L’importanza di avere un casa. Un casa sta per campo di gioco. Senza campo-casa il futuro diventa poco credibile.
I campi da gioco ad Alghero scarseggiano, non nella loro presenza, ma nella loro regolarità. I campi sono soprattutto nelle periferie, e nelle borgate, qualcuno funzionante qualche altro dismesso per mancanza di pretendenti.
Una squadra gioca a Olmedo, da ormai un anno, e il futuro per questa squadra è di difficile interpretazione. Vincerà il campionato di terza categoria, dovrà iscriversi a quello successivo, “dichiarando” il campo di gioco, se dovesse ancora essere quello di Olmedo, va da se che il progetto che riguarda questa squadra rischia di perdersi.
E non è cosa di poco conto. L’entusiasmo che accompagna questa squadra, viene affievolito dalla distanza. Una squadra di Alghero che gioca a Olmedo si segue all’inizio con entusiasmo, nel proseguo, viene abbandonata al suo destino. La distanza separa e divide.
Una squadra che porta il nome di una città, con orgoglio deva appartenere alla città. Non può essere normale che una squadra di Alghero abbia casa a Olmedo.
Ed è per questo che un percorso, programmato, non può prescindere da una casa. Perché va anche bene vincere, ma sapere che un ragazzo, giovane, se non giovanissimo, non possa godere di uno spettacolo, perchè non può raggiungere il campo di gioco a piedi, in tram o magari in bicicletta è frustrante. E questa distanza, che oggi si vede, deve far preoccupare. A dirlo sono i numerosissimi giovani visti in tribuna ieri a Olmedo, che senza i loro genitori, mai avrebbero potuto vedere la partita. E l’impegno dei figli, compresa la passione, non può diventare un legaccio per i genitori.
Un problema politico amministrativo che non si può far finta non esista. L’amministrazione aveva in serbo di bandire gare per l’assegnazione di strutture cittadine, ma ad oggi tutto tace.
Il campo Comunale Mariotti, il santuario calcistico della nostra città è anacronistico e non a norma. Eccezion fatta per il campo di gioco, manutenuto quanto basta, tutto intorno è da rivisitare, con occhio di riguarda alle barriere architettoniche e alla messa in sicurezza di tribune e gradinate, e il ripristino dei servizi.
E nel mentre che al Mariotti riprende il maquillage, le società di calcio nostrane, quelle che hanno già vinto, e quelle che si apprestano a farlo, bussano. Non c’è in città una sola struttura che consenta, anche con il principio di rotazione, di poter disputare partite della lega Nazionale dilettanti, rispettando le regole. Perché se ora i problemi sono solo marginali legati alla presenza sugli spalti di qualche centinaio di supporters, ci si dovrebbe interrogare come si possa fare ad ospitare i tifosi appena sopra il miglia di presenze.
Perché ad Alghero il fenomeno calcio è tornato prepotentemente alla ribalta, chiama e attira tifosi, ma se domani il richiamo sarà proporzionato alla potenzialità della città di Alghero, il calcio diventa un problema. Dove si accomodano 2 mila persone? Dove si accolgono i tifosi organizzati ospiti? Questo è il problema. E non si capisce perché ad oggi, non si pensi davvero per tempo, di programmare il futuro in termini di strutture accoglienti e a norma. Perché va bene una dirigenza giovane e motivata, va anche bene una squadra che vince, va benissimo una struttura organizzata nella macchina della comunicazione, ma se non si è in grado di accogliere ed ospitare chi si chiama, è quasi normale che un progetto sia destinato a naufragare.
Siamo in ritardo. Perchè non si può dire, oggi, che due squadra che viaggiano a vele gonfie, la prima in Promozione, con grandi progetti, la seconda in II^ categoria, sono state una sorpresa.