cannone e Punta delle Oche” (codice ITB043035), ai sensi della direttiva n. 09/147/CE sulla salvaguardia dell’avifauna selvatica. Inoltre, la fascia dei metri 150 dalla battigia marina è tutelata con vincolo di conservazione integrale (art. 10 bis della legge regionale Sardegna n. 45/1989 e s.m.i.).
Gli episodi di illegalità non sono stati infrequenti, alcuni anche di grande risonanza, per cui nel corso degli anni l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) non ha mai fatto mancare la sua azione di impulso su controlli e vigilanza.
Recentemente è pervenuta la risposta (prot. n. 5069 del 6 giugno 2023) da parte del Comune di Carloforte riguardo un cantiere edilizio presente nelle scorse settimane a Tacca Rossa e oggetto di un’istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti (11 maggio 2023) da parte del GrIG.
Mentre alla Regione autonoma della Sardegna – Servizio Tutela del Paesaggio per la Sardegna Meridionale “non risultano procedimenti relativi al cantiere segnalato ubicato nel Comune di Carloforte località Tanca Rossa” (nota prot. n. 27951 dell’8 giugno 2023), analogamente alla Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari (nota prot. n. 7774 del 15 giugno 2023), il Comune – Area Pianificazione Territoriale, Edilizia Privata, Politiche Energetiche e SUAPE “in data 17/05/2023 … ha trasmesso al … proprietario del terreno una richiesta di informazioni e la disponibilità per effettuare un sopralluogo congiunto volto a verificare la conformità delle opere segnalate. In data 06/06/2023 alle ore 09:00 è stato esperito un sopralluogo ad esito del quale si è rilevato che … non erano in corso attività edilizie, non sono stati rilevati lavori edili corrispondenti a quelli descritti nella segnalazione pervenuta. Il proprietario del terreno ha tuttavia affermato che era stato depositato e successivamente rimosso un manufatto amovibile“.
I lavori edili sono quelli testimoniati dalla fotografia e fa comunque piacere che il “manufatto amovibile” sia stato nel frattempo rimosso.
Nella medesima zona, sempre a Tacca Rossa, è presente anche un altro cantiere edilizio, nel sito noto come Villa Paris, dove campeggia un cartello “inizio lavori”..privo di alcuna indicazione.
Il GrIG, anche in questo caso, ha inoltrato in proposito (28 giugno 2023) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti, coinvolgendo i Ministeri della Cultura e della Transizione Ecologica, la Regione autonoma della Sardegna (Direzione generale pianificazione territoriale e vigilanza edilizia; Servizio valutazioni ambientali), la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari, il Comune di Carloforte, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, i Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale.
Informata per opportuna conoscenza la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari.
Nessun riscontro risolutorio, invece, riguardo un altro cantiere nell’area di grande interesse paesaggistico di Canale Pitticheddu (o Su Buttoni), oggetto di analoghe istanze (24 giugno 2022, 29 settembre 2022) di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti effettuate da parecchio tempo.
Secondo quanto riportato nel cartello “inizio lavori” presente sul posto, la relativa denuncia inizio attività avrebbe dovuto riguardare lavori di “manutenzione ordinaria con recupero fabbricato rurale“.
Il Ministero della Transizione Ecologica – Direzione generale Patrimonio naturalistico e Mare aveva chiesto (nota prot. n. 121907 del 4 ottobre 2022) informazioni puntuali alla Regione autonoma della Sardegna in quanto “gli interventi segnalati ricadrebbero all’interno della ZSC ITB040027 ‘Isola di San Pietro’, con conseguenti possibili ricadute sugli habitat ivi presenti e tenuto conto della necessità di ottemperare all’espletamento della Valutazione di incidenza secondo quanto previsto dall’art. 6, par. 3, della Direttiva 92/43/CEE ‘Habitat’“.
Il Servizio Tutela del Paesaggio per la Sardegna meridionale della Regione autonoma della Sardegna aveva emanato (nota prot. n. 39672 del 14 ottobre 2020), nell’ambito del procedimento di rilascio del provvedimento unico SUAPE, “parere favorevole alla realizzazione dell’intervento in quanto in quanto si ricostruisce l’edificio nel rispetto delle forme e dei materiali originari senza alterarne l’impatto paesaggistico. Vi è inoltre piena coerenza con la normativa d’attuazione del PPR, in particolare con l’art.12 che ammette la ristrutturazione e il restauro, con l’art.83 che prescrive prioritariamente il recupero degli edifici esistenti“.
In particolare, “il progetto prevede il recupero di un rudere costruito ante 1966 come evidenziato nell’atto notarile e nella aerofotogrammetria allegata al progetto del 1968.
Nello specifico si propone:
– Recupero della muratura esistente in pietra;
– Ripristino della copertura secondo le misure in pianta esistenti e l’altezza presunta in base al muro esistente a due falde;
– Rifacimento pavimenti;
– Rifacimento impianti ormai inesistenti.
I materiali usati saranno, pietra, legno per copertura, coppi mentre gli infissi saranno in legno.
Per le opere da realizzare la superficie è chiaramente individuata dalla muratura residua esistente, mentre il volume del manufatto è desunto dal muro alto a due falde esistente sul lato corto, che rimarranno inalterati.
A lavori ultimati il fabbricato sarà invariato nel posizionamento rispetto dello stato attuale e non si andrà a compromettere la vegetazione circostante.
Inoltre non sarà consumato ulteriore suolo in quanto il manufatto è esistente manterrà la sagoma esistente”.
L’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione autonoma della Sardegna – Servizio valutazione impatti e incidenze ambientali aveva emanato (nota prot. n. 16553 del 25 agosto 2020) il parere sulla procedura di screening relativa alla valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A.), concludendo per non svolgere la procedura di V.Inc.A.
Il Comune di Carloforte aveva, quindi, emanato il provvedimento unico autorizzativo n. 104 del 15 dicembre 2020 per lo svolgimento dei lavori di manutenzione straordinaria con recupero del fabbricato rurale.
Però, ci si chiede se qualcuno sia mai andato a effettuare un semplice sopralluogo per verificare se quanto sia in corso di realizzazione corrisponda o meno a quanto è stato autorizzato.
Infatti, la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari, che a suo tempo aveva “ritenuto di condividere la proposta di parere favorevole” del Servizio regionale di tutela del paesaggio, ha fatto chiaramente presente (nota prot. n. 39242 del 3 novembre 2022) che “è di tutta evidenza che, qualora fosse confermata la realizzazione di interventi come da documentazione fotografica prodotta (dal GrIG, n.d.r.) … tali interventi sarebbero da considerare difformi rispetto all’autorizzazione paesaggistica emessa. Pertanto, si invita il Comune di Carloforte, in indirizzo della presente, a effettuare le opportune verifiche e a riferire nel merito degli interventi realizzati“.
Insomma, pare che quanto sia in corso di realizzazione sia un (bel) po’ diverso da quello autorizzato.
Ancora una volta si conferma la necessità di concreti e reali controlli ambientali da parte delle amministrazioni pubbliche competenti.
Controlli di cui non si sa nulla.
Si rammenta che, secondo l’orientamento giurisprudenziale (vds. Cass. pen., Sez. III, 3 febbraio 2022, n. 3763), per la ricostruzione di un rudere in area tutelata con vincoli ambientali sono necessari il permesso di costruire e l’autorizzazione paesaggistica.
Il GrIG provvederà a breve a chiedere riscontro dei controlli effettuati”, chiude la nota p. Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) a firma d iStefano Deliperi