Ieri in occasione dell’ottantesimo anniversario del bombardamento sulla Città di Alghero si è proposta alla cittadinanza un momento di riflessione musicale intitolato “La nit de Sant Pasqual del ‘43” ,che si è tenuta a partire dalle ore 21:00 presso la Piazza Don Francesc Manunta meglio nota come Piazza della Misericordia, nel cuore del centro storico di Alghero. Un luogo non casuale poiché anch’esso fu sventrato dalla bombe degli anglo americani, e in questo luogo della nostra ciutat vella venne registrato il più alto numero di vittime civili a causa del bombardamento.
Una grande serata vissuta fra musica, canzoni, ricordi, possibile grazie al patrocinio del Comune di Alghero, della Diocesi Alghero-Bosa e della Fondazione Alghero, e al corpo bandistico, che ha avuto il merito di aver proposto e fatto rivivere nel cuore degli algheresi, soprattutto dei più giovani, quel triste avvenimento.
Un plauso all’amministrazione comunale per aver saputo creare momenti di pura riflessione, per una pagina della storia di Alghero, ancora poco chiara e soprattutto poco nota alle giovani generazioni. Di Alghero i nostri giovani sanno tanto, forse, della sua storia e legame con la Catalogna, ma di un pezzo di storia moderna, sanno poco, perché l’attenzione su questi fatti, sono ancora frammentari e poco conosciuti nei particolari, da riscostruire con particolare e valenza storica documentale.
Il discorso del Sindaco Mario Conoci, in apertura di serata, poi seguire del nostro Vescovo Mauro Maria Morfino, hanno regalato momenti di pura riflessione e aperto lo sguardo su realtà che davvero in città si stavano affievolendo. La sensibilità di chi è al governo di una città, non si evince solo dalla lettura di procedimenti amministrativi, ma passa anche con il sostegno e la produzione di buone pratiche volte e far conoscere, divulgare per non dimenticare.
Il 17 Maggio 1943, alle 22,53, di ottanta anni fa, la notte di San Pasquale di Alghero fu segnata dai lampi dei bombardamenti dei mezzi aerei inglesi. Proprio nel momento in cui in Piazza Misericordia le note della Banda Musicale A. Dalerci diretta dal Maestro Garofalo proponeva il brano scritto da Franco Cano dove le note musicali disgiunte dell’ensemble, pensate e costruite su spartito, e lo scampanellio ritmico scandito dal maestro Garofalo, rimandava alla drammaticità dell’evento, con toni tragici.
La città di Alghero fu distrutta, gli esiti furono inauditi: oltre 100 vittime civili, più di 500 case distrutte e 2.000 quelle seriamente danneggiate. Il bombardamento colse nel sonno la popolazione che non aveva lasciato la città, tutti i tetti delle case del centro storico furono colpiti. Il bilancio fu pesantissimo, il peso dei crolli causò danni alle strade e alle infrastrutture. La guerra lasciò negli anni a venire un pesante fardello di sofferenza per la città di Alghero, con una percentuale altissima di senza tetto che rimase tale per diversi anni. “Il tributo pagato dalla nostra città è stato elevato – ha ricordato il Sindaco Mario Conoci – e il ricordo di allora resta ancora vivo tra la popolazione. Oggi vogliamo ricordare chi ha pagato un prezzo pesantissimo ottanta anni fa, tenendo anche presente che Alghero ha saputo rialzarsi, rimboccarsi le maniche e riprendere a vivere. Ma non intendiamo che il dolore subito, la tragedia che ha segnato la città, le vittime civili cadute, restino solo negli anniversari. Per questo motivo abbiamo intenzione di riprendere il percorso avviato anni fa con la procedura di richiesta formale del riconoscimento della medaglia d’Oro al Valor Militare in favore della Città, affinché la data del 17 maggio renda veramente onore agli algheresi”.
E come non essere d’accordo? Intanto resta il ricordo di una serata molto partecipata, coinvolgente a tratti da toni drammatici, e soprattutto c’è la certezza che è stata posta un pietra, la prima di tante che se ne metteranno, perché Alghero è stata testimone della follia della guerra, dei dolori e delle ferite che ancora oggi, soprattutto figli, si portano dietro, con una memoria sovente solo raccontata dai padri, che ha bisogno di essere ascoltata e scritta per essere tramandata.